Dovremo abituarci, da qui ai prossimi mesi, alle altalene di numeri, con il 2019 come ultimo baluardo di serenità prima del Covid. Il mercato italiano della nautica non fa eccezione, anche se le sfumature che emergono dal sentiment per il 2020/21 sono quantomeno interessanti.

Nel corso del Salone di Genova, il convegno ‘Boating Economic Forecast. La resilienza della nautica’ ha come d’abitudine snocciolato i dati di mercato relativi allo scorso anno. Il segno più continua e, ancora una volta, a doppia cifra. Un +12% anno su anno che fa il paio con il +10% della rilevazione precedente.

Il comparto della nautica italiana vale ora 4,78 miliardi di euro, cioè il 2,2 percento del Pil nazionale, con oltre 23mila addetti diretti che, contando anche la filiera, diventano 180mila. Inoltre, i cantieri italiani continuano a esportare, toccando una quota export del 15 percento a livello globale (siamo al secondo posto), in crescita anno su anno.

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Un’immagine del Salone Nautico 2020

C’è speranza per il futuro del mercato italiano della nautica

Fin qui, si direbbe, tutto bene. Ma come vedono le aziende italiane l’anno che stiamo vivendo, e quello che verrà? Confindustria Nautica l’ha chiesto a un campione di aziende associate e i risultati incitano a un po’ di sana speranza. La stima di un -13% di fatturato, rilevata in tempi di lockdown, potrebbe rivelarsi troppo negativa: un impulso decisivo è atteso dall’andamento degli ultimi mesi dell’anno, stretti tra i saloni di Genova e di Düsseldorf.

Per il prossimo anno, invece, 8 interpellati su 10 vedono un quadro di stabilità, se non di crescita del fatturato. È bene però, visti i tempi, sottolineare come la rilevazione sia stata fatta prima che la cosiddetta ‘seconda ondata’ (e questa volta, purtroppo, il mare c’entra poco…) mostrasse tragicamente la sua portata.

Innovazione a Genova: la prima barca a motore in stampa 3D

Fuori dai numeri, ha destato molta curiosità la presentazione, nel corso del Salone, della prima barca a motore in stampa 3D (qui un nostro recente approfondimento sull’additive manufacturing). Idea avveniristica, la cui paternità spetta al gruppo di lavoro di Moi Composites, spin-off del Politecnico di Milano. Mambo – questo è il nome scelto per l’imbarcazione – è l’acronimo di Motor additive manufacturing boat e si tratta del primo progetto al mondo di questo tipo.

Stiamo parlando di un trimarano di 6 metri e mezzo realizzato con la tecnologia di stampa 3D brevettata Continuous Fiber Manufacturing (Cfm), basata sull’azione di robot che, guidati da algoritmi generativi, stampano in 3D materiali compositi unidirezionali. Il risultato è un prodotto cosiddetto fibro-rinforzato con caratteristiche meccaniche paragonabili alla tradizionale vetroresina.

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Mambo, la prima imbarcazione a motore realizzata in additive manufcaturing

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