La ‘casa’ del motore è un luogo didascalico, una mera utopia o un embrione che ha il patrimonio genetico per diventare adulto? Nella foto di apertura il motore fatto di lego (nella  fattispecie un John Deere) per noi ha il significato di un mosaico composto da un’infinità di tasselli. Occorre raccoglierli e inserirli correttamente nel loro quadro naturale.

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Alla vigilia dell’ennesima sferzata delle istituzioni, lo Stage V, l’endotermico sta raggiungendo la piena maturità. Emissionarsi alle porte del fatidico 2020 significa ottimizzare i processi di combustione, i parametri termodinamici, temprare i materiali per pressioni e punti di fiamma mai così spinti, armonizzare il post-trattamento, coinvolgere ogni singolo componente in uno sforzo collettivo di catarsi. Si tratta, in altri termini, di valorizzare l’intera filiera della catena cinematica.

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L’Eima, insieme al Bauma, è il luogo che esprime più di ogni altro la capacità di aggregazione e di valorizzazione dei tasselli che compongono quel mosaico che noi auspichiamo. Potrebbe diventare sempre più il baricentro di tutta la propulsione off-road, per applicazioni agricole e movimento terra, e, per la forza attrattiva dell’Esposizione e per la proprietà transitiva dei motori industriali, anche della generazione.

Un auspicio? Sicuramente. Un obiettivo ambizioso? Forse. Certamente quel quadro naturale che abbiamo descritto esiste veramente, ed è molto più di un semplice embrione.

 

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