Alla scoperta del Volvo Penta D8 Stage II e Stage IIIA
Il motore Volvo Penta D8 Stage II e Stage IIIA era in bella mostra al Middle East Energy 2020 di Dubai. Già poco prima della fiera ne avevamo parlato in questo post. Peraltro, alla fine dello scorso anno, precisamente al Key Energy di Rimini, Kristian Vekas, Product manager per i motori genset di Volvo Penta, […]
Il motore Volvo Penta D8 Stage II e Stage IIIA era in bella mostra al Middle East Energy 2020 di Dubai. Già poco prima della fiera ne avevamo parlato in questo post. Peraltro, alla fine dello scorso anno, precisamente al Key Energy di Rimini, Kristian Vekas, Product manager per i motori genset di Volvo Penta, ci aveva raccontato anche la genesi del D8 nella sua versione Stage V.
Adesso, allo stesso Kristian Vekas abbiamo chiesto di farci conoscere un po’ meglio anche la versione presentata in Medio Oriente.
Il Volvo Penta D8 Stage II e Stage IIIA è stato mostrato a Dubai. Ci racconta qualcosa in più?
È un prodotto, appunto, con standard di emissioni Stage II e Stage IIIA. Mentre in Europa pensiamo ad applicazioni fisse o stand-by di emergenza, per il resto del mondo il prodotto si rivolge ai mercati con standard differenti. Abbiamo lavorato a questo progetto in modo molto trasversale, insieme ai nostri colleghi del Gruppo, per sfruttare le conoscenze e le competenze nel settore della generazione di potenza per ottenere un risultato di alto livello in termini di load acceptance e Tco.
Poiché questo prodotto sarà utilizzato sia come motore stand-by che su macchine mobili, la densità di potenza è fondamentale. Abbiamo spinto in questo senso per un motore da 7,7 litri, possiamo dire che è il nostro prodotto migliore della categoria in termini di densità di potenza.
Cosa intendete esattamente quando parlate di ‘componenti collaudati e affidabili al 100%’ per il Volvo Penta D8 Stage II e Stage IIIA? C’è qualcosa di nuovo riguardo ai componenti chiave del motore?
Abbiamo adattato la nostra tecnologia alle applicazioni dei gruppi elettrogeni. Anche se, per esempio, il turbocompressore è più o meno lo stesso rispetto ad altre applicazioni, quello che abbiamo su questo prodotto ha subito delle modifiche per adattarsi in modo specifico alle applicazioni del settore.
In sostanza, non siamo partiti da un foglio bianco, ma piuttosto da qualcosa che avevamo già, con gli opportuni sviluppi in modo da soddisfare specifiche esigenze.
La nostra ultima conversazione è stata a Rimini, a proposito dei motori D8 e D13 Stage V. Lì abbiamo parlato di un layout di installazione più armonioso. Possiamo dire lo stesso per i motori esposti al MEE?
In pratica, si tratta dello stesso motore. Certo, in quel caso avevamo uno Stage V con un sistema di gestione del calore e, soprattutto, un sistema di post-trattamento. In questo caso non abbiamo bisogno di questi sistemi. L’impronta, comunque, è praticamente la stessa. Abbiamo mantenuto la medesima filosofia anche per quanto riguarda il layout di installazione, un elemento legato alla densità di potenza. Più piccolo è il motore, più facile è per gli OEM costruire il gruppo elettrogeno.
Ci sono diverse similarità tra i motori: per esempio, il sistema di raffreddamento e il blocco motore sono comparabili nelle due versioni. Dal punto di vista dell’installazione, gli Stage II e IIIA sono esattamente gli stessi rispetto allo Stage V. Naturalmente, il motore Stage V richiede più spazio per via del post-trattamento.
Possibili applicazioni, dunque?
Il motore è stato progettato per soddisfare applicazioni di emergenza. Gli elementi principali, in questo senso, sono un rapido start-up e un elevato load acceptance. Ci siamo concentrati molto su questi requisiti. Il D8 è comunque adatto anche per applicazioni prime power, in cui il TCO forse conta di più.