Anthony van der Ley, Cema e il mercato dei trattori
Cema. Con Van der Ley si gira pagina Anthony Van der Ley è il presidente di Cema. Il passaggio del testimone con un volto assai noto ai frequentatori del Tractor of the year, quello di Richard Markwell, è indicativo di una virata verso la digitalizzazione e il 4.0. Si passa, infatti, dal Vice Presidente e Managing […]
Cema. Con Van der Ley si gira pagina
Anthony Van der Ley è il presidente di Cema. Il passaggio del testimone con un volto assai noto ai frequentatori del Tractor of the year, quello di Richard Markwell, è indicativo di una virata verso la digitalizzazione e il 4.0. Si passa, infatti, dal Vice Presidente e Managing Director di Massey Ferguson EAME, a chi dal 2012 è insediato al vertice dell’organigramma di Lemken, specializzata in tecnologia per la coltivazione del suolo, la semina e la protezione delle colture.
L’insediamento è avvenuto lo scorso mercoledì 20 giugno, in occasione dell’assemblea dell’associazione. Lo statuto prevede per il Presidente un mandato di due anni, al termine dei quali potrà essere rieletto una sola volta.
Le parole del Presidente
«Per me è un grande onore assumere la Presidenza dell’Associazione che rappresenta la voce dell’industria europea delle macchine agricole Intendo portare avanti nel segno della continuità il lavoro svolto dal mio predecessore Richard Markwell, cooperando con le principali istituzioni con l’obiettivo di rafforzare la leadership delle aziende del Vecchio Continente e sostenere lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie per un’agricoltura più moderna». Sintesi quanto mai efficace della missione del proprio mandato, quella fatta da Anthony Van der Ley.
E quelle dell’ex Presidente
Dice Richard Markwell: «Auguro buon lavoro al mio successore Anthony Van der Ley. Per la prima volta nella recente storia del Cema la Presidenza è assunta da un vertice di una Casa costruttrice di attrezzature: sono sicuro che ciò porterà nuova energia nell’azione dell’Associazione».
Mercato trattori
Come sono andate le cose a livello di mercato trattoristi mondiale? Le immatricolazioni ammontano a 2.154.000 unità, con un incremento del 13 per cento rispetto al 2016 (1.903.000 unità).
La parte del leone la fa l’India, seguita dalla Cina. Ammontano a circa 660 mila i trattori assorbiti dal mercato indiano (più 16 per cento), 490 mila dal mercato cinese (più 16 per cento), 220 mila dagli Stati Uniti (più 4 per cento) e 190 mila dall’Europa (più 13 per cento). Mentre incrementi a due cifre sono consueti in mercati in forte espansione come quelli di India e Cina (Paesi che da soli coprono la metà del numero complessivo di trattori venduti a livello mondiale) la crescita registrata in Europa risulta anomala.
Ce lo spiega Malavolti
«In effetti» ha spiegato il Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti «questo risultato è solo in parte legato alla ripresa dei redditi agricoli in Europa, ed è invece dovuto in larga misura agli effetti della Mother Regulation, la normativa comunitaria che ha introdotto da quest’anno nuovi standard per le macchine e che ha spinto le case costruttrici, a fine 2017, ad effettuare campagne promozionali spinte ed immatricolazioni anticipate per i mezzi rimasti in giacenza».
L’AVVICENDAMENTO AL VERTICE DEL CEMA SEGUE QUELLO DI FEDERUNACOMA
Gli effetti di questa politica sono macroscopici in Germania, Austria e Olanda (rispettivamente più 19, più 20 e più 23 per cento), incrementi che come detto corrispondono solo in parte a vendite effettive. Particolarmente vistoso è il dato sulle immatricolazioni in Italia, dove il 2017 si chiude con un incremento per i trattori del 23,8 per cento, ma dove i livelli effettivi di ricambio del parco macchine restano molto al di sotto delle reali necessità del settore primario.