Ata e i motori, l’intesa che serve per fare trainare tonnellate di peso da macchine così compatte.

Ata è una sigla che dice molto nel campo della trazione diesel in ambito industriale. Si chiamano tow tractors e sono in grado di trainare su gomma pesi esponenziali. A Modena da sessantacinque anni si sono specializzati in queste applicazioni, partendo dal mercato nazionale alla conquista dell’Europa Continentale, dell’ex blocco Sovietico, del Nord Africa fino al Sud-Est Asiatico.

Carlo Gualdi, Product manager di Ata, ci spiega cosa comporti in termini di strategie motoristiche e meccaniche.

Prima di partire con l’intervista volete capire cos’è un tow tractor?

RILEGGETEVI COSA SCRIVEMMO IN MERITO

Ata. Una storia modenese

Ingegnerizzare una powertrain diesel assomiglia a una partita a Risiko.

Sembra un scherzo, ma è proprio così… La scelta di un motore passa in modo vincolante attraverso quel mappamondo colorato che lo aggancia alle leggi vigenti sulle emissioni. Nel 2018, a vent’anni dalla DIR 97/68/CE, il nostro principale parametro è il futuro del diesel che si intende installare. Oggi si parla di Stage V, che significa installare motori puliti: ma questa ‘pulizia’ presenta complicazioni impiantistiche sempre nuove e un conto salato per il cliente. I Paesi non regolamentati sono  più facilmente aggredibili da noi piccoli costruttori. 

Sì, ma in concreto, nomi alla mano…

In concreto per mercati extra UE le artiglierie sono quelle pesanti e ben collaudate nella nostra storia aziendale: Perkins serie 1100 e Deutz serie 2011 su tutte. Sul mercato comunitario le cose si fanno complicate: certamente gli sforzi di “down-sizing” compiuti allo scopo di riadattare i nostri macchinari a funzionare con motori di potenza inferiore allo scopo di rimanere al di sotto delle ‘soglie critiche’ ci stanno aiutando. Perkins 404 da 36.5 chilowatt e Kubota V3307 da 55.6 chilowatt sono gettonatissimi. Tutto il resto è noia! Nel 2018 tutte le proposte di motori che riceviamo fanno capo a prodotti talmente ben rifiniti, ridotti negli ingombri e perfetti nella erogazione di potenza che la differenza la fanno altre cose.

All’alba del 2019

E se le dico Stage V?

Significa avere un fornitore disposto ad erogare un grande servizio ancora prima di un grande prodotto. Come le dicevo prima, la differenza la fanno altre cose. Non tutte le case produttrici sono in grado di offrire un’assistenza tecnica a tutto campo, quasi genitoriale. Non è facile nemmeno per i gruppi più importanti. E quanto sta avvenendo nel mondo parallelo al nostro (nel mercato dell’autoveicolo) è emblematico: è notizia recente che Toyota abbia radiato il diesel dalle autovetture. Toyota!

Un nome per il domani?

Deutz.

Come fare gli ‘alternativi’

Ci sono fonti energetiche alternative al gasolio?

Ma certo! Ad esempio Kubota è all’avanguardia rispetto a tutti gli altri su motori alimentati a Gpl. Motori a Gpl che offrono davvero grandi prestazioni! Il problema è un altro…

Quale, scusi?

Che sono pochi i Paesi in cui le infrastrutture di distribuzione Gpl siano ammesse e presenti sul territorio in forma capillare. In Francia e Germania ogni grande sito industriale ha il proprio stoccaggio di Gpl interno con colonne di distribuzione per tutti i macchinari a supporto della logistica. Molti altri Paesi non ammettono altra soluzione che non sia il distributore ‘ufficiale’ su strada pubblica. E qui il gioco finisce.

‘Che fare?’ suggerirebbe qualcuno…

La vera alternativa alla trazione fatta con un motore a combustione interna accoppiato ad una trasmissione è quella fatta con un motore asincrono trifase comandato da inverter ed accoppiato con un motoriduttore a ruota. Tutto semplice, tutto ad ‘emissione zero’, tutto silenzioso, ma…

Ma…

Ma sorge una questione legata all’autonomia. Tenga presente che una grossa batteria da carrello elevatore (si parla di 2 tonnellate di acido e piombo) ha il contenuto energetico di un serbatoio di gasolio da 20 litri… Allora lei capisce che dobbiamo aspettarci grandi novità dal mercato delle batterie. Si immagini se fra qualche hanno potessero trovarsi in commercio, e senza doverle pagarle come un attico a Portofino – delle batterie costruite come se fossero quella del suo I-Phone ma scalate in grande di migliaia di volte. Si tratterebbe di avere riserve energetiche equivalenti a 200 litri di gasolio e non più 20! 

 

Il realismo di Ata

Allora “dammi un litro di oro nero” cantava Rino Gaetano ai tempi della prima crisi energetica?

E vedeva lontanto! Però ricordiamoci una cosa, il motore diesel non finisce mai di stupire. Provi a considerare un piccolo motorigeneratore (equipaggiato da un diesel a bassa potenza Italian style, penso a Lombardini) come ausilio ad un accumulatore elettrico. Ecco, in quel caso lei avrà costruito un sistema ibrido perfetto per un’applicazione industriale.

Questa potrebbe essere una prospettiva realistica?

Sì, lo è. E potremmo finalmente cantare, con Rino Gaetano, «il cielo è sempre più blu».

 

 

 

 

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