Avoni. Da Bologna con furore

Avoni. In principio fu Slanzi, seguito da Aifo, quindi Iveco Motors, in ultima battuta, in ordine cronologico, Fpt Industrial. La costante di questa sequenza è il cromosoma motoristico della famiglia Avoni, che dal 1948 distribuisce endotermici e si occupa di allestimenti motoristici in quel di Calderara, alle porte di Bologna.

L’area di rappresentanza di Avoni innerva un territorio dove i costruttori di motopompe sono endemici, al punto da costituire quasi un’antonomasia. Fpt è infatti egemone in questa applicazione, anche se la parte prevalente del fatturato della Avoni proviene dalla generazione di potenza.

GENERAZIONE DI POTENZA? FA RIMA CON MEE DUBAI

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Parla Francesco Avoni

Francesco Avoni, omonimo del nonno, fondatore dell’azienda nell’immediato dopoguerra, ha parlato con noi della Avoni Srl, di motopompe, gruppi e nicchie applicative, stazionarie e mobili.

Buongiorno, Avoni. Ci parla di origini e sviluppi della Avoni Srl?

La Avoni nasce da un’intuizione di mio nonno, con la concessione dei motori Slanzi. Il vero promotore della moderna attività della Avoni è stato però mio padre. Nel 1976 ci siamo tuffati nel mondo dei gruppi elettrogeni. Ci siamo infine strutturati fino a diventare quello che siamo oggi.

L’area di rappresentanza?

Il contratto prevede la differenziazione tra i motori a seconda delle zone di competenza. Di base gestiamo l’Emilia, una parte delle Marche, la provincia di Mantova e, per quanto riguarda la power generation, anche la Romagna. Il core business è negli stazionari.

Siete leader nella fornitura di motori per motopompe.

In termini di volumi, sicuramente. Per citarle alcuni nomi, tra i più rappresentativi (ndr: la disposizione è in ordine geografico, da nord a sud), Casella macchine agricole e Irrimec (Piacenza), Star Power (Reggio Emilia), Scova (Modena), Idrofoglia (Pesaro Urbino).

MOTOPOMPE? IN AUSTRALIA NE FANNO UN GRAN USO 

E a proposito della generazione di potenza?

La powergen è il settore che assorbe il maggior numero di motori. Green Power, in primis, per rimanere nella nostra area di competenza, anche se possiamo vantare una lunga teoria di OEM in tutta Italia , perché il Centro Sud è parzialmente scoperto e talvolta interveniamo noi, sia per gli stazionari che per gli industriali. Ovviamente esclusi i clienti direzionali, che possono trovare da noi motori in pronta consegna per urgenze e richieste speciali.

Mercato e motopompe

Qual è l’andamento del mercato?

L’anno scorso abbiamo piazzato 4mila unità. Il 2018 sembra replicare il trend positivo, con un rialzo stimabile tra il 7 e il 10 per cento. A fine anno prevediamo approssimativamente 4.250/4.300 motori. Abbiamo registrato picchi significativi con le motopompe, che sono chiaramente un prodotto stagionale, e prevediamo una lieve flessione tra i gruppi dipendente da vari fattori congiunturali e non legati ad una diminuzione del nostro business in quel settore.

Come procede l’adattamento allo Stage V delle motopompe?

Gli utenti si devono convertire al nuovo paradigma. La complessità tecnologica delle nuove motopompe comporterà un’inevitabile flessione del mercato, perché i costi di acquisto aumenteranno sensibilmente. Stiamo organizzando i primi prototipi, che vedrete all’Eima.

MENTRE L’EIMA 2018 SI AVVICINA, UN TUFFO NELLA PASSATA EDIZIONE

Saranno motori emissionati a tutti gli effetti, completi del pacchetto Hi-eScr?

Il prezzo del motore potrebbe ragionevolmente lievitare fino a triplicare. In compenso avremo un prodotto plug&play, più semplice e finito, ma bisogna comunque attendere i listini, prima di sbilanciarsi.

Si ridurrà il numero dei costruttori?

Probabilmente sì, si verificherà una semplificazione del novero dei costruttori, anche se quelli più flessibili e specializzati potrebbero addirittura beneficiarne, incuneandosi in alcune nicchie di mercato. In ogni caso, ci sono aziende che vendono tanto in mercati non emissionati, per cui continueranno a produrre anche motopompe con certificazioneprecedente.

 

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C’è fame di powerpack

Quali sono i motori più gettonati?

Sicuramente le unità più richieste dal mercato sono l’F32 da 55 chilowatt e l’N67 da 129 kW, il nostro vero cavallo di battaglia, e l’N45 da 93 kW. 

Cosa può dirci della vostra platea di OEM?

Per farle capire la varietà di applicazioni che motorizziamo, forniamo aziende che sono leader nella produzione di macchine per la raccolta delle olive e del tabacco, che costruiscono veicoli industriali, speciali con motori on road ed off road.  Motorizziamo poi  applicazioni più svariate: trivelle, tritassi, tritarottami, trattori portuali, i locomotori ferroviari, macchine speciali nel settore oil and gas, veicoli fresa neve.

Cosa vi chiede l’OEM?

Seguiamo la progettazione dei motori industriali dal disegno 3D, lungo un percorso che dura circa sei mesi. Dall’impianto elettrico al Can, ad acceleratore, quadri, body computer, radiatori, cablaggi, fino, a richiesta, al power pack completo, omologato Stage IV. Assembliamo il motore con radiatore, quadro di controllo, accoppiatore, a volte il cambio, sullo stradale.

E col gas?

Abbiamo progetti in driveline ma i costi R&D sono alti per i nostri clienti, tipicamente di taglia medio-piccola.

Ibridi?

Abbiamo un progetto di collaborazione, già testato, con un partner specializzato in autobus, rivolto proprio a questo tipo di applicazioni. Il motore è l’F1C, in grado di spingere sulle ruote o caricare le batterie. Noi stiamo collaborando anche con una nota azienda anche per lo spostamento dei carrelli all’interno delle stazioni, con il motore che funziona da generatore.

Seguite anche la nautica?

No, il nostro territorio è coperto da Cerdiesel a Rimini. Sul Tirreno ha invece competenza Naval Motor Botti e al Sud A.S. Labruna.  

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