Azimut e Volvo per il design
Azimut e Volvo in Triennale Azimut e Volvo, questa volta ve le mostreremo sotto una luce completamente diversa. Ci troviamo alla Triennale di Milano, un santuario del design. Il contesto all’interno del quale è inserito l’evento Azimut è la Design week. Cos’è la design week? Immaginate l’intero mappamondo travasato a Milano per il Salone del Mobile. […]
Azimut e Volvo in Triennale
Azimut e Volvo, questa volta ve le mostreremo sotto una luce completamente diversa. Ci troviamo alla Triennale di Milano, un santuario del design. Il contesto all’interno del quale è inserito l’evento Azimut è la Design week. Cos’è la design week? Immaginate l’intero mappamondo travasato a Milano per il Salone del Mobile. Il Fuori Salone è l’apoteosi dell’arte contemporanea associata al design industriale. Azimut ha capitalizzato la saldatura tra due eccellenze del Made in Italy per presentare la S10, ammiraglia della serie S.
Azimut Volvo e la Dolce Vita
Nel solco del benchmark di Fellini, l’installazione di fronte alla Triennale si chiama La Dolce Vita 3.0, Yachting in Milan.
Primo passaggio: la contemplazione dell’S7, un 21 metri che si staglia, in modo quasi distopico, in uno spazio di terra.
Secondo passaggio: l’immersione nella realtà virtuale, sul cockpit, in mare aperto.
Terzo passaggio: se avete la pazienza di attendere il crepuscolo, assisterete a una performance di light design che esalta i dettagli anatomici dell’imbarcazione.
AZIMUT DI DESIGN E PROPULSORI SE NE INTENDE
La parola ai protagonisti
In prima battuta a Giovanna Vitelli, cerimoniere e deus ex machina dell’evento. Azimut sta veleggiando verso il mezzo secolo. Il varo dell’S10 è infatti previsto per il 2019, quando ad Avigliana spegneranno le 50 candeline sulla torta. Vitelli ci ha ricordato due contributi rivoluzionari di Azimut al mondo del diporto. L’epifania della luce nelle cabine, grazie alle superfici vetrate. Accadeva proprio nell’anno giubilare, il 2000. Infine, l’innovazione della prua dritta. Benetti convertì la prua, da obliqua a dritta. Una strategia seguita da oltre la metà delle barche sopra i 40 metri.
Successivamente in cattedra sono saliti i designer: Alberto Mancini e Vincenzo De Cotiis.
Il carbonio è il protagonista assoluto. Con la sua fibra a vista segna i confini delle pinne laterali, angolate e orientate a prua per regalare un’intensa sensazione di dinamismo. Il carbonio sostituisce anche il classico tienti bene in acciaio , diventando quasi un fucile che si allunga fino a prua e funge da contenimento perfetto del sunbridge.
Azimut e Volvo con gli Ips
Non la vedete, ma l’S7 ospita una tripla di IPS 1050, capace di erogare 800 cavalli. L’architettura multipla ha consentito a Volvo di dilatare i propri orizzonti e attecchire anche sulla fascia low entry dei megayacht.
L’entrobordo è il D13. L’esacilindrico da 12,8 litri ha esportato il common rail in acqua, albero a camme in testa e sovralimentazione a doppio stadio. Gira a 2.300 e dichiara una pme nella scia della tradizione Volvo: valori non esasperati associato alla robustezza del monoblocco. In una parola: affidabilità.
Considerazioni finali sull’S10
La prospettiva cantieristica dell’S10 è stata la percezione dello spazio. Dice Mancini che hanno fatto di tutto perché il mare si percepisse ovunque, senza stravolgere il layout. Del resto, questo scafo è stato originariamente concepito per la lunga navigazione, non per la hotellerie fine a se stessa.
E su questo concetto e sul rapporto tra designer e Azimut è intervenuta la stessa Giovanna Vitelli. Nel Gruppo Azimut-Benetti, è bene ricordalo, svolge il ruolo di responsabile dello sviluppo prodotto. «Spesso è una tensione continua perché il dialogo a volte non è semplice. Noi continuiamo a farlo perché crediamo in questo rapporto proficuo: un mutuo scambio tra il cantiere che conosce l’essenza marinara dell’oggetto, i bisogni dell’armatore e lo stile portato dall’architetto. Solo così la forma, con le sue funzioni stilistiche, contempera la funzione».
Nella foto sopra, di fianco a Giovanna Vitelli, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha voluto rendere omaggio a questo connubio tra design e ingegneria diportistica. Durante l’intervista ha confessato un passato amore per la barca a vela. «Quando facevo una vita più normale…» ha ironizzato, riferendosi alla sua frenetica agenda, imposta dai doveri di primo cittadino della metropoli lombarda.