BCS, la versatilità è la chiave del successo indiano
BCS: a dieci anni dal via alla prima sede indiana, in cui oggi lavorano 60 dipendenti, il fatturato è arrivato a quota 9 milioni di euro. E l’impianto, secondo quanto affermato da Roberto Pini, direttore commerciale export e direttore della filiale indiana, si appresta ad andare incontro a un ampliamento per far fronte alla crescita produttiva. […]
BCS: a dieci anni dal via alla prima sede indiana, in cui oggi lavorano 60 dipendenti, il fatturato è arrivato a quota 9 milioni di euro. E l’impianto, secondo quanto affermato da Roberto Pini, direttore commerciale export e direttore della filiale indiana, si appresta ad andare incontro a un ampliamento per far fronte alla crescita produttiva.
Il bilancio positivo è stato analizzato recentemente in occasione di un incontro, avvenuto nel quartier generale di Abbiategrasso, alle porte di Milano, tra i dealer indiani, il general manager di Bcs India Arun Gupta, il marketing manager S. K. Bansal, il presidente Fabrizio Castoldi e, appunto, Pini. Le macchine di BCS sono utilizzate in larghe parti dell’India: questo l’elemento alla radici dell’espansione. Le motofalciatrici sono utilizzate nel nord, per il taglio dell’erba medica fino a 3.500 metri di altitudine. Le mietileghe vengono usate per il taglio di grano, soia e fagiolini neri. Vengono usati anche motocoltivatori e trattori specializzati, nelle zone dei vigneti di Mumbai.