Benvenuta, POWERTRAIN!
DIESEL cambia nome: da gennaio si chiamerà POWERTRAIN. Ciò non significa cancellare la parola diesel dalla nostra agenda e dalle nostre priorità, ma rispecchia la volontà della rivista (e del sito) di accompagnare i lettori nell’affascinante fase a cui stiamo assistendo, quella della transizione energetica
Il consorzio umano scandisce la propria evoluzione facendo leva sulle fiammate rivoluzionarie. Nel mondo occidentale, e non solo, sono due gli avvenimenti che hanno annunciato l’epifania della modernità. La rivoluzione industriale, avvenuta nel Regno Unito tra XVIII e XIX secolo, e quella ispirata dall’Illuminismo in Francia, culminata nella presa della Bastiglia, a Parigi, il 14 luglio del 1789. Nell’industria pesante, nella mobilità e nella meccanizzazione, Nikolas Otto e Rudolf Diesel alla fine del 1800 hanno concepito la madre di tutte le rivoluzioni, quella che ha generato il motore a combustione interna.
Un’altra rivoluzione è alle porte, anzi, accompagna quotidianamente l’evoluzione dello scenario industriale ed è scandita dalle tappe della cosiddetta transizione energetica. Questa è la prima istanza della genesi della piattaforma editoriale POWERTRAIN e del sito www.powertrainweb.it, che sarà attivo da gennaio.
A questo punto è bene chiarire un equivoco: l’evoluzione onomastica di Diesel non è dovuta alla volontà di cancellare il motore diesel dalla nostra agenda e dal nostro vocabolario. Il motore a combustione interna rimane il principale interprete della powertrain e si fregia degli attributi della sostenibilità, come l’abbiamo tracciata nel Sustainable Powertrain Tour.
Efficienza, economicità, diffusione, infrastruttura, evoluzione della combustione e riduzione delle emissioni fanno del motore diesel il sistema che si merita più di ogni altro i titoli di sistema propulsivo delle applicazioni industriali, che siano esse mobili, stazionarie e marine. Nel percorso verso la decarbonizzazione non si possono ignorare le ottimizzazioni della camera di combustione e i combustibili alternativi: biodiesel, carburanti sintetici, e-fuel. C’è un paradigma che deve essere declinato secondo le esigenze reali, i carichi e i cicli di lavoro, le infrastrutture esistenti, gli incentivi e le politiche pubbliche, la disponibilità e il conto economico dei combustibili (Tco).
La sensazione è che non esista una tecnologia che possa dichiararsi egemone. Questo decennio sarà accompagnato dalla competizione tra alcune piattaforme tecnologico-distributive: fossili, combustibili alternativi, gassificazione, ibridizzazione, elettrificazione, idrogeno.
Ognuna di queste porta in dote un adeguamento della componentistica e dell’infrastruttura di storage. Per questa ragione abbiamo optato per il nome POWERTRAIN. Non è più una questione di pura produzione di energia. L’obiettivo dell’efficienza e della sostenibilità impone di ottimizzare l’intero universo della componentistica: dall’elettronica, alla meccatronica, alla filtrazione, alla lubrificazione. Questa rivoluzione, che potremmo definire, con un termine abusato, “smart powering”, ha un altro effetto, che riscriverà la geografia Oem-oriented. I costruttori di macchine, almeno in una prima fase, dovranno esternalizzare le competenze. Si inaugura così una stagione di competizione, segnata dall’affacciarsi di una pluralità di soggetti nell’arena powertrain, soprattutto per il contributo dato dalla elettrificazione.
All’interno di questo scenario, POWERTRAIN contribuirà con rigore, attingendo alle fonti e alle sinergie che ci derivano dalle piattaforme Sustainable Bus e Sustainable Truck & Van. Per qualsiasi applicazione (automotive, off-highway, power generation, marina) e per qualsiasi tecnologia (endotermica, gassificata, ibrida, elettrica e a idrogeno).