A Shanghai si è da poco conclusa la 17ema edizione del China G-Power. L’anno scorso c’eravamo anche noi. Qual è stato il bilancio? Ad accomunare le ultime due edizioni  il protagonismo di Fpt Industrial e Perkins. Nel 2016 l’étoile fu il Cursor 16, reduce dall’investitura al Mee di Dubai. La strategia di Fpt nella power generation  ricalca le orme di quanto accade tra le applicazioni mobili, in una parola, densità di potenza. Il Cursor 16 G-Drive è capace di 600 kVA, rinnova la fiducia al common rail da 2.200 bar, alla testa cilindri in grafite compatta e ai pistoni in acciaio a doppia rientranza. La ventola è stata dimensionata ad arte per ridurre assorbimento e rumore meccanico. Il G-Drive è stato disegnato per evitare dispersioni nella camicia del cilindro, sopportare fino a 56°C e programmare intervalli di manutenzione a 600 ore. Anche a queste latitudini idealmente il Cursor 16 si avvicenda sul trono di Torino con il V20 presentato al Conexpo.

China G-Power e gli altri, da Ovest

A parte Fpt, altri due stelle del firmato transatlantico brillano nel diadema della manifestazione: Cummins e Perkins.

Cummins non significa solamente Qsb e Qsk. La partecipazione di Columbus coincide anche con l’attivismo di Stamford, leader mondiale nel settore degli alternatori.

Perkins ha ulteriormente segmentato il listino lo scorso anno. La serie 4000 si presenta in tre versioni, con un picco di 1.250 kVA. Altre carte da giocare nella generazione sono quelle in mano alla serie 1100 e alla serie 400.

I numeri della fiera si confondono in quelli di E-Power Expo, che si sviluppa su 46.000 metri quadri circa, con un bilancio di 560 espositori da più di 40 paesi e una ricettività di  31.000 visitatori e buyer.

China G-Power e la Cina

È una fiera calibrata sui costruttori locali, che forse si trova ancora nella fase embrionale in cui ci si guarda l’ombelico, ma stiamo parlando dell’ombelico della  Cina. Tra i costruttori della Terra di Mezzo giganteggia Weichai. Un altro nome che non sfugge agli osservatori europei è quello di Donfeng, che focalizza la produzione di gruppi da unità automotive Nissan, a gas e diesel.

Tra i gruppisti del Vecchio Continente non sono mancati nemmeno quest’anno Himoinsa e Pramac.

 

 

In primo piano

Diesel of the Year 2025. Apoteosi Hyundai

L’astro coreano si riflette anche sul Diesel of the Year, dopo avere lanciato la Corea del Sud nell’empireo delle nazioni che contano, il cinema nell’antologia d’essai, il K-pop nella playlist degli adolescenti di tutto il mondo. L’edizione 2025 è appannaggio dei DX di Hyundai, 4 e 6 cilindri modula...

Articoli correlati

Diesel, ancora tu?

"Diesel, ancora tu, non dovevamo vederci più?" è il titolo del convegno che si è tenuto all'Eima, con la partecipazione di BU Power, CNH, Deutz, FPT, Rehlko e Saim