Ci sarà un blackout in Hotel… Andrea Orefice
Ci sarà un blackout in hotel, ma il gruppo elettrogeno non funziona. Andrea Orefice, professione General manager della Orefice Generators e una felice intuizione narrativa: cosa si nasconde dietro l’impasse di un gruppo elettrogeno d’emergenza? Quella che rappresenta solo apparentemente una provocazione nasconde una assai chiacchierata tara antropologica del Bel Paese: il deficit di programmazione. […]
Ci sarà un blackout in hotel, ma il gruppo elettrogeno non funziona. Andrea Orefice, professione General manager della Orefice Generators e una felice intuizione narrativa: cosa si nasconde dietro l’impasse di un gruppo elettrogeno d’emergenza?
Quella che rappresenta solo apparentemente una provocazione nasconde una assai chiacchierata tara antropologica del Bel Paese: il deficit di programmazione. Un atteggiamento che si rivela esplosivo quando il dispositivo da programmare è, per sua natura, non programmabile: lo stand-by. “È successa una disgrazia!”, recita l’adagio popolare. Siamo sicuri che sia proprio così?
Ma… Ci sarà un blackout?
Il gruppo d’emergenza, va da sé, lavora solamente in condizioni critiche, auspicabilmente mai. Ed è proprio quando ‘mai’ succede che… cosa succede?
Da questi presupposti ha preso corpo: “Ci sarà un blackout in hotel, ma il gruppo elettrogeno non funziona“.
A PROPOSITO DI GRUPPI E DI ASSISTENZA: ROTA GUIDO E 2G
Partiamo dalla fine. Scrive Orefice: «Esistono recensioni positive che non riceverai mai». Esistono, eccome, quelle negative, alcune delle quali riportate da pagina 62 a pagina 64. Oggetto comune i disservizi energetici, che sottintendono il mancato funzionamento dello stand-by.
Il pamphlet è ritmato in modo incalzante. I capitoli non superano i 15-20 paragrafi, e pongono all’attenzione del lettore questioni emergenziali. Nel capitolo 5 emergono sinteticamente le ‘10 cose da cambiare subito’, tra cui citiamo: «Abbandonare la cultura del ‘fino a che non si guasta…’; attuare una politica manutentiva; stabilire un budget manutentivo; utilizzare la scheda macchinario».
Il capitolo 7 sintetizza le tre caratteristiche (tutt’altro che scontate) fondamentali di un gruppo elettrogeno: regolazione meccanica o elettronica, rumorosità e autonomia che, scritto a chiare lettere, non può essere inferiore alle sei ore di funzionamento continue al 75 percento del carico.
Andrea Orefice. Non è tutto scontato come potrebbe sembrare
Affrontando lo spinoso argomento della manutenzione Orefice continua a far emergere pratiche che ad alcuni possono sembrare scontate, ma nella prassi si rivelano evanescenti, quindi evitate, con tutte le conseguenze del caso. Osserva Orefice: «Considera inoltre che il gruppo elettrogeno, se di emergenza ad avviamento automatico, è sicuramente dotato di un preriscaldo dell’acqua e dell’olio motore, di conseguenza i lubrificanti sono soggetti a variazioni termiche anche quando il gruppo elettrogeno è spento». A buon intenditore…
DATA SERVICE COME IL BRENT? URGE DUNQUE ASSISTENZA
Come intervenire in caso di avaria del generatore? Un breve vademecum a questa angosciosa prospettiva si trova nel capitolo 14. Sfogliando il capitolo successivo ci si imbatte in un quesito apparentemente di stampo filosofico: «La disperata ricerca di continuità». Come funziona il backup? Affidandosi a gruppi statici di continuità del tipo ‘online a doppia conversione’, provvisto di linea input di riserva. Ups, insomma, pensaci tu, ma perché questo avvenga devono essere rispettate determinate condizioni, talvolta ignorate.
A seguire altre pillole informative su costi di gestione e sul posizionamento del generatore.
Chiude “Ci sarà un blackout in hotel” la trascrizione del D.M. 13 Luglio 2011, che disciplina la regola tecnica di prevenzione incendi per la installazione di gruppi elettrogeni.