Cib: il biometano è cosa viva! Prendi le biomasse, spremici fuori il metano, portalo alla liquefazione e otterrai il bio-Gnl. Se si mettono l’uno in fila all’altro 50 camion del gruppo Maganetti, con la consapevolezza che faranno il pieno proprio con quel combustibile, vi sarete fatti una rappresentazione tangibile della portata di questa notizia. Non sorprende che anche l’ennesimo attore coinvolto sia piemontese. La cooperativa agricola Speranza è infatti targata Piemonte, come Iveco, Fpt IndustrialVanzetti Engineering. Un’intera filiera a ridosso delle Alpi. Apprendiamo i dettagli dell’operazione dal comunicato stampa del Cib, il Consorzio italiano biogas.

Cib: il biometano

Cib: il biometano diventa bio-Gnl

La svolta è arrivata grazie al ruolo fondamentale dell’agricoltura: parte il primo impianto italiano di produzione di biometano liquefatto e anidride carbonica prodotti con il recupero di effluenti zootecnici e sottoprodotti agricoli. Protagonista di questa importante iniziativa è Cooperativa Agricola Speranza, realtà piemontese pluripremiata sia a livello nazionale che europeo per la forte attenzione verso l’ambiente. La Cooperativa, già nota per il suo percorso circolare a servizio del territorio che permette di riscaldare l’Istituto di Ricerca sul Cancro di Candiolo, grazie al calore del biogas con un risparmio annuo di 200mila euro per l’ospedale, ha effettuato ieri il primo carico di biometano liquefatto su cisterna criogenica che oggi ha rifornito la stazione di servizio di Gera Lario della Maganetti SpA, storica azienda Valtellinese di trasporti. Il ciclo virtuoso di Cooperativa Speranza è spinto ancora più avanti grazie al processo di recupero della CO2 dal processo di purificazione del biogas per produrre biometano. La CO2 biogenica sarà venduta a una azienda del territorio che si occupa di gas tecnici e a una ditta locale che imbottiglia acque minerali. Attualmente, invece, la CO2 si estrae ancora da pozzi sotterranei e viene importata dalla Germania.Da oggi, dunque, i 50 mezzi pesanti del gruppo Maganetti saranno alimentati con il biocarburante avanzato più sostenibile, dal punto di vista ambientale, oggi disponibile sul mercato, azzerando le emissioni di CO2 e riducendo drasticamente gli inquinanti locali (-70% NOx e -99% polveri sottili) rispetto ai mezzi alimentati a diesel.

Cib: il biometano

La parola ai protagonisti

Carlo Vanzetti, di Cooperativa Speranza dichiara – «Il nostro impianto di produzione di biometano, da 2.000 tonnellate all’anno e quello di recupero della CO2, da 4.000 tonnellate all’anno, rappresentano due nuovi passi importanti nel percorso di transizione energetica e di forte impegno della nostra azienda a tutela dell’ambiente, in linea con gli obiettivi del Green Deal».

Secondo Matteo Lorenzo De Campo, Amministratore Delegato della Maganetti Spedizioni SpA, azienda socia CIB, Presidente FAI Conftrasporto Sondrio e Vicepresidente Confcommercio Sondrio –  «La produzione di bio-GNL rappresenta un ulteriore tassello verso una reale economia circolare, permettendo una riduzione della distanza percorsa dal carburante, (oggi importato dai terminal di Barcellona o Marsiglia), una maggiore indipendenza dalle fonti di gas esterne al Paese e un abbattimento quasi totale delle emissioni di CO2 e di particolato».

Piero Gattoni, Presidente del CIB – Consorzio Italiano Biogas, di cui la Cooperativa Speranza è un socio storico, sottolinea – «Il processo virtuoso innescato da un’azienda agricola, come Cooperativa Speranza che riesce ad essere competitiva grazie a una pluralità di mercati di sbocco – bio-GNL, CO2 e prodotti agricoli di qualità – con grande attenzione alla tutela dell’ambiente, corrisponde alla nostra visione per l’immediato futuro, quello che abbiamo immaginato con Farming for Future, 10 azioni per coltivare il futuro, una roadmap che al 2030 potrebbe portare a una riduzione delle emissioni del 30% grazie alla produzione di 6,5 miliardi di m3 di biometano. L’agricoltura italiana dimostra con questo esempio concreto di poter dare il proprio contributo per il contrasto al cambiamento climatico, continuando a produrre eccellenze alimentari e favorendo lo sviluppo della bioeconomia nei territori. Auspichiamo che anche gli indirizzi politici contribuiscano a promuovere questi percorsi e al tempo stesso rimuovere le barriere regolatorie che ancora oggi frenano lo sviluppo del settore».”

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