Assaliti da una botta di nostalgia, vi proponiamo una riedizione del ‘c’eravamo tanto amati’ che ha fatto la fortuna di tanti rotocalchi. La proverbiale canna da mille e le macchine operatrici, soprattutto i trattori, 4 e 6 cilindri, centimetri cubici ‘quanto basta’ per orchestrare con pompe rotative, pompe in linea e iniettori pompa, anche con le precamere, ovviamente.

Ha senso un confronto motoristico con la canna da un litro?

Ma cosa è rimasto nella disponibilità dei motoristi? Poco, lo sappiamo. Deutz prosegue con l’architettura sia a 4 che a 6 cilindri in linea, unità che animano gli sbalzi anteriori firmati Sdf, sui trattori di Same, Deutz-Fahr e Lamborghini, insieme peraltro ai Farmotion della stessa Same (eredi della leggendaria 1000, intesa come serie motoristica della Società accomandita motori endotermici, non come cilindrata unitaria). Non si può nemmeno ragionare in termini di solidità, affidabilità, robustezza e degli altri parametri che hanno costituito l’armamentario di difesa dei meccanici dalla massiccia offensiva dei motori elettronici, a partire dal IIIB. Common rail, sovralimentazione (generalmente waste gate) e post-trattamento sono patrimonio comune anche dei residui di un’epoca che non c’è più, quella cioè delle cubature maggiorate, possibilmente in linea e a 6 cilindri. Certo, la canna da 850 – 900 cc ha segnato un solco che sarà difficile aggirare, concilia l’elettronica e regala spazi tremendamente necessari per le masse radianti e per la ‘voluminosa’ dote dello Stage V: catalizzatore, filtro anti particolato e sistemi per l’urea tecnica.

CONFRONTO 6-7 LITRI

Senza considerare altri ammennicoli comparsi sotto i cofani agricoli, rintracciabili fino a qualche anno solamente sulle macchine stradali. La rincorsa al downsizing certamente penalizza soprattutto i dispari, ma per sfatare, almeno parzialmente, questo tabu coevo, daremo la parola a chi queste cilindrate le digerisce benissimo. Anzi… Ai due estremi del confronto il cervo, rigorosamente captive, che si ferma a 55 chilowatt e potrebbe trarre beneficio dalla collaborazione di John Deere con Deutz, che dovrebbe essere focalizzata, in base a quanto si mormora, su un super-compatto, forse da 2,8 litri. Dall’altro lato Deutz guarda tutti dall’alto, con il 4 litri in grado di erogare 120 chilowatt e 700 Newtonmetro. Concentriamoci dunque sugli altri due e cominciamo dal più ingombrante, cioè il tre con canna da 1,1 litri di Agco Power, che ha in pancia diverse sorprese, ma che allo stato attuale dispone dell’HD33, capace di spingersi a 85 chilowatt a 2.100 giri e 475 Newtonmetro a 1.500, grazie anche al lavoro della corsa lunga. Ecco cosa si racconta del suo abbinamento con una livrea blasonata come quella di Fendt, per la precisione il Fendt 211.     

Rispunta Agco Power

Il DynamicPerformance porta i chilowatt a 91 quando rileva assorbimenti aggiuntivi dai componenti attivi che consumano potenza, come la presa di forza, l’impianto idraulico, le ventole o il sistema di condizionamento. Il surplus di dieci cavalli, forniti automaticamente tramite un comando intelligente, è sempre disponibile, anche col trattore in sosta, il lavoro o i trasferimenti a bassa velocità. Rispetto alla precedente versione, l’Agco Power Stage V adotta punterie idrauliche esenti da manutenzione (e più silenziose) e fa a meno dell’Egr affidandosi al sistema Scr con catalizzatore d’ossidazione Doc e Dpf, che non richiede alcuna iniezione di carburante durante la rigenerazione. Tutto raccolto in un compatto modulo esterno che non pregiudica la visibilità. Peso ridotto (4.280 chili a vuoto), dimensioni compatte (passo di 2.370 millimetri), estrema manovrabilità (10.600 millimetri il diametro di sterzo) si sposano alla perfezione con una struttura robusta e affidabile che consente di alzare al massimo il livello delle prestazioni del Fendt 211 Vario. La trasmissione Vario ML 75 è la stessa della serie 300 che supera i 103 chilowatt, il peso totale massimo ammissibile è di 7.500 chili, e i due sollevatori posteriore e anteriore hanno capacità massima rispettivamente di 4.200 e 2.540 chili. Dunque non ci sono dubbi sulle potenzialità della macchina. Potenzialità che sono amplificate in ottica smart farming dal pacchetto Profi+ per l’uso di attrezzi compatibili con ISOBUS e sistema di guida parallela. La ventola Visiotronic a comando digitale che assicura un accurato raffreddamento adattandosi alle reali esigenze in maniera silenziosa e con bassi consumi di carburante. La trasmissione Vario, gestibile tramite pedale o con la leva multifunzione, permette spostamenti tra 20 m/h fino a 40 km/h (che si raggiungono ad appena 1.550 giri al minuto), con due Tempomat, cioè due velocità memorizzabili e selezionarle in qualsiasi momento. L’impianto idraulico è composto da una pompa di controllo Load Sensing da 71 litri più una pompa a portata fissa da 33 per una portata complessiva di 104 litri/minuto. Quattro sono i distributori elettronici posteriori, con flusso e tempo regolabili facilmente dal terminale di bordo. 

confronto canna litro

A bordo dell’Explorer

Facciamo ora un’incursione tra i rinnovati Same Explorer, che dal 1983 tinteggiano di arancione i campi della bassa padana e non solo. La fascia di potenza, compresa tra 70 e 93 chilowatt, e l’integrazione tra Farmotion e le trasmissione, espressamente concepiti e realizzati dalla casa madre per questa fascia di potenza, consentono agli Explorer di raggiungere brillantemente gli obiettivi. I Farmotion 35 e 45 sono disponibili, come noto, a 3 e a 4 cilindri, per esaltare rispettivamente le doti di maneggevolezza o di propensione al tiro pesante. Tutti conformi ai limiti di emissione previsti dallo Stage V, sono dimensionati per favorire la visibilità dal posto di guida e un elevato angolo di sterzata. Sulla carta d’identità l’impianto di iniezione common rail Bosch a 2.000 bar di esercizio, una ventola viscostatica e il filtro dell’aria PowerCore.

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