Confronto da 6 a 7 litri. Avanti a forza 6
Confronto da 6 a 7 cilindri, una questione per esacilindrici. Cosa rimane della canna da litro? Poco, lo sappiamo, all’interno di un recinto dove la cilindrata unitaria si dilata. Per dimostrarvelo stiamo frazionando gli over 129 chilowatt di litro in litro. ! questo confronto ne seguiranno altri, da 7 a 8 e da 8 a […]
Confronto da 6 a 7 cilindri, una questione per esacilindrici. Cosa rimane della canna da litro? Poco, lo sappiamo, all’interno di un recinto dove la cilindrata unitaria si dilata. Per dimostrarvelo stiamo frazionando gli over 129 chilowatt di litro in litro. ! questo confronto ne seguiranno altri, da 7 a 8 e da 8 a 9 litri. Pubblichiamo l’incipit dell’articolo apparso a pagina 22 di DIESEL di Ottobre. Il resto lo trovate su questo PDF.
Confronto da 6 a 7 litri
Il 2020 rimarrà perennemente associato ai puntini di sospensione. Cerniera tra passato termico e meccanico e futuro decarbonizzato, traguardo finale di alcuni target ambientali di inizio millennio, è invece stato congelato dalle conseguenze della pandemia. Tra queste, vale la pena di citare la proroga del periodo transitorio, posticipando le scadenze del 30 giugno e del 31 dicembre 2020 per la produzione e l’immissione sul mercato di macchine mobili non stradali (Nrmm) equipaggiate da motori inferiori a 56 chilowatt e superiori o equivalenti a 130 chilowatt. Il provvedimento riguarda alcune categorie di motori da installare sulle cosiddette Nrmm (altrimenti definite, in modo più o meno approssimativo, applicazioni industriali o off-road). Il voto dello scorso 10 luglio ha aperto la strada la strada per la pubblicazione finale nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea della versione modificata del regolamento (UE) 2016/1628.
Pronti per l’ibridazione?
Il punto, però, è un altro. I ‘puntini di sospensione’ investono anche l’identità stessa di alcune fasce di potenza, ancora non insidiate dall’imperativo della decarbonizzazione, ma alla ricerca di una alternativa: gassificarsi, riconvertirsi a motogeneratore di un pacchetto ibrido o insistere nella ottimizzazione della combustione in camera, confermando fedeltà al ciclo diesel? I diesel a sei cilindri, a cavallo tra 6 e 7 litri, corrono il rischio di diventare terra di frontiera e di conquista, anche se non è chiaro da parte di chi. Forse le bobine di alimentazione soppianteranno il common rail? Dal novembre del 2019 si candida a questo ruolo ‘fratricida’ il Nef. L’N67 si è infatti mostrato all’Agritechnica in abito NG, che sta per ‘natural gas’, in grado di sprigionare 180 chilowatt di potenza a 1.800 giri e 1.035 Newtonmetro a 1.500 giri, con iniezione multipoint, catalizzatore a tre vie e waste gate. Per il momento, non c’è altro da segnalare, nemmeno sul fronte diesel-elettrico, dove le attenzioni degli operatori si stanno concentrando sotto la fascia dei 100 chilowatt (quella dei compatti, per intenderci, nel range tra 1,5 e 3,8 litri).
Siamo tutti Stage V!
Passando in rassegna la rosa, non si registrano grossi sussulti rispetto all’ultima panoramica, risalente a circa un anno e mezzo fa. L’allineamento allo Stage V è cosa fatta, la canna da litro è stata consegnata agli archivi museali, con l’eccezione rilevante di Deutz. Per tutti i costruttori, compresa Colonia, si registra comunque un gran movimento, sopra e sotto la fascia in oggetto. Kubota e Deutz hanno compresso potenza nell’insolita cilindrata da 5 litri, finora dominio di Mtu (dal IIIB) e Volvo Penta. Yanmar si è posizionata a 4,6 litri, con tanta grinta in corpo (155 kW e 805 Newtonmetro). Sopra i 7 litri, nello scaglione che si spinge fino a 7,8, ci sono in tanti: da Mtu a Volvo, dalla stessa Deutz a Isuzu (ne parleremo a breve).