Il 16V170 G si candida a un posto al sole nella fascia di potenza intorno ai 2.200 kVA, che Ctm presidia con autorevolezza. La Compagnia tecnica motori è operativa dal 1957 in quella cintura milanese che fa da corollario manifatturiero alla locomotiva finanziaria della ‘City‘, alimentata da Piazza Affari e dalla filiera dei servizi. Le tappe sono diventate otto, il risiko di Isotta Fraschini Motori è quasi completo, in attesa del rush finale. Sono 25mila i metri quadri attrezzati della Ctm, per assecondare la sua missione: produrre energia, ovunque e comunque. La stessa missione di Isotta Fraschini.  

Ctm e il 16V170 G. Tarature in sintonia

Quello di Angelo Borlini è un nome che non passa inosservato, per chiunque si occupi di generazione di potenza. A Cesano Boscone è l’intelligenza ingegneristica della Compagnia Tecnica Motori. Il job title recita ‘Techical sales senior manager’. Nei suoi trascorsi compare Isotta Fraschini. Ci racconta, infatti: «Approdai nell’80 e rappresentai la figura che veniva dal privato, mentre l’azienda si rivolgeva a clienti istituzionali. Abbiamo guadagnato grandi fette di mercato, sia industriale che marino, con un’acquisizione di esperienza che non è facile che capiti ripetutamente». 

In Ctm ho trovato tutti i mezzi per osare progetti innovativi. Dal canto suo, Isotta Fraschini è stata una fucina di esperienze non ripetibile.

Angelo Borlini

Dire Maffi è come dire Ctm

Giovanni Maffi è l’amministratore delegato della Compagnia tecnica motori, fondata dal padre Stefano. Ricorda quindi la «storia di distribuzione di motori industriali e marini» dell’azienda che «è diventata un importante costruttore di gruppi elettrogeni e macchine complesse, presente sul mercato con varie motorizzazioni. Siamo potenzialmente interessati ai motori Isotta Fraschini, che in passato abbiamo impiegato». Maffi prosegue puntualizzando che «il mercato oggi è fatto anche di sistemi a batteria. Io ritengo però che ancora per tanto tempo sentiremo il suono dei motori industriali, sia diesel che gas metano». 

Ipse dixit. Fincantieri è qui

E lo è nell’interpretazione di Alessandro Rogora, Head of process engineering di Fincantieri. Rogora ha affermato «Isotta Fraschini rappresenta un marchio storico in Italia. Fincantieri vuole continuare ad investire su questa realtà per proseguirne la tradizione ma, soprattutto, per cambiare passo e guardare al futuro. Il focus di Fincantieri su Isotta Fraschini è il termine ‘energia’, quindi produzione di energia possibilmente anche da combustibili alternativi». 

A proposito di energia, vi riveliamo che il 16V170 G non resterà solo. Nei progetti di Isotta Fraschini Motori c’è un motore con ancora più cilindri e cilindrata del 67 litri, necessari a produrre energia a sufficienza, anche per le automobili alla disperata ricerca di colonnine di ricarica.

Il marchio Isotta Fraschini è considerato storico. Dal 1904 l’azienda produce motori per varie applicazioni: marine, per l’aviazione e per il mercato automobilistico, che nel 1920 ha reso il brand e l’azienda conosciuta e ammirata in tutto il mondo per le sue auto di lusso. La sede attuale è sito produttivo dal 1964. La produzione è mutata negli anni: diverse applicazioni in momenti storici diversi, ma sempre con gli stessi obiettivi: la qualità e l’affidabilità del prodotto.

Fincantieri è uno dei principali complessi cantieristici al mondo, l’unico attivo in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia. È leader nella realizzazione e trasformazione di unità da crociera, militari e offshore nei comparti oil & gas ed eolico, oltre che nella produzione di sistemi e componenti, nell’offerta di servizi post vendita e nelle soluzioni di arredamento navale. Grazie alle capacità sviluppate nella gestione di progetti complessi il Gruppo vanta referenze di eccellenza nelle infrastrutture, ed è operatore di riferimento nel digitale e nella cybersecurity, nell’elettronica e sistemistica avanzata. Con oltre 230 anni di storia e più di 7.000 navi costruite, Fincantieri mantiene il proprio know-how e i centri direzionali in Italia, dove impiega 10.000 dipendenti e attiva circa 90.000 posti di lavoro, che raddoppiano su scala mondiale in virtù di una rete produttiva di 18 stabilimenti in quattro continenti e oltre 20.000 lavoratori diretti.

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