Intervista con Steven Nendick, Cummins, ad Agritechnica 2019. La scorsa settimana abbiamo pubblicato la prima parte dell’intervista registrata con il Responsabile Marketing e Comunicazione di Cummins ad Hannover alla fine dello scorso anno. La seconda parte inizia parlando di mercati. In seguito ci sarà spazio anche per prodotti e ibridazione.

Cummins ad Agritechnica

È davvero l’Europa il primo mercato per Cummins o il target è la Cina?

Questi motori saranno prodotti nel Regno Unito per l’Europa, ma possiamo farlo anche negli Stati Uniti, in Brasile, in Cina o in India. Gli OEM globali sono alla ricerca di un design coerente in tutto il mondo. Le strutture dei nostri motori possono essere realizzate a livello globale. Cummins, infatti, è in grado di fornire il motore con un design unico, ma anche di intervenire per eventuali personalizzazioni richieste a livello locale. La Cina, comunque, continua a rappresentare una grande opportunità di crescita, sia nel movimento terra che nel settore agricolo.

I 4 CILINDRI CUMMINS PER L’AGRICOLO

E il 6,7 litri?

In ambito agricolo, un progetto per un nuovo modello è più lungo, a livello temporale, rispetto ad altri settori. Occorrono 3 o 4 anni rispetto al movimento terra, che è di circa 2 anni. È una bella sfida per un’azienda investire con una mentalità a lungo termine, ma abbiamo una forte sensibilità per le soluzioni che offriamo e la consideriamo un’opportunità di crescita.

Cummins ai motori agricoli
Lo stand Cummins all’ultima Agritechnica

Il 3,8 top rating è troppo per le reali esigenze degli utenti finali nell’AG?

Penso che gli agricoltori chiedono ‘che il trattore faccia di più’. La nostra campagna Stage V si è concentrata sul concetto di ‘more with less’: abbiamo reso i motori più leggeri e più piccoli e aumentato la potenza. In diversi mercati, vediamo la necessità di aumentare la capacità delle macchine senza necessariamente aumentare le dimensioni del prodotto, passando a motori più grandi o pagando di più. In passato, l’ossessione era per la cilindrata, ma ora è possibile ottenere più potenza in un pacchetto più piccolo. I clienti si fidano di noi per ottenere un’opzione di ridimensionamento.

LA PERFORMANCE SERIES DI CUMMINS

L’F3.8 potrebbe essere un asso nella manica in tema di ibridazione…

Il nostro F3.8 funzionerebbe bene come parte di un ibrido, sostituendo i motori di cilindrata maggiore, come abbiamo dimostrato nel nostro concetto di Hpp. Con il full electric e l’ibrido, la sfida è quella di sviluppare la tecnologia al giusto costo senza alcun impatto sulla capacità.

La questione è: quanto tempo ci vorrà perché il risparmio sui costi di gestione copra l’investimento aggiuntivo necessario? Serve anche un robusto sistema di gestione elettronica, che massimizzi la capacità di trasmissione e riduca al minimo il consumo di carburante e le emissioni.

Cummins ha lavorato con molti sistemi ibridi nell’uso su strada, ma la maggior parte di questi sistemi è stata sostenuta da fondi governativi. Dobbiamo capire, come industria, come facilitare l’ibrido in modo efficiente in termini di costi.

Penso che ci siano alcuni vantaggi nel cosiddetto mild hybrid in agricoltura. Questo potrebbe dare la possibilità di far funzionare le macchine agricole elettricamente piuttosto che idraulicamente o sfruttando la potenza dal motore.

Steven Nendick, responsabile Marketing e Comunicazione di Cummins

E l’idrogeno?

Cummins ha appena acquisito una società canadese chiamata Hydrogenics, che consideriamo una soluzione davvero orientata al futuro. Stiamo acquisendo il know-how e saremo presto pronti a realizzare applicazioni concrete.

C’è molta pressione, da parte delle lobby ambientaliste, per sviluppare soluzioni di energia alternativa come queste. La tendenza è quella di saltare soluzioni che potrebbero essere solo temporanee. Quello che dobbiamo fare è guardare al lungo termine e trovare le migliori soluzioni dal punto di vista energetico per il pianeta.

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