Cummins sull’ottovolante Covid: -16% nel 2020, ripresa attesa nel 2021. Le parole di Eric Neal, responsabile Off-Highway
Dopo il rallentamento registrato in un anno difficile come il 2020, Cummins si attende una risalita dell'8-12% nel 2021, a patto di risolvere i problemi nel reperimento di materie prime e componenti. Intanto, ufficiale lo stop alle fiere per tutto l'anno
Nel corso di una conferenza stampa rigorosamente digitale Eric Neal, Executive Director per il settore Off-Highway di Cummins, ha delineato il momento che il colosso americano ha vissuto, e sta vivendo, confrontandosi con i giornalisti specializzati da tutto il mondo su strategie e scenari. Partiamo dalle crude cifre: l’analisi del settore Off-Highway di Cummins nell’anno di grazia 2020 lascia poco spazio all’immaginazione, con un -16 percento rispetto al 2019 dovuto principalmente alla paralisi del mercato in seguito allo scoppio della pandemia. Particolare non di poco conto: l’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso ha fatto segnare un incoraggiante +5 percento rispetto al trimestre precedente. Segno di una ripresa in atto evidente, sempre secondo Neil, anche il trend degli ordinativi in arrivo.
Cummins e l’Off-Highway. Gli scossoni alla supply chain
E se India e Cina (soprattutto) sono i mercati che stanno trainando la ripresa, oggi Cummins – come tanti altri costruttori – si trova a fare i conti con una grande incertezza nella fornitura di componenti chiave della catena del valore. Una supply chain, insomma, messa a dura prova dal Covid e che rappresenta, secondo Eric Neal «il principale punto interrogativo in vista della ripresa. Oggi assistiamo a cambiamenti, in positivo o in negativo, praticamente ogni giorno, e diventa complicato pianificare e organizzare la produzione per soddisfare le richieste dei clienti».
Non a caso, abbiamo chiesto all’Executive Director Off-Highway di Cummins se quello che sta succedendo non possa rivelarsi perfino un’opportunità per ripensare proprio la supply chain, rendendola magari più ‘local’ e quindi meno soggetta a imprevisti. La risposta è stata possibilista, sebbene Neil abbia sottolineato come, oggi, proprio le aziende più strutturate, e quindi con catene di fornitura spesso più allargate e globali, stiano dimostrando di avere le spalle sufficientemente larghe per resistere agli scossoni.
Fiere di settore, bye bye al 2022
Uno scenario complessivo di grande incertezza, dunque, che secondo il manager di Cummins proseguirà anche nei prossimi mesi, caratterizzati dalla prosecuzione dello smart working («la sicurezza dei nostri dipendenti e collaboratori, specialmente in area manufacturing è stata e continua a essere una priorità assoluta per noi») e dalla riduzione al minimo degli spostamenti non necessari.
A questo si lega l’ufficialità della rinuncia, da parte di Cummins, a partecipare a tutte le fiere di settore previste nel 2021. Un’assenza che si aggiunge ad altre altrettanto celebri e note. «L’appuntamento che diamo a tutti è per Bauma 2022 a Monaco», ha detto Steven Nendick, Marketing Manager Off-Highway di Cummins, a cui abbiamo chiesto quanto sia stata inevitabile e dolorosa la rinuncia. «L’evoluzione della pandemia non ci ha lasciato altra scelta – ha commentato – ma siamo fiduciosi di poter riprendere in condizioni di maggiore sicurezza il prossimo anno». Aumenta, dunque, l’incertezza per le due principali fiere agricole tuttora previste per la seconda parte di quest’anno, Eima e Agritechnica.
La crescita attesa nel 2021 tra l’8 e il 12%
Ma cosa potrebbe succedere quest’anno, in termini di volumi e di fatturato? L’idea espressa da Cummins per l’Off-Highway è chiara: ci si aspetta una ripresa nell’ordine dell’8-12 percento rispetto a quanto realizzato nel 2020. «Quello che vediamo in quest’ultimo periodo in termini di ripresa della domanda ci conforta. Speriamo di risolvere i problemi e i rallentamenti nella fornitura dei componenti», ha spiegato Eric Neal, identificando al tempo stesso i principali trend destinati a guidare l’azione di Cummins nel futuro più prossimo. «Gli avanzamenti nell’ambito della riduzione delle emissioni e la spinta al downsizing che non sembra esaurirsi, ma anche la razionalizzazione del mercato, legata a una serie di fusioni e acquisizioni. E, infine, lo sviluppo e l’implementazione della digitalizzazione legata a prodotti come i nostri».