Deutz TCD 16 e il confronto “sbagliato”
Il Deutz TCD 16 per applicazioni mobili industriali arriva a 520 chilowatt, non 480 kW come erroneamente riportato nel confronto uscito a pagina 20 di POWERTRAIN Giugno
Tessere le fila di un confronto non è banale, si rischia facilmente di perdere pezzi per strada, come è avvenuto col Deutz TCD 16 nel confronto pubblicato a pagina 20 del numero di giugno di POWERTRAIN (la foto è quella che appare nella suddetta comparativa tra motori industriali di 15-16 litri).
Perché il Deutz TCD 16 arriva a 520 chilowatt, non 480…
E questo è lo scivolone, la potenza massima. Riportiamo l’osservazione di Deutz Italia. «Per il motore Deutz TCD 16.0 V8 esiste (per la fase V, ma era già disponibile per la fase IV ed anche nella IIIB) una taratura a 520 kW “intermittenti” (disponibili, a seconda della curva prescelta, a 1.900, 2.000 oppure 2.100 giri/min). Quindi non è vero, come indicato nella Vs. tabella, che la taratura massima arriva a 480 kW». Senza entrare nel dettaglio delle curve specifiche, delle quali vi renderemo edotti nelle prossime uscite della rivista (verosimilmente sul numero pre Eima International), con questo scatto in avanti Deutz si riscatta dall’ultima posizione nella griglia del confronto, parlando di potenza, e scavalca due concorrenti e si posiziona a ridosso di altri due. Anche la coppia guadagna una novantina di Newtonmetro.
A Colonia hanno appena spento 160 candeline
In attesa di rivederci (anzi, rileggerci) sulle pagine dei prossimi numeri di POWERTRAIN, cogliamo l’occasione per rinverdire i fasti di Deutz. Riportiamo una esternazione illuminante del Ceo Sebastian C. Schulte, in occasione delle celebrazioni per una ricorrenza che pochi possono vantare: 160 anni di attività nel mondo della propulsione per applicazioni mobili, stazionarie e marine. Dice Schulte: «Il motore a combustione interna è il cuore dell’industria tedesca. Più di 600.000 persone lavorano nel settore dei motori e il loro sostentamento dipende direttamente o indirettamente dal suo futuro. L’esempio dell’industria solare tedesca dimostra che una volta che qualcosa se ne va, non ritorna più. E nel prossimo futuro, almeno nel settore dei veicoli commerciali, non potremo fare a meno della tecnologia dei motori a combustione».