Deutz e il gas naturale, è cosa fatta! Il primo motore Deutz alimentato a gas naturale, concepito espressamente per equipaggiare trattori, è stato svelato il 21 e il 22 giugno all’Organic Field Days show. Ci troviamo a Frankenhausen, nel Land dell’Assia, all’interno di un’azienda agricola di proprietà dell’Università di Kassel; da un quarto di secolo questa struttura è focalizzata sul biologico. E qui la faccenda si fa interessante, perché il progetto definisce una triangolazione tra soggetti pubblico-privati: Deutz, l’Università di Rostock e l’Istituto Thünen, un ente governativo per la salvaguardia delle risorse naturali

Deutz Tcd3.6

Noi ve l’avevamo detto…” è una frase antipatica, ma per quanto riguarda il rapporto tra Deutz e il gas naturale corrisponde a verità. In principio ci fu l’intervista a Manlio Mattei, R&D Powertrain Manager di SDF Group, pubblicata sul numero di dicembre del 2016: «C’è sicuramente interesse per il gas metano. Stiamo collaborando con Deutz Ag e con un’Università tedesca». Si cambia anno, si gira pagina, e su Gennaio – Febbraio del 2017 è la volta di Michael Wellenzohn, Executive Vice President e Chief Sales Officer di Deutz: «Sin dal 2012 Deutz collabora con l’Università di Rostock per promuovere un progetto di ricerca su un motore a gas. Gli ingegneri Deutz e l’Institute of Piston Machines and Internal Combustion Engines dell’Università hanno trasformato un motore diesel 3.6 Tcd in un motore a quattro tempi alimentato a gas per poi installarlo su un trattore. Il motore ha fornito la stessa erogazione di potenza della versione diesel, ma con livelli di emissioni inquinanti e CO2 inferiori. Riteniamo che la strategia Power-to-Gas (PtG) sia quella con il maggiore potenziale a lungo termine nell’ottica di una riduzione globale dei gas serra. Ciò consentirà di coniugare i vantaggi di un motore a gas efficiente e ad alto rendimento con la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il biogas lavorato e immesso nella rete gas potrebbe dare inoltre un ulteriore contributo positivo nella riduzione dell’impatto ambientale dei motori».

A finire sotto il bisturi è stato il best seller di Deutz, il Tcd 3.6, il quadricilindrico che oserà a 105 chilowatt in Stage V e attualmente siede sul trono del confronto tra pari taglia, con 100 chilowatt e 500 Newtonmetro.  Ovviamente i ‘chirurghi’ hanno per prima cosa asportato il rail e gli iniettori, sostituendoli con le opportune bobine per l’ignizione del gas. Anche i cilindri e i pistoni sono stati sottoposti alle cure del caso. Il trattore è reduce da 500 ore di lavoro all’Istituto Thünen a Trenthorst.

 

Dal gpl al gas metano

Il 3,6 rappresenta l’architrave di Deutz, sia dal punto di vista commerciale che come flagship istituzionale di Colonia. Al Bauma dell’anno scorso sono stati annunciati il 2,2 di cilindrata e la sua futura conversione a gpl, in compagnia del 2,9 e, probabilmente, nel prossimo futuro, dello stesso 3,6 litri. Ci ha infatti spiegato Roberto Brivio, Ad di Iml Motori: «In questo momento il 2.2 e il 2.9 a gpl sono stati sviluppati per un carrello Linde/Kion. L’obiettivo Deutz è ottimizzare la messa a punto per il gpl e poi adeguarli ad altri combustibili, come il cng, in termini di equipaggiamento».

Il passaggio successivo non poteva quindi che essere il citato gas naturale, che si presta al consumo autarchico da parte degli agricoltori virtuosi, ovviamente in prospettiva biogas, e a miscele con l’idrogeno, altra panacea inseguita ed evocata in ogni dove. Con questa operazione la diade Deutz – Sdf lancia il guanto della sfida a Fpt Industrial – New Holland, pionieri nella valorizzazione del gas metano nelle applicazioni stradali, in prima istanza, e, successivamente, in quelle off-road.

Secondo i dati di Deutz, dell’Istituto Thünen e di Same Deutz-Fahr, che ha ‘messo in campo’ il trattore della svolta, il risparmio di CO2 ammonta al 24 per cento.

Avanti dunque con i combustibili alternativi, nella convinzione, perorata da DIESEL, che il prossimo decennio declinerà sempre più l’endoetermico nelle modalità del gas metano.

 

 

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