International Electricity Expo, alias DPE 2024, buona la terza! Dopo l’“edizione 0” del 2019 e il successo del 2023, dal 28 febbraio al 1° marzo alla Fiera di Rimini andrà in scena il terzo episodio di una saga destinata a riverberare la generazione di potenza nel bacino del Mediterraneo e nel continente europeo. Si annuncia un’edizione strutturata e sinottica, in ragione dell’allargamento all’ecosistema dell’infrastruttura elettrica. Nell’edizione 2024 DPE cambia il proprio payoff in International Electricity Expo

Christian Previati, Exhibition manager di Italian Exhibition Group, interpellato da noi, arriva subito al punto. «Viviamo un momento che richiede maggiore integrazione di reti e tecnologie. Non ha senso limitarsi al focus delle rinnovabili, se non ci si occupa di dare un riscontro sulle tecnologie necessarie per la distribuzione, trasporto e gestione dell’energia. C’è un modello di rete che cambia, dove i consumatori sono anche produttori, e una diversa programmabilità delle fonti energetiche. L’apparato tecnologico deve adeguarsi a queste nuove esigenze».

Insomma, DPE 2024 sarà l’apoteosi di integrazione ed efficienza?

«Sì, partendo dal presupposto che il MegaWatt più sostenibile è quello non consumato. Significa che è stato applicato un corretto efficientamento. DPE si occupa di valorizzare una filiera importantissima, all’interno della quale l’Italia rivendica il ruolo di leader, dal punto di vista tecnologico, non quello di inseguitrice. Mi riferisco a quelle tecnologie che accompagnano l’energia, da dove viene prodotta a dove è consumata. In mezzo c’è un’architettura che l’utente non percepisce: dalle cabine di trasformazione, alle sottocentrali elettriche, ai sistemi di controllo, stoccaggio, rifasamento. Il tema del gruppo elettrogeno si inserisce in un contesto decisamente più ampio. Queste tecnologie devono dialogare tra loro e fornire la migliore risposta possibile alla rete, cioè la più efficiente e sostenibile. DPE si candida a diventare la fiera che racconta questo processo. Le due manifestazioni, KEY e DPE, interagiscono e beneficiano reciprocamente delle integrazioni tra i due mondi, segnando comunque un confine preciso del proprio perimetro, perché ognuno si possa riconoscere nel suo settore».

Come si evolverà la platea di DPE?

«DPE ha una vocazione internazionale che si inserisce nel trend della continentalizzazione degli eventi fieristici. Gli indicatori del sistema fieristico ci raccontano un’evoluzione su base continentale. Ci candidiamo a interpretare questo ruolo puntando su un pubblico profilato, che ha bisogno di confrontarsi dal punto di vista tecnico e scientifico. La fiera si rivolge all’installatore 2.0, quello incaricato di realizzare impianti di grandi dimensioni». 

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