Ets. C’è vita, dopo il lockdown
I provvedimenti restrittivi innescati dalla pandemia hanno coinvolto tutti gli attori della filiera, senza risparmiare nessuno. Non poteva fare eccezione Ets, distributore dei motori Man per applicazioni stazionarie e mobili. La coda del lockdown si è ‘impastata’ con altre vicende parallele: dalla ristrutturazione della sede, condivisa da Ets e da Tessari, alla digestione della cancellazione […]
I provvedimenti restrittivi innescati dalla pandemia hanno coinvolto tutti gli attori della filiera, senza risparmiare nessuno. Non poteva fare eccezione Ets, distributore dei motori Man per applicazioni stazionarie e mobili. La coda del lockdown si è ‘impastata’ con altre vicende parallele: dalla ristrutturazione della sede, condivisa da Ets e da Tessari, alla digestione della cancellazione dal listino dl D28 (e la sua ‘parziale’ resurrezione), alla ri-segmentazione della parte alta del listino dei propulsori per applicazioni mobili, all’assistenza alle linee di assemblaggio alla Agco di Breganze (fu Laverda). Ne abbiamo parlato, rigorosamente a distanza, con colei che di Ets incarna l’intelligenza ingegneristica, Marianna Benetti.
Come se la sta passando Ets?
Io sono stata assente dalla fine del 2019 fino agli inizi di maggio. Sinceramente, ero preoccupata per l’impatto del Covid. La realtà che ho ritrovato a Padova mi ha però confortata. Durante il lockdown, Ets ha continuato a lavorare, con un calo ineludibile principalmente legato alle attività di service (che comunque non si sono mai fermate) durante il mese di aprile. Il magazzino è stato svuotato e continuiamo fortunatamente ad avere ordinativi. I progetti in essere riguardano quei settori che richiedono la cogenerazione, risparmiati dal blocco produttivo, come l’industria farmaceutica e quella alimentare. In mia assenza i colleghi si sono redistribuiti gli oneri. Dal primo novembre 2019, Filippo Simonato si è insediato per curare l’assistenza alle mietitrebbie Ideal motorizzate Man, dal momento che a gennaio è partita la produzione in serie presso lo stabilimento di Breganze. L’assemblaggio delle grandi macchine da raccolta è prevalentemente stagionale. In inverno mi affiancherà nell’application engineering e in una serie di attività collaterali, come la revisione e i collaudi nel settore ferroviario. A livello di organizzazione del lavoro, abbiamo confermato lo smart working, presidiando gli uffici a rotazione. Abbiamo distanziato ulteriormente le postazioni di lavoro e, già nella seconda parte del 2019, ristrutturato la sede Ets, che adesso prevede anche un’area degna di questo nome per Ets Academy. Quest’ultima si occupa dell’erogazione di corsi Ets, Man e Motortech dedicati ai clienti e ai nostri autorizzati. Con Motortech il rapporto di collaborazione continua proficuamente con il nuovo management, per ora non ci sono stati cambiamenti importanti di strategia con la nuova proprietà, dal 2017 in mano a Generac.
Che ne è stato del D28?
Il lutto non è ancora stato completamente elaborato. Il D2876, 6 cilindri in linea, è tornato in produzione, la stessa Tessari continua a ordinarne quando è possibile. La nuova serie, dopo quattro anni è pienamente a regime, a partire dall’E3262. Proprio la scorsa settimana ho assistito ad un collaudo: per farle capire, il motore gira così bene che è come se fosse fermo anche quando è in funzione. Alte efficienze dimostrate (non solo sulla carta!), basse rumorosità ed emissioni (consideri che in alcune regioni il limite è fissato a 250 mg/Nm3, a fronte di un limite di legge di 500 mg/Nm3) giocano a favore. Utilizzare l’Scr per rispettare i parametri di legge rappresenta un onere aggiuntivo, sia in termini di Capex che di costi operativi (per esempio per la sostituzione di filtri e urea), e questi motori riescono a raggiungere i 250 mg/Nm3 pur non essendone provvisti. Quando invece le Regioni esigono un limite inferiore (fino a 75 mg/Nm3), l’Scr diventa inderogabile. In questi casi Man attinge a un modello di derivazione truck completo di un Scr sui motori in linea, due per quelli a V, cioè uno per bancata. Dispone di pompa dosatrice, miscelatore, doppi sensori di temperatura e di NOx ed è sicuramente compatto perché concepito per l’installazione sotto i cofani dei camion. Come dire? Sono dispositivi che riducono le emissioni ma aumentano la complicazione, quindi se si può farne a meno è meglio. Tutte cose che non erano possibili con l’E28. L’E3262 da 520 chilowatt è già disponibile anche in versione per gruppi elettrogeni, quindi con pompa dell’acqua, radiatore e ventola. Sono previste altre taglie, probabilmente entro fine anno.
Cosa farà Man da grande?
Restiamo fiduciosi sulla tenuta dello stazionario. Manca il trait d’union tra la gamma Man Engines e quella Man Energy Solutions. Il gruppo elettrogeno, specialmente se alimentato a gas e quindi operabile in centro città, sarà un vettore della ripresa post quarantena, e può attecchire nei cantieri stimolati dagli incentivi. La Sen è fortemente incentivante per il biometano; attendiamo gli sviluppi del mercato biogas, che in Italia è stagnante. Gli impianti incentivati tra il 2008 e il 2012 esauriranno progressivamente le tariffe agevolate a partire dal 2023. A quel punto la palla passerà nella metà campo del Legislatore…
Trovate qui l’articolo integrale, pubblicato sul numero di Luglio-Agosto di DIESEL