Dalle gru agli escavatori ragno. Questo è la parabola che a Montichiari, nel bresciano, ha condotto Cormach, attiva dal 1960 allo spin off di Euromach, specializzata dal 1977 nella produzione di ragni. Ma cosa si intende per “ragno”? Da Montichiari ne hanno assemblati e distribuiti in giro per il mondo oltre tremila. Ci aiuta a svelare l’arcano Alfredo Calzoni, Direttore di stabilimento.

Questo escavatore non conosce limiti di utilizzo. Concepito per le pendenze montane, ha rapidamente attecchito in ogni zona impervia. Si presta infatti a terreni ripidi e scoscesi, come alle aree paludose.

Chi vi accompagna in questo lavoro?

Kubota è nostro sodale da oltre vent’anni. Abbiamo affiancato John Deere ai motori giapponesi, secondo una discriminante di cilindrata e potenza. Fino ad 84,5 chilowatt (115 cavalli), al 3,8 litri, la competenza è di Kubota, al di sopra c’è John Deere, con il 4,5 e il 6,8 litri.

In base a quali criteri vi siete orientati in questa direzione?

A suo tempo abbiamo scelto Kubota per tre ragioni principali: la compattezza, l’affidabilità e la diffusione. L’affidabilità e la riconoscibilità del marchio sono i fili conduttori che veicolano la scelta dei nostri fornitori. Vale anche per l’idraulica Bosch Rexroth, per i riduttori Bonfiglioli e il riduttore di rotazione di Poclain. A maggior ragione lo stesso principio ci ha convinti a scegliere John Deere.

euromach ragni

Quali sono i motori più gettonati?

Sicuramente quello che equipaggia la macchina più venduta, il V3008 di Kubota. Partiamo dal D1105 da 17,6 kW, proseguiamo con il V1505 da 31,3 kW, il V2607 da 49,2 kW, il V3307 da 55,4 kW fino al citato V3800 da 74 e 85 kW. Di John Deere montiamo il 4045Hf da 103 e 127 kW e il 6068Hf da 198 kW.

Le virtù richieste ai vostri motori?

Rispetto agli escavatori tradizionali il rapporto potenza macchina-peso è estremizzato, perché serve molta potenza quando la macchina si inerpica. L’obiettivo condiviso con gli utilizzatori è ottimizzare i consumi. Tariamo i motori a 2.000 giri. La curva di coppia più è piatta e meglio è per tutti.

A chi quali operatori e mercati vi rivolgete?

Si tratta di contoterzisti. L’asse portante è quello alpino, a cavallo di Italia, Svizzera e Austria, con nicchie in Australia ed Estremo Oriente. Abbiamo recentemente incassato una maxi-commessa per i mercati asiatici.

Alternativi in vista?

La ricerca e sviluppo su un prodotto così customizzato e con volumi marginali comporterebbe costi troppi elevati. Il diesel rimane la via maestra.

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