Euromach R953 e Kubota V3800 all’insegna dello Stage V
Euromach fa un passo avanti insieme all’AdBlue Abbiamo già parlato di Euromach su Diesel Giugno. Abbiamo capito che i ragni non sono una esclusiva di cartoon e aracnofobi. Con le “zampe” indipendenti, gli escavatori bresciani sono in grado di osare là dove osano, forse, solo le aquile. R953 è la sigla del primo ragno omologato […]
Euromach fa un passo avanti insieme all’AdBlue
Abbiamo già parlato di Euromach su Diesel Giugno. Abbiamo capito che i ragni non sono una esclusiva di cartoon e aracnofobi. Con le “zampe” indipendenti, gli escavatori bresciani sono in grado di osare là dove osano, forse, solo le aquile. R953 è la sigla del primo ragno omologato Stage V. Un traguardo raggiunto insieme al Kubota V3800. La rivoluzione copernicana si chiama Scr che, su un’applicazione di questo tipo, ha implicazioni strutturali. Alla consolle il quattro cilindri da 3,77 litri, uno dei best seller della scuderia di Osaka, che già per il Tier 4 Final aveva virato verso il post-trattamento “all inclusive”: filtro antiparticolato, completo di catalizzatore, e sistema di erogazione dell’urea tecnica. La potenza, 85 chilowatt a 2.600 giri, la coppia, 380 Newtonmetro a 1.500. Anche dell’ultimogenita in casa Euromach abbiamo parlato con Alfredo Calzoni, Direttore di stabilimento.
LE PAROLE DI ALFREDO CALZONI DI EUROMACH
Il Rubicone dello Stage V s tato valicato. Cosa ci racconta della macchina equipaggiata con l’Scr?
Si tratta dell’R953. Anche in questo caso, come in occasione di ogni cambio motore, abbiamo dovuto ridisegnare la macchina, le cofanature e l’impianto elettrico in cabina, che deve conciliare richieste diverse. Oltre che sulla estetica abbiamo anche inserito molte migliorie sulla parte meccanica ed idraulica della macchina. Noi seguiamo la politica dei piccoli passi, generalmente cambiamo per rimediare all’imminente obsolescenza o per risolvere problemi localizzati.
Noi di Euromach abbiamo realizzato qualche prototipo in Tier 4 Final, per tenere il passo della Svizzera, che aveva normative più severe di quelle europee, e abbiamo svoltato direttamente allo Stage V. Abbiamo venduto alcuni esemplari in Italia, Svizzera e Francia, i nostri mercati principali. Siamo in attesa che Kubota esaurisca la fase di test per approdare alla produzione, speriamo non oltre ottobre. Kubota segue procedure molto scrupolose, procede a step: dal prototipo si passa alle prime loro verifiche, che sono controllate in Giappone. Da lì, nel giro di pochi mesi si arriva ai motori seriali.
Il modulo dell’Scr rappresenta una sfida. A livello elettronico il motore è più complesso. L’AdBlue va gestita in maniera seria da parte dell’operatore, che deve portarsi le taniche sulla macchina. Per questa applicazione, la gestione del sistema rappresenta ancora un’incognita. Oltretutto, questo è il nostro modello più gettonato.
Avete avuto problemi con l’adattamento del post-trattamento?
Kubota ha compiuto un’operazione molto intelligente, che risponde alle nostre esigenze progettuali, compattando le dimensioni di Dpf e Scr. Con John Deere abbiamo seguito un altro approccio, allocando il filtro dietro la cabina, in ragione della necessità dell’operatore di potere sempre controllare visivamente la posizione delle zampe, soprattutto quando si trova in condizioni estreme.
Densità di potenza. È questo il driver?
L’elemento principe è la compattezza, uno dei tratti caratteristici di Kubota. L’affidabilità, altro plus che abbiamo rilevato nei giapponesi nel corso degli anni. La riconoscibilità del marchio al di fuori del mercato italiano rappresenta un altro punto a favore di Kubota. Utilizzando una metafora anatomica, tutti gli organi sono importanti, ma senza il motore, il cuore dell’organismo, la macchina si ferma.
Anche, e soprattutto, in considerazione delle remote aree di lavoro dei ragni?
Sostituire un motore a 3.000 metri non è una passeggiata di salute. Fino a quando si ragiona di elettronica a bordo motore non sorgono grossi problemi, quando invece l’elettronica dialoga col motore, il discorso diventa più complesso. Sono macchine che montano molta elettronica. Possiamo testimoniare di macchine con 12-13.000 ore sulle spalle, che dopo vent’anni funzionano ancora egregiamente.
Qualcuno chiede motori diversi?
Onestamente no, sia Kubota che John Deere (ndr: il Cervo motorizza i ragni Euromach sopra i 100 chilowatt) sono marchi conosciuti a livello globale. Richieste di questo tipo potrebbero provenire per commesse superiori alle cinquanta unità.
Quali customizzazioni fate?
Le personalizzazioni sono prevalentemente a livello idraulico, con qualche intervento a livello meccanico (per esempio i bracci).
Con il Dpf avete ormai confidenza?
Siamo ancora alle prese con macchine certificate Stage IIIB, anche se ormai alle battute finali. Il filtro antiparticolato finora non ha dato grossi problemi, dal momento che le macchine hanno un utilizzo continuo. Abbiamo realizzato dei prototipi in Tier 4 Final, anche se, come anticipato, passeremo direttamente allo Stage V, al quale approderemo integralmente nel 2020. Non abbiamo intenzione di cambiare motorizzazioni.
Abbiamo fatto verificato con altri motori ma non abbiamo trovato un reale vantaggio competitivo sotto l’aspetto dimensionale, e con Kubota e John Deere vantiamo un rapporto consolidato. Non abbiamo mai preso in considerazione l’aspetto economico, solo quello tecnico, anche a costo di limare i margini. Il filtro antiparticolato finora non ha dato grossi problemi, dal momento che le macchine hanno un utilizzo continuo.
Euromach va a tutto diesel, ma… gli alternativi?
Le complicazioni del diesel stanno diventando tante, il cambio di tipologia potrebbe essere auspicabile. Dobbiamo però considerare che ingegnerizzare un prodotto completamente nuovo, in queste nicchie di mercato, per noi che abbiamo a listino tanti modelli e numeri ridotti, sarebbe una complicazione enorme.
Quanto consumano i ragni?
Il serbatoio principale trattiene gasolio per fare 8/10 ore. Consideri che le taniche di gasolio sono trasportate in pendenza. Noi sfruttiamo ogni intercapedine per allocare il serbatoio, che ha di per sé un volume importante. Aumentarne la capacità significherebbe maggiorare le dimensioni della macchina. È già previsto un serbatoio secondario, con un sistema di travaso con il serbatoio primario. C’ è un collettore idraulico per il passaggio del gasolio tra parte inferiore e superiore.
Il lavoro è strutturato a isole, nell’arco di una settimana la macchina è pronta per il collaudo. Serve un’altra settimana per la rifinitura, prima della consegna. Lo scoglio più insidioso nell’utilizzo di questa macchina è dato dall’operatore stesso. Raccogliamo tante richieste dall’estero e ci richiedono anche l’addestramento. In diverse zone del Nord Italia esiste una cultura specifica, che stimola i futuri operatori ad apprenderne il funzionamento e ad avviarsi giovanissimi al lavoro in proprio.
Questa macchina è come un robot: la statica e la funzionalità sono nelle mani dell’operatore, nella sua competenza. I ragni non hanno limiti, noi consigliamo di limitare le operazioni alla pendenza di 45 gradi, il limite dei transitori del motore.