Si è svolta il 18 novembre, a villa Fenaroli di Rezzato (Bs), l’assemblea di Federtec, con un interessante convegno sulle prospettive dell’industria italiana.

Nella mattinata hanno avuto luogo le assemblee di Assiot e Assofluid, federate in Federtec, con l’elezione dei nuovi presidenti e consigli direttivi. Assiot, l’associazione italiana dei costruttori di organi di trasmissione e ingranaggi ha scelto Mauro Rizzolo, mentre Assofluid, l’associazione italiana dei costruttori ed operatori del settore oleoidraulico e pneumatico, ha designato come proprio presidente Luca Riva. Per l’occasione Fausto Villa, presidente di Federtec, ha annunciato l’avvio di un percorso che porterà nei primi mesi del 2022 alla fusione nella federazione di Fndi (Federazione nazionale della distribuzione industriale) che porterà a una maggiore visibilità e sinergia.

Federtec e le sfide dell’industria italiana

Nel pomeriggio si è svolto un interessante convegno dal titolo “L’industria italiana: sfide del mercato e prospettive tecnologiche”, al quale sono intervenuti, oltre al presidente Fausto Villa, Giuseppe Lesce, presidente Federmacchine, Ciro Rapacciuolo, del Centro Studi Confindustria, Marco Taisch, professore ordinario del dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, e Mariangela Tosoni, presidente Fndi.

Gli interventi si sono focalizzati su un’attenta analisi dei dati relativi alla ripresa post-Covid.

Mentre i consumi crescono timidamente – sottolinea Giuseppe Lesce – gli investimenti sono il vero traino del recupero. Inoltre sia l’importazione che l’esportazione sono in forte espansione, con crescite che si aggirano intorno al 25%, e anche in Federmacchine i dati sono molto positivi, con un notevole incremento degli ordini nonostante il ritardo dovuto alla crisi delle supply chain”.

I temi critici da affrontare rimangono l’aumento del prezzo delle materie prime, l’incertezza nei tempi di consegna, la scadenza degli incentivi Industria 4.0. “Per reagire a questo momento storico – conclude Lesce – sarà fondamentale la gestione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e le imprese dovranno affrontare una doppia trasformazione, digitale ed ecologica, affinché la crescita sia duratura e sostenibile”.

I dati sono confermati da Ciro Rapacciuolo, del Centro Studi Confindustria: “A livello globale siamo vicini al livello pre-crisi, in Italia un po’ meno, ma ciò che salta all’occhio è il livello degli investimenti, soprattutto nel settore delle costruzioni. Con l’eccezione di alcuni settori, come i trasporti e il turismo, il trend di crescita è ripreso anche se lentamente: nell’industria +1,5 e +1,2 rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre. Le previsioni di Draghi, di una crescita del Pil del 6% per il 2021 e 4% per il 2022, si stanno avverando”.

Marco Taisch del Politecnico sottolinea come in ogni crisi vi siano elementi positivi e di sfida: “Dobbiamo adattarci a un ‘new normal’, non viviamo più in equilibrio statico, ma i fenomeni ci costringono a evolverci in una nuova normalità, dove il ruolo delle tecnologie digitali è al centro: se non siamo abbastanza digitali, non entreremo nemmeno nell’arena competitiva”.

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