Reduce da un 2022 stellare, Federtec è intimamente convinta che l’unione faccia la forza e lo dimostra la revisione capillare, oseremmo dire “cromosomica”, della governance, di pari passo con il rinnovo dei quadri dirigenziali.

Cosa cambia nella governance di Federtec

Prima di “scansionare” l’attuale mosaico dirigenziale di Federtec, a quattro anni dalla fusione di Assofluid e Assiot, e la successiva integrazione di Fndi, anticipiamo i tratti essenziali del profilo di governance che Federtec ha individuato per promuovere l’associazione, sia in una chiave più olistica che di rappresentanza individuale delle sue diverse anime. Anticipiamo il nome del nuovo presidente, perché è stato proprio lui il Virgilio che ci ha accompagnati, direttamente sede di Cinisello Balsamo, alle porte di Milano. È Mauro Rizzolo, deputy country manager di Schaeffler Italia, socio Assiot, che ha sostituito Fausto Villa, a esprimere in modo diretto il sentimento alla base di questa evoluzione: «L’integrazione è la soluzione migliore per “essere sul pezzo” e fare sinergie, utilizzando le competenze di ognuno». Se dovessimo citare uno slogan, infatti, quello più esplicativo, evocato dalla stessa presidenza, sarebbe: “Il meglio di ognuno di noi, insieme”.

Federtec è stata strutturata in quattro aree, che rispondono e interagiscono con il presidente Rizzolo: “Competitività e imprese“, che vede alla presidenza Paolo Marzocchi, di Marzocchi Pompe (socio cluster Assofluid) “Innovazione e tecnologia“, dove è stato insediato Sergio Sartori, di Leonardo, socio Assiot; “Relazioni interassociative” in carico a Domenico Di Monte, ex presidente Assofluid; “Sinergie di filiera“, che sarà capitanata da Carlo Contasta, il ceo di Fitcontasta, socio Fndi.

Le quattro entità agglutineranno e veicoleranno soci e potenziali associati, agendo sui rispettivi livelli di competenza. Un altro volano di attrazione è dato dalla duplice lettura che Federtec sarà in grado di fornire agli operatori del settore: il modello associativo segue sia la direttrice territoriale che quella di filiera. Per accreditarsi come ecosistema, l’intenzione è quella di interagire sempre di più, costruttori di componenti e di macchine, per instaurare rapporti strutturali. I vantaggi non devono essere “spot”, ma continuativi e duraturi.

Durante la feconda presentazione dei vertici associativi e l’interazione con la stampa settoriale, è emersa la figura dell’integratore di sistema, evocata come astro nascente e missione da espletare per aumentare l’efficienza del citato ecosistema, e valorizzare il potenziale intrinseco dei singoli soci e dell’associazione nel suo complesso.

Da questo spunto nasce una nostra riflessione: e se Federtec potesse, tra le altre curvature possibili, diventare un “incubatore di system integrator”?

L’elenco dei consiglieri

A testimonianza della volontà di integrazione e promozione di Federtec, citiamo i nove consiglieri, in rappresentanza delle tre entità confluite nell’associazione, e di una pluralità di competenze e identità, che dovranno necessariamente assorbire linfa vitale da giovani e donne, paradossali “maggioranze-minoranze” del sistema Italia. Alla Federtec non sarà tollerata nessuna entropia: per questo le energie giovanili e femminili saranno slatentizzate e valorizzate. Due delle tre precedenti associazioni sono declinate al femminile: Elisa Brecianini, di Link International, è presidente Assiot, Mariangela Tosoni, di Tosoni Fluidodinamica, è alla presidenza di Fndi. A Roberto Renzini, di Saip, spetta la responsabilità di sovrintendere all’universo Assofluid.

Gli altri consiglieri sono Fausto Villa, che ha traghettato Federtec verso questo rinnovato slancio, Alessandro Carmona, di Danfoss Power Solutions, Lorenzo Cattini, di Cattini e figlio, Fabio Gallo, di Carraro, Mikaela Mazzer di Smart Protections, e Luca Stucchi, dell’omonima azienda.

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