Fpt Industrial in quel di Las Vegas
Fpt Industrial al Conexpo di Las Vegas ha voluto enfatizzare la profondità della gamma, in grado di soddisfare le esigenze degli installatori nordamericani
Fpt Industrial è sbarcata a Las Vegas, per affiancare lamette di distributori, dopo la sventurata edizione del 2020, flagellata dall’esplosione della pandemia (ricordiamo che il sconfinamento risale proprio a quei giorni di marzo).
A Las Vegas c’è il Conexpo e Fpt Industrial ha risposto presente
Con Diego Rotti, Product Portfolio and Marketing manager off road Fpt Industrial siamo andati diritti al punto, la presenza del brand in Nord America. Poi abbiamo divagato. «Al Conexpo abbiamo impostato il focus sulla rete nordamericana, per enfatizzare la profondità della nostra gamma» precisa Diego Rotti. «Abbiamo portato i compatti (F28 e F36), Nef e Cursor, i motori sono disponibili in versione powerpack, completamente allestita, che facilita il lavoro di installazione, almeno per le machine che non richiedono un’integrazione veicolare complessa. Una soluzione che si presta, ad esempio, per pompe, screener, cippatori. C’è l’F28 ibrido, prodotto per sostenere la transizione verso nuove tecnologie».
Anche qui si respira un’atmosfera “elettrica”?
«Come sapete, produciamo batterie per applicazioni stradali (bus e veicoli commerciali leggeri) e assali e trasmissioni elettrificate e stiamo lavorando su una soluzione anche per il settore off-road. C’è interesse per tutte le soluzioni, sulle macchine piccole sta crescendo l’interesse per l’elettrico puro, tendenza forte nel construction. Sull’ibrido l’interesse verte sulla fascia 75-100 cavalli (da 55,1 a 73,5 chilowatt, ndr), quindi sulle taglie medie».
E allargando lo sguardo?
Chiediamo una riflessione sui rapporti con i “consumatori interni” dei motori Fpt, focalizzandoci sullo scenario dei costruttori a stelle e strisce. «Con Case esiste relazione duratura di integrazione. L’obiettivo di Fpt è confezionare soluzioni personalizzate per le loro macchine». Si finisce, inevitabilmente, sull’idrogeno. «Il motore a idrogeno da 460 cavalli (338,2 chilowatt, ndr) equipaggia la macchina Prinoth, che è stata in esposizione a Interalpin, Innsbruck, fiera delle attrezzature legate alla neve. L’idrogeno sta incontrando consenso negli Stati Uniti, l’idea è di trovare taglie scalabili dal 13 litri verso il basso. Siamo partiti con l’iniezione diretta sull’idrogeno per avere una potenza specifica maggiore».