L’Ing. Francesco Ellena è l’amministratore delegato di Caar Spa. Ci sono uomini che incrociano la parabola personale con quella di un’azienda, fino a diventarne la metonimia. Fino a essere così impregnati della mission da costituirne il simbolo. Questo è il caso dell’ingegnere torinese, classe 1954, che nasce professionalmente come disegnatore in una società di progettazione, la Uts.

Nel frattempo Francesco Ellena completa la formazione accademica e si guadagna i galloni di ingegnere. Uts è incorporata da Comau.

Comau e Caar…

Cos’è Comau? Il COnsorzio MAcchine Utensili spazia dall’automotive, leggero e pesante, alla difesa, all’industria aerospaziale, alle energie rinnovabili e all’automazione e rileva Uts nel 1989. In quell’anno crolla il muro di Berlino e Comau accelera l’espansione industriale e trasforma Uts in una business unit votata alla progettazione. Una funzione strategica che, è bene ricordarlo, alla pari delle altre del gruppo opera direttamente o indirettamente al riparo della Mole Antonelliana. Per chi gravita nella filiera meccanica da quelle parti un fattore quasi endemico è la cooptazione nel Gruppo Fiat. E fu così che Fiat pianificò un processo di ristrutturazione e riorganizzazione di Comau, ripensando al ruolo della ex Uts.

La progettazione accompagna il cammino professionale di Francesco Ellena, che nel 2008, anno della migrazione sotto l’ombrello Fiat, separa le proprie sorti da quelle della casa madre e fonda Caar.

Cosa fa Caar? Si occupa principalmente di processo, oltre che di prodotto. Parte dai processi e sviluppa la fabbricabilità. La galassia Fiat rappresenta il target di riferimento, con Fpt e Fca, e Avio Aero (un tempo Fiat Aviazione, dal 2012 scorporata tra General Electric e Finmeccanica, alias Leonardo) per l’aerospace. Ma, sia chiaro, Fiat è l’ombelico dell’anatomia di Caar, le terminazioni nervose sono molte altre. Le referenze nell’automotive parlano tedesco, con Bmw, Mercedes e Audi, nell’industriale spunta Carraro Agritalia, nella cantieristica nautica Azimut. Al di fuori del perimetro meccanico-motoristico uno dei nomi noti ai più è quello di Technogym.

 

Cosa succede a Grugliasco

Ci troviamo nella cintura torinese, costellazione di carrozzerie, laboratori softwaristici e di fabbricanti di schede madri, allestitori di gruppi e di powerpack, congegni ferroviari, progettisti, specialisti della componentistica automobilistica e dell’ingranaggeria. L’ufficio dell’Ing. Ellena si affianca a quelli delle tante risorse occupate nella progettazione, stiamo parlando di 200 addetti, circa 120 nel quartier generale. A Bolzano, in sintonia con Iveco Defense Vehicle,  la trentina di operatori Caar affronta sia le dinamiche di processo che di prodotto. In Brasile operano circa 50 ingegneri, addetti, progettisti (Caar do Brasil). Esiste anche una divisione a Belgrado (Caar Serbia).

E guai a etichettare Caar come una fucina di soli ingegneri. Come testimoniato da Ellena in una precedente intervista e confermato durante la nostra chiacchierata: “In questo settore c’è bisogno di consolidarsi nel tempo, formare nuove risorse. Ecco perché abbiamo cercato, e cerchiamo tuttora, sia giovani laureati che diplomati. Non è necessario avere l’ingegnere come lo intendiamo in Italia, quelli cioè che si laureano a 25 anni e pretendono dopo poco tempo di fare i manager. Servono come li si intende all’estero, pronti a 21-22 anni al massimo e disposti ad apprendere attraverso l’affiancamento di personale più esperto che trasmette loro altre competenze: è formazione on the job, un processo che costa ma che ci permette di guadagnare la fiducia dei clienti e di crescere”.

Quello delle foto è il Cursor 9?

Sì, perché Caar collabora gomito a gomito con Fca e le aziende controllate, come VM Motori, e, per l’appunto, il coté industriale, New Holland e Fpt Industrial. E proprio l’8,7 litri made in Chiongqing, sponda Sfh (Saic Fiat Powertrain Hongyan), nello stabilimento che si è recentemente guadagnato un riconoscimento per i processi produttivi, vede lo zampino della stessa Caar.

Tra le altre cose, industrializzazione dei motori, ottimizzazione degli spazi, layout, logistica in entrata e uscita.

Tra i vari progetti in essere, una cabina per New Holland. Con il Gruppo CNH, che non lesina certamente pillole di innovazione, fanno attività di benchmark.

Al momento è quanto, in attesa di scrivere la prossima puntata di questa soap opera dell’ingegneria italiana, quella che non si rassegna all’obsolescenza e alla marginalizzazione.

 

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