Assunta Galbiati al vertice di Assiot

Galbiati e Assiot. L’11 giugno l’assemblea dei soci Assiot ha sancito l’avvicendamento alla guida dell’Associazione tra Tomaso Carraro e Assunta Galbiati. L’investitura è avvenuta a Villa Fenaroli, nella località di Rezzato, in provincia di Brescia, territorio dove l’industria meccanica è un fattore endemico. L’occasione, come anticipato, è stata fornita dalle assemblee ordinarie di Assiot e Assofluid. Quest’ultima, peraltro, ha colto l’occasione per celebrare il mezzo secolo di vita.

Chi è Assunta Galbiati? Dirigente nel gruppo di famiglia, tipico esempio di imprenditoria brianzola, che dal 1962 è specializzato in lavorazioni e costruzioni meccaniche, con il focus nelle lavorazioni di pezzi di grandi dimensioni. Si passa quindi da un’origine schiettamente dieselistica, come quella della Carraro Drive Tech, legata al precedente presidente, ai settori siderurgico, energetico, astronomico e, anche nel caso della neo-presidentessa, della trasmissione di potenza. Sono cinque le divisioni che innervano la struttura aziendale: lavorazioni e costruzioni meccaniche, riduttori, costruzione macchine a progetto, foratrici, presse e punzonatrici.

Galbiati e Assiot

Galbiati Group significa anche competenza nell’ingranaggeria e nella trasmissione di potenza, uno degli asset strategici di Assiot. Dai riduttori per laminazione a caldo o a freddo, ai riduttori edger di grandi dimensioni, riduttori sdoppiatori e  twin drive per il comando gabbie di laminazione, a quelli per il comando cesoia, convertitori, aspi avvolgitori e svolgitori. E, ancora, moltiplicatori per turbina e riduttori pompe per centrali idroelettriche, riduttori epicicloidali per movimentazione antenne e comando teste rotanti di scavo TBM; riduttori per mescolatori gomma e plastica e per l’industria del cemento e macinazione, per argani nel settore funiviario e sollevamento. Infine, ingranaggi e settori dentati per movimentazione antenne, corone dentate per il comando di molini e forni cemento, ingranaggi per la rotazione braccio di gru portuali e argani marini, corone dentate e pignoni per il comando teste di scavo TBM.

Galbiati e il dopo Carraro

Galbiati e Assiot significa raccogliere l’eredità di Tomaso Carraro. Incontrammo Carraro nella duplice veste di presidente Assiot ed Eurotrans. Riproponiamo un paio di battute di quell’intervista, che ci sentiamo di rilanciare alla neo-presidentessa, Assunta Galbiati.

Si invoca spesso la necessità di fare sistema. È plausibile immaginare una maggiore integrazione verticale e orizzontale?

«Sicuramente competiamo in un mercato dove l’innovazione, sia tecnologica che di processo e di prodotto, è fondamentale. Per fare questo occorrono investimenti significativi che da parte delle aziende italiane sono difficili, perché la dimensione aziendale è medio-piccola. Spesso i nostri avversari hanno dimensioni maggiori e sono legati all’automotive, quindi con una capacità di investimento e una ricaduta tecnologica considerevoli. Non dico che l’integrazione azionaria sia la soluzione ma sicuramente una collaborazione dovrebbe essere ben accetta e perseguita».

Tornando all’ingranaggeria…

«Ha un know how di processo che non va sottovalutato, anche perché è un settore ad alto investimento, che rappresenta un fattore competitivo importante. Non dimentichiamo però che gli utilizzatori finali si autoproducono, per cui la produzione esterna è usata in termini di flessibilità. Raramente chi fa ingranaggi disegna autonomamente e non segue il disegno del cliente. Resta comunque un mercato dove siamo forti».

 

 

 

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