Salone di Ginevra, le case costruttrici: «C’è ancora bisogno del TDI»
Il canto del cigno o il grido della riscossa? Certo, al salone dell’auto di Ginevra le auto elettriche non sono mancate. Ma non è mancata nemmeno un’inaspettata, frizzante aria di rivalsa che ha visto il bistrattato endotermico al centro di più d’una battagliera dichiarazione d’intenti. A partire da quella del Ceo di Volkswagen Matthias Müller, […]
Il canto del cigno o il grido della riscossa? Certo, al salone dell’auto di Ginevra le auto elettriche non sono mancate. Ma non è mancata nemmeno un’inaspettata, frizzante aria di rivalsa che ha visto il bistrattato endotermico al centro di più d’una battagliera dichiarazione d’intenti. A partire da quella del Ceo di Volkswagen Matthias Müller, rapidamente rimbalzata da un media all’altro: «Se si raggiunge la consapevolezza che i tdi moderni sono ecologici, non ci sarà nessun motivo per non scegliere questo tipo di alimentazione». Ciò non toglie che Wolfsburg abbia dirottato importanti investimenti sull’elettrico (nella fase post Dieselgate, non a caso). Ma ciò non significa abbandonare il gasolio, come troppe semplificazioni giornalistiche suggeriscono.
Mercedes, l’ibrido che salva il
TDI
Ma Volkswagen non è la sola a continuare a scommettere sul diesel, in un contesto in cui è stato registrato nel 2017 un calo dell’8 per cento nelle vendite in Europa (a picco la Germania, l’Italia fa eccezione). Si pensi a Mercedes, che ha presentato a Ginevra un nuovo powertrain ibrido di Classe C ed E. Una scelta che mette il gasolio in primo piano: la trazione è governata dal 4 cilindri 2.0 turbodiesel abbinato a un motore elettrico forte di 90 kW di potenza e 440 Nm di coppia. Il sistema è in grado di percorrere fino a 50 chilometri interamente in elettrico.
Ford, sui “grandi” il diesel resta sovrano
Tornando a Volkswagen, dopo la presentazione del prototipo elettrico I.D. Vizzion, il responsabile del marchio Herbert Diess ha affermato: «abbiamo bisogno del diesel per raggiungere gli obiettivi di CO2». Sulla medesima scia, di nuovo, Müller:«Le regole dell’Unione Europea in relazione alla protezione del clima e agli obiettivi di emissione di CO2 sono così impegnative che i governi non possono fare a meno del diesel. Stiamo facendo di tutto per rispettarle, ma se c’è meno gasolio arrivare all’obiettivo diventa più difficile». Anche Ford ha fatto la sua parte intervenendo in difesa del diesel, pur con qualche distinguo: «Continuiamo a vedere un futuro per il diesel, anche se su alcuni veicoli più piccoli credo che scomparirà progressivamente», ha affermato Steven Armstrong, numero uno della divisione europea. Il suv Ford Edge punta tutto sul motore diesel 2.0 Ecoblue bi-turbo da 238 cavalli.
Kia: abbiamo bisogno del TDI
Tra gli interventi pro diesel sulla scena di Ginevra si annovera anche quello di Kia, tramite l’amministratore delegato Giuseppe Bitti. La terza generazione della Cee’d presenta a listino un 1.6 diesel aggiornato nelle tarature da 115 e 136 cavalli, in aggiunta a tre motori benzina di cui due turbo GDI a iniezione diretta: un 1.0 tre cilindri da 120 cavalli, un nuovo quattro cilindri 1.4 da 140 cavalli e un 1,4 da 100 cavalli. «I motori diesel di ultima generazione inquinano molto meno di altre motorizzazioni – le parole di Bitti -. Il problema, almeno in Italia, è quello del parco circolante che è piuttosto vecchio. Se noi confrontiamo i livelli di emissioni di un diesel Euro 6c rispetto a un motore benzina di pari cilindrata e prestazioni vediamo che, per quanto riguarda il co2 il diesel e inferiore mentre, per quanto riguarda le polveri sottili, è allo stesso livello». Ed Fca? Hanno fatto scalpore le voci che affermavano l’addio al diesel entro il 2022. Marchionne ha affermato che Fca ridurrà la propria dipendenza dal gasolio, ma a decidere sarà comunque il mercato.