Goldoni alla mediazione del Mise
Goldoni è in attesa di sedersi al tavolo, con i diretti interessati, sotto l’egida del Ministero dello Sviluppo economico. L’incontro è previsto venerdì 18 settembre. L’obiettivo è scongiurare che la parola ‘fine’ appaia sui titoli di coda a Migliarina di Carpi. Qui il plesso produttivo sforna da decenni gli specializzati che hanno arruolato Lombardini, Perkins […]
Goldoni è in attesa di sedersi al tavolo, con i diretti interessati, sotto l’egida del Ministero dello Sviluppo economico. L’incontro è previsto venerdì 18 settembre. L’obiettivo è scongiurare che la parola ‘fine’ appaia sui titoli di coda a Migliarina di Carpi. Qui il plesso produttivo sforna da decenni gli specializzati che hanno arruolato Lombardini, Perkins e Vm Motori, per fare alcuni nomi.
Fondata nel 1926, quasi 90 anni dopo, nel 2015, è passata sotto le insegne in verde di Lovol – Arbos. Nell’ultimo triennio il Gruppo Arbos si è affidato a partner motoristici di sicuro prestigio, dove forte è l’accento italiano (Fpt Industrial, Kohler e la stessa Vm), oltre che, recentemente, a Doosan (almeno per quanto riguarda le sinergie in Cina). Non è però bastato a garantire un’adeguata penetrazione de mercato del resuscitato marchio Arbos-Bubba.
Il comunicato della società
Il comunicato stampa di Goldoni è piuttosto articolato e dettagliato, ma vale la pena pubblicarlo integralmente.
«Goldoni SpA, parte del Gruppo Arbos controllato da Lovol Group, comunica di aver depositato oggi, 14 settembre 2020, data di scadenza per la presentazione prevista dal Tribunale di Modena, il Piano concordatario relativo alla Società.
Il Piano è stato depositato prima dell’incontro indetto dal MiSE, previsto per il prossimo 18 settembre. Se Goldoni non avesse rispettato tale scadenza avrebbe rischiato di fallire, alla luce della pendenza di un’istanza di fallimento nei suoi confronti.
Il piano depositato da Goldoni SpA si propone di unire le esigenze di continuità aziendale e quelle del disimpegno dell’Azionista. Aspetto divenuto necessario e inevitabile a seguito del perdurare dell’andamento economico aziendale negativo di Goldoni SpA.
A questo proposito, nel periodo immediatamente precedente al deposito del Piano, le attività dell’azionista sono state in larga parte dirette allo svolgimento di un processo strutturato di M&A. Processo finalizzato all’identificazione di un investitore idoneo alla valorizzazione dell’avviamento di Goldoni e alla prosecuzione della continuità aziendale.
Il fine è preservare un marchio storico europeo nel settore delle macchine agricole e i livelli occupazionali.
Dal momento dell’acquisizione di Goldoni, l’azionista ha sempre supportato lo sviluppo dell’Azienda attraverso investimenti complessivi superiori ai 100 milioni di Euro. Questi, hanno riguardato la trasformazione della linea di produzione, l’innovazione tecnologica e l’organizzazione aziendale.
Lo stabilimento di Migliarina di Carpi ha registrato purtroppo perdite importanti. Solo nel 2019 circa 20 milioni di euro, il 52% in più rispetto all’anno precedente. Questo, a fronte di un fatturato poco oltre i 40 milioni di euro. Purtroppo, rendendo di fatto impossibile la prosecuzione dell’attività per il Gruppo Lovol.
In merito alla ricerca dell’investitore, nonostante i notevoli sforzi profusi negli ultimi mesi, le manifestazioni di interesse ricevute non si sono ancora tradotte in offerte vincolanti. Offerte che possano costituire una ferma base di riferimento per la presentazione del piano concordatario. Questo, anche alla luce del contesto congiunturale sfavorevole derivante dalla contestualità dell’emergenza Covid e delle conseguenti incertezze di mercato
Per questa ragione, il piano depositato oggi al Tribunale di Modena è da considerarsi un piano “base”.
Piano che ipotizza la cessione degli attivi aziendali di Goldoni anche separatamente e non in continuità aziendale. Tale piano, tuttavia, potrebbe costituire il punto di partenza per la realizzazione di un’operazione di cessione di un compendio aziendale omogeneo e in continuità. Compendio in grado di consentire la piena valorizzazione degli attivi Goldoni e del proprio avviamento commerciale, frutto di decenni di attività sul mercato. Questo, in stretto coordinamento e sotto la sorveglianza degli Organi della Procedura –
In questa direzione si deve interpretare l’impegno irrevocabile ottenuto da Arbos, controllante diretta di Goldoni. Impegno a trasferire, condizionatamente all’omologa del Concordato Preventivo, il marchio Goldoni alla Procedura. In modo tale da consentire la prosecuzione dell’attività e la valorizzazione del compendio aziendale in continuità.
Prosecuzione che, nella deprecata ipotesi di fallimento di Goldoni, sarebbe tutt’altro che agevole ottenere, anche alla luce della attuale titolarità del marchio Goldoni in capo alla controllante Arbos a seguito della cessione avvenuta a titolo oneroso nel 2018.
Questo impegno costituisce pertanto una significativa forma di supporto dell’azionista a favore di Goldoni, in quanto consente di riunire gli assets aziendali altrimenti presenti solo in forma frammentata in un compendio aziendale prontamente cedibile, e in assenza di corrispettivo a favore di Arbos.
Se Goldoni, come auspicabile, dovesse essere ammessa al concordato, l’attuale piano concordatario potrebbe pertanto consentire di continuare, sotto l’egida del Tribunale, ulteriori tentativi di sollecitazione di soggetti terzi potenzialmente interessati alla acquisizione di un compendio aziendale relativo a Goldoni (comprensivo del marchio), e con significative migliorie dal punto di vista della valorizzazione degli attivi e dei risvolti occupazionali.
Nella deprecata ipotesi di fallimento, la prosecuzione dell’attività aziendale di Goldoni in continuità sarebbe di difficile, se non impossibile realizzazione, con evidenti ricadute occupazionali, sia dirette che relative all’indotto, e forte depauperamento di un avviamento aziendale frutto di quasi cento anni di presenza e apprezzamento nei mercati e nelle aree geografiche di riferimento.La Società conferma che parteciperà all’incontro indetto presso il MiSE in programma per venerdì 18 settembre».
Goldoni e Arbos
Vi riportiamo anche le impressioni dei colleghi di Trattoriweb.
Assistere al tracollo di un marchio storico come Goldoni fa davvero male e non solo agli attori passivi coinvolti nella vicenda, ovvero i lavoratori, ma anche a tutti gli appassionati di meccanizzazione agricola e in generale a chiunque abbia a cuore l’industria italiana. Il celebrato ‘salvataggio’ dei cinesi di Lovol con l’acquisto dello stabilimento di Migliarina di Carpi (Modena) e la riesumazione dell’altro storico marchio Arbos, destinato a una nuova gamma full line di prodotti, alla lunga ha fatto acqua da tutte le parti.
Le voci della politica e del sindacato locali
«Oltre che amareggiati siamo arrabbiati» ha commenta il sindaco di Carpi Alberto Bellelli «non solo per i 220 lavoratori della Goldoni Arbos, ma anche perché a livello istituzionale la interlocuzione è stata estremamente difficile.
La disponibilità all’incontro, manifestata subito dalla proprietà cinese dopo la notizia della richiesta di convocazione al Mise, ci era parsa un segnale positivo, sulla carta. Invece così non è andata. Dalla richiesta di concordato in bianco del 3 marzo, si era passato ad un concordato in continuità, poi una settimana fa si era profilato un concordato liquidatorio che è stato ribadito dalla proprietà durante l’incontro.
Non solo: hanno espressamente detto che non sanno se avranno le risorse per sostenere la liquidazione stessa. Il che potrebbe aprire ad altri scenari come il fallimento».
Oltre a Bellelli e al sindaco di Rio Saliceto, Lucio Malavasi, all’incontro erano presenti, l’assessore Colla, il presidente della Regione Stefano Bonaccini,Wang Guimin, presidente e azionista della multinazionale Lovol, in video conferenza, una rappresentanza di Confindustria Emilia Centrale, rappresentanti delle Rsu aziendali e delle organizzazioni sindacali Fiom e Fim, il commissario della procedura e il consulente di Deloitte.
La nota firmata da Rsu Goldoni-Fiom Cgil Modena definisce «’inqualificabile’ il comportamento dei vertici della società cinese che è arrivato ad affermare che l’azionista non è in condizione di presentare alcuna proposta al tribunale e che non vi sono le risorse per un concordato liquidatorio.
Questo significa palesemente che la società non è stata in grado, o non ha voluto, impegnarsi rispettando quanto affermato e scritto fino a pochi giorni fa al Tavolo Regionale davanti alla Regione, ai Sindaci, alla Unione Industriali e alle rappresentanze sindacali».