Settanta volte Saim, almeno a giudicare dalle candeline sulla torta di compleanno. Giunta alla terza generazione della dinastia imprenditoriale dei Donà, Saim fu fondata da Donato Donà nel 1951 a Milano, come distributore di motori e componenti automobilistici e industriali.

Tre generazioni per Saim

Oggi il Gruppo Saim si è diversificato nei settori della nautica, soprattutto diportistica, attualmente al netto di soluzioni propulsive, industriale ed Engineering. Il fatturato ha superato i 40 milioni di euro, la sede operativa si trova a ridosso di Milano, a Buccinasco, con tre filiali a Roma, Bologna e Viareggio, oltre a una rete di oltre 100 dealer. Se salendo a bordo di uno yacht il primo lascito di Saim Marine è sicuramante da individuare nei gruppi di bordo, grazie alla rappresentanza di Kohler Power Systems, e nella linea d’asse per i thruster a marchio QS Seamaster, nella sezione ‘industriali’ Kubota è il nome di grido.

saim

Dicono loro (di loro stessi)

Ecco cosa ci hanno raccontato, direttamente dalle loro parole. Saim festeggia quest’anno il suo 70° compleanno sotto la guida della terza generazione, composta dai tre nipoti del fondatore – Massimo, attuale presidente, Marco, amministratore delegato e vicepresidente, e Cristina, direttore marketing – figli di Giorgio, in prima linea dal 1962 ed oggi a capo della divisione Sviluppo nuovi progetti oltre al ruolo di Consigliere, al quale si devono molti dei successi ottenuti. Nel corso di 70 anni, la storia di Saim racconta di una crescita costante, successi, acquisizioni, joint-venture con gruppi internazionali, traguardi raggiunti grazie a dedizione, lungimiranza e curiosità, caratteristiche che oggi, come ieri, fanno parte del Dna aziendale.

Saim in pillole. Di storia

Fondatore dell’azienda fu Donato Donà, uomo estremamente concreto che intuisce la necessità di motori per la ripartenza dell’agricoltura e dell’industria dopo la guerra ed acquista i General Motors diesel a due tempi che equipaggiavano i carri armati Sherman dai campi di stoccaggio dei militari Usa in Italia. Saranno impiegati per costruire gruppi industriali ed elettrogeni. La prima intuizione mette le basi per i successi futuri. Dai motori si passa ad invertitori, trasmissioni e cambi di velocità. Donà entra in contatto con ZF ed il marchio tedesco arriva in Italia grazie a lui. Donà importa per primo le trasmissioni ZF in Italia nel momento del boom economico del Paese, quando l’industria dell’auto è il volano per innescare la nuova stagione dello sviluppo. Saim non conosce sosta e diventa fornitore di tutte le aziende automobilistiche italiane per rifornire di cambi di velocità, sterzi, frizioni e quant’altro le automobili e mezzi pesanti, necessari per fare ripartire subito l’economia. Motori, frizioni e cambi significa anche ricambi e su questo fronte Giorgio Donà, figlio del fondatore, concentra le attività dell’azienda a partire dal 1962. Il mercato dei ricambi diventa il core business di Saim che mantiene una posizione nel settore automotive e industriale e comincia ad avvicinarsi al mercato nautico. 

Saim cresce ancora e conferma il suo ruolo di partner affidabile. Negli Anni 90, la Fiat, grande cliente di Saim, chiede il rapporto diretto con i produttori. Giorgio Donà fonda ZF Italia. Allo stesso tempo percepisce in anticipo lo sviluppo futuro del mercato nautico da diporto e investe in questo settore. È una mossa lungimirante perché la crescita decisiva del mercato e il suo sviluppo avverranno a partire dal 2000 per durare fino al 2008. In questo mercato Saim trasferisce proprio know-how – in termini di conoscenze tecniche, di strutture e di organizzazione logistica – con le stesse dinamiche e la stessa qualità.

«Il 70° compleanno di Saim» commenta Giorgio Donà «è un traguardo di cui siamo orgogliosi, ma è solo il punto di partenza per il futuro, che potremo assicurare all’azienda e ai nostri dipendenti continuando sulla strada della ricerca della qualità e delle sostenibilità».

 «Lo sviluppo futuro deve far tesoro della nostra tradizione» confermano Massimo, Marco e Cristina Donà «la ricerca continua di prodotti innovativi, l’ampliamento dei mercati, la diversificazione dell’offerta e l’attenzione alla qualità del servizio continueranno ad essere i nostri punti di riferimento».    

In primo piano

Diesel of the Year 2025. Apoteosi Hyundai

L’astro coreano si riflette anche sul Diesel of the Year, dopo avere lanciato la Corea del Sud nell’empireo delle nazioni che contano, il cinema nell’antologia d’essai, il K-pop nella playlist degli adolescenti di tutto il mondo. L’edizione 2025 è appannaggio dei DX di Hyundai, 4 e 6 cilindri modula...

Articoli correlati