Ibridi nautici: ‘Navigare ad emissioni zero. I sistemi ibridi nella propulsione nautica’
Ibridi nautici, ovvero ‘Navigare ad emissioni zero. I sistemi ibridi nella propulsione nautica“. Vi ricordate il digitalk, promosso da Massimo Labruna, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Fpt Industrial, As Labruna, Isotta Fraschini e Cmd Engine? Ve ne abbiamo parlato in questo post. Ibridi nautici: cominciamo dall’esortazione di Confindustria. Natale Mazzucca In questa […]
Ibridi nautici, ovvero ‘Navigare ad emissioni zero. I sistemi ibridi nella propulsione nautica“.
Vi ricordate il digitalk, promosso da Massimo Labruna, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Fpt Industrial, As Labruna, Isotta Fraschini e Cmd Engine? Ve ne abbiamo parlato in questo post.
Ibridi nautici: cominciamo dall’esortazione di Confindustria. Natale Mazzucca
In questa sede trovate un’anticipazione dell’articolo che pubblicheremo su DIESEL di Settembre, dove leggerete anche dei contributi dei motoristi sugli ibridi nautici. Qui abbiamo preferito affidarci ai contributi dei due esponenti di Confindustria nazione.
Cominciamo da Natale Mazzucca, Vice Presidente di Confindustria, con delega all’economia del mare e al Mezzogiorno.
«Il fattore tempo è determinante per la tenuta sociale ed economica del nostro paese, ma non vedo un disegno chiaro di ripartenza. Voi rappresentate un settore economico che quota circa 130 miliardi di Pil e un numero di addetti che si approssima al milione di persone.
La transizione energetica è un’istanza avvertita chiaramente e forse non tutti sanno che l’Italia è il primo paese per economia circolare in Europa. Certo, le proiezioni annunciano la contrazione del 10% del Pil. Se sommiamo questo dato con la quota che non abbiamo recuperato dal 2008, il calo è misurabile nel 20%, con 400mila persone ancora espulse dal mercato del lavoro. Dobbiamo quindi attivare i driver di sviluppo, come la Blue Economy.
I recenti decreti legge non hanno prestato molta attenzione alla Blue Economy. All’articolo 199 del Decreto Rilancio sono stati stanziati soltanto 6 milioni per la riduzione delle tasse sulle concessioni governative. La nostra ambizione è fare dell’Italia, e soprattutto del Mezzogiorno, una grande piattaforma logistica. Pensiamo alle opportunità originate dal raddoppio del Canale di Suez.
Dobbiamo però risolvere i nodi infrastrutturali dell’intermodalità e ridurre il divario digitale.
Per fare un esempio, ci sono zone portuali, come Gioia Tauro, che non dispongono della banda larga. La transizione energetica e l’innovazione devono guidarci per competere in un mondo sempre più schiacciato tra le due superpotenze economiche, Usa e Cina».
Luigi Giannini, Presidente di FederPesca
Passiamo la palla a Luigi Giannini, Presidente di FederPesca, che associa oltre 3mila imprese con navi oltre le 10 tonnellate. Dalle parole del Presidente Giannini emerge l’orientamento pro-attivo all’ibridizzazione degli operatori del settore ittico.
«Nel 2013 abbiamo ospitato il primo seminario italiano sulla Blue Economy. L’innovazione è fondamentale nel rilancio del sistema paese, soprattutto nel comparto della pesca, che si trova in una condizione di compressione competitiva, a causa del dumping dei concorrenti.
Un sistema propulsivo meno impattante sull’ambiente e che concili la riduzione dei consumi è un tema che affrontiamo da parecchio tempo. Circa 12 anni fa presentammo un progetto ibrido insieme all’Università di Bologna e al Rina, corredato di test al banco. Questi certificarono una riduzione tra il 30 e il 50% dei consumi, tramite l’accoppiamento di due generatori elettrici a bordo con altrettanti motori elettrici in parallelo. Una ridondanza, con sistema di back-up, perché all’epoca ritenevamo questa soluzione lo stato dell’arte per rispondere alle esigenze della pesca.
In prima battuta, la capacità di trazione esercitata dal motore principale di un sistema diesel-elettrico, fondamentale per la pesca a strascico. Per avere coppia e ‘tiro’ sufficienti per il traino di reti, come quelle dei crostacei di profondità, esercitata fino a profondità di 850 metri.
Significa avere dietro la poppa all’incirca 4.000 metri di cavi d’acciaio. Occorrono determinate velocità di navigazione, vitali in caso di maltempo, e la necessità di rifornire di energia i servizi di bordo, come la congelazione rapida, a meno 40o o addirittura 60°, per alimentare le celle di stoccaggio. Questa sfida deve riguarda anche il revamping».