Om Still ibridi, una storia scritta tutta in tedesco. Protagonisti di questa storia sono  23 nuovi carrelli frontali, cinque RX 70-80 e diciotto RX 70-30H, questi ultimi alimentati da un sistema di propulsione ibrido. Scenario dell’ambientazione è l’industria cartacea. Ci troviamo alla Cartonstrong, specializzata nella produzione di carta, cartone, imballi e packaging, appartenente al Gruppo Pro-Gest, quartier generale nella Marca Trevigiana, 22 aziende operative in 7 regioni italiane e 2 miliardi di imballaggi prodotti.

Om Still e Deutz

I cinque carrelli ad alimentazione convenzionale (a quanto pare il diesel non tramonta su quest’applicazione, largamente fidelizzata all’elettrico) si affidano a Deutz per l’erogazione di potenza. Il  prescelto è il Tcd4.1, 4 cilindri da 80 chilowatt a 2.400 giri. Il fratello maggiore, il Tcd6.1, anima il cofano del Best Design 2016). Attrezzato con l’scr, l’Rx70 consente di posizionare sul telaio, di fianco al motore, il serbatoio dal tappo blu per lo stoccaggio dell’urea tecnica. Un alloggiamento compatto che minimizza l’impatto del Tier 4 Final su una macchina che per naturale vocazione applicativa si muove in spazi a volte limitati e deve mantenere un raggio di volta strettissimo e un corretto bilanciamento tra l’asse sbalzo anteriore/cabina/forche e corpo macchina.

Om Still ibridi con WV

Deutz non è però l’unica tedesca tra  i ‘muletti’ di Om Still per Cartonstrong, che ha rinnovato il parco macchine anche grazie al pacchetto ibrido che vede Volkswagen fornitore dell’endotermico. Sugli ibridi Om Still c’è un quadricilindrico da 1,9 litri a fornire i 30 chilowatt necessari ad alimentare i 70-30H. Nel 2013 avevamo notato tra Bauma e Agritechnica i piccoli (da 1 a 2 litri) di Wolfsburg durante la stagione di rilancio della proposta industriale Vw, allo stand Man, per integrare la fascia d’attacco di Norimberga. Il Dieselgate ha raffreddato le velleità espansive del 2 litri Tdi, che si fa notare nella fascia di riferimento per le curve specifiche, e dei fratelli minori.

Om Still, WV e i supercapacitori

Supercapacitori, dalla serie “toh, chi si rivede!”. Spuntati a bordo dei treni per recuperare l’energia cinetica altrimenti dispersa in frenata, successivamente travasati sugli autobus urbani (cliccando qui ne vedrete un esempio lungimirante), rispuntano a ragion veduta sui muletti. Gli Ultra-Caps degli ibridi Om Still immagazzinano la corrente elettrica generata durante le frequenti frenate in fase di manovra e la rilasciano per le operazioni di marcia o di sollevamento. L’obiettivo è chiaramente quello di ridurre il consumo di gasolio degli RX 70-30H.

Un altro asso dal mazzo Om Still è stato il FleetManager, sulla scia delle economie di scala dei flottisti dell’automotive pesante. Un software permette di monitorare il parco macchine, consentendo  una rotazione efficiente dei mezzi e di evidenziare tempestivamente eventuali inconvenienti.

 

 

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