La via di ifm all’agricoltura sostenibile
Che contributo può dare una realtà come ifm electronic alla questione cruciale dell’agricoltura sostenibile? O, volendo allargare lo sguardo, alla sostenibilità – intesa in senso lato – dell’intera filiera del food & beverage? Un contributo più concreto di quanto si possa apparentemente credere, fondato su un sistema meccatronico di controllo delle macchine mobili (e dei loro […]
Che contributo può dare una realtà come ifm electronic alla questione cruciale dell’agricoltura sostenibile? O, volendo allargare lo sguardo, alla sostenibilità – intesa in senso lato – dell’intera filiera del food & beverage? Un contributo più concreto di quanto si possa apparentemente credere, fondato su un sistema meccatronico di controllo delle macchine mobili (e dei loro componenti chiave, primo tra tutti il motore) composto dai prodotti e dalle soluzioni a catalogo.
Basso impatto, consumo energetico sotto controllo, alta replicabilità, semplicità sono le principali caratteristiche di questo sistema, pensato per essere alla portata di diversi soggetti, come vedremo.
Il sistema R360 di ifm
Le soluzioni ifm che fanno parte del sistema R360 sono strumenti di controllo, dunque i Plc; sistemi di interfaccia uomo-macchina (Hmi, display, pannelli operatore); moduli di connettività (IoT) e, specialità della casa, sensori specifici per l’ambito delle macchine mobili. Il tutto pensato per essere modulare: che si tratti di un utilizzatore diretto, di un OEM, di un’azienda o di un dealer, chi beneficia del sistema R360 di ifm può scegliere tutte o alcune delle soluzioni a disposizione, con combinazioni aperte e senza vincoli. All’insegna della customizzazione, e con un supporto alle spalle fatto di informazioni chiare e semplici da reperire, contenuti dedicati, seminari, manualistica e assistenza tecnica pronta.
Scommettere sull’associazione tra agricoltura e sistemi per l’agricoltura
«Il pacchetto ecomatMobile di ifm è destinato a chiunque voglia incrementare sostenibilità e produttività attraverso macchine da lavoro mobili che sappiano sfruttare a pieno i benefici della connettività e della digitalizzazione, monitorando qualsiasi attività perché raggiunga il massimo dell’efficienza», spiega Paolo Rocca, che delle soluzioni per le macchine mobili è il riferimento italiano in ifm electronic. «Restando sui campi, questa visione si applica alle macchine agricole di qualsiasi tipo: quello che facciamo è scommettere sull’associazione tra agricoltura e sistemi per l’agricoltura».
Con un elemento centrale e, per certi versi, sorprendente: quello di un produttore di componenti ‘4.0’ che dialoga direttamente non solo con chi costruisce le macchine, ma anche con tutti gli altri protagonisti della filiera della meccanizzazione agricola.
Paolo Rocca, chi sono, dunque, i destinatari delle soluzioni ifm per l’agricoltura sostenibile?
Ifm produce componenti elettronici: la catena del valore parte naturalmente dall’OEM. Negli anni, però, ci siamo progressivamente rivolti anche agli end user. È importante dire che le soluzioni ifm possono essere installate anche su macchine o attrezzature già esistenti, in modo da garantire un salto di qualità in termini di connettività.
Se poi vogliamo guardare oltre l’ambito prettamente agricolo e spaziare sulla logistica del food & beverage, i benefici del sistema IoT ecomatMobile possono essere estesi anche alla gestione delle flotte di veicoli in movimento sul territorio, con la possibilità per le aziende di monitorare la parte della logistica. La filiera, insomma, si accorcia, si fa più integrata, evoluta e sostenibile. E anche il consumatore finale trae vantaggi da questa maggiore integrazione, che si traduce in un livello più alto di efficienza.
Tornando ai mezzi e a ciò che noi di DIESEL guardiamo più da vicino, quale può essere l’impatto delle soluzioni ecomatMobile di ifm sul controllo delle prestazioni dei motori?
Una soluzione che si sta dimostrando vincente è quella dei pannelli Hmi da 2,8 e 4,3 pollici che mostrano l’intera mappa generata dall’Ecu, l’unità centrale del motore. Questo è possibile per via della compatibilità del protocollo di comunicazione J1939 tramite il Can bus utilizzato dai vari costruttori di motori. Ifm dà la possibilità di acquistare un unico codice per avere un’interfaccia uomo-macchina customizzata e univoca per tutte le macchine, a prescindere dal tipo di motore montato.
A nostro avviso, la standardizzazione del protocollo, così come delle soluzioni Hmi, è non solo possibile, ma anche auspicabile con l’obiettivo di agevolare gli utilizzatori delle macchine. Pur nel rispetto delle specificità di ogni motore, crediamo sia possibile stabilire delle sinergie per quanto riguarda la parte di controllo, dunque un dialogo fruttuoso tra specialisti dei sistemi di controllo, costruttori di motori e system integrator.
Cambia qualcosa nel caso di motori ibridi, o addirittura full electric?
Niente affatto, l’approccio rimane identico. Anzi, nel caso dei motori elettrici siamo agevolati perché, nella gran parte dei casi, la loro elettronica comunica direttamente attraverso il Can bus: questo ci permette di implementare un sistema ifm anche a prescindere dal protocollo.
Parlando di motori elettrici, generalmente associati a un pacco batterie, ifm ha già realizzato soluzioni che consentono un dialogo tra la stazione di ricarica e le batterie stesse tramite un modulo Can-WiFi, in modo da avere scambio informazioni senza fili durante il processo di ricarica.