La ventiduesima edizione della biennale esposizione internazionale Inter Airport Europe, la fiera dedicata ad attrezzature, tecnologia, design e servizi aeroportuali tenutasi presso l’avveniristico quartiere espositivo di Monaco di Baviera dal 5 all’8 ottobre, ha visto la partecipazione record (+8% rispetto alla edizione 2017) di ben 14.392 visitatori provenienti da 108 diversi paesi.

I 659 espositori hanno rappresentato in quella settimana ben 40 diverse nazioni: le bandiere che sventolano più in alto sono i ‘soliti’ tricolori continentali di Italia, Francia e Germania che, giocando in casa, ha marcato più di un quarto degli spazi; a seguire quella della Repubblica Popolare Cinese, anch’essa ben presente.

Le tendenze dell’anno – prontamente indicate da Ulika Tosner, responsabile della organizzazione – indicano tanti ‘like’ su argomenti smart quali digitalizzazione e l’automazione della logistica aeroportuale. Dunque, data per scontata la febbre della corsa a un sempre migliore servizio per il passeggero 4.0, ‘sempreverde’ è il tema della riduzione delle emissioni in atmosfera, per un comparto che è storicamente assetato di combustibile fossile.

ATA, I TOW TRACTORS E KUBOTA

Alcune delle novità presentate a Inter Airport Europe

Ma proprio nella settimana in cui i tre padri che nel lontano 1991 concepirono la batteria agli ioni di litio venivano insigniti da Stoccolma con il Premio Nobel per la Chimica, cosa fermentava – a proposito di energia – fra gli stand dell’appuntamento bavarese? La curiosità del cronista è infatti stata rapita dalla proliferazione delle più svariate applicazioni elettriche che il settore produttivo aeroportuale sta offrendo agli handler. Nel Bel Paese, tale percorso è sospinto anche dal Disegno di Legge N°787 attualmente al vaglio del Senato (“Disposizioni per la sostituzione di automezzi e attrezzature alimentati con motori endotermici con automezzi e attrezzature a trazione elettrica negli aeroporti”).

SCANIA PER L’AEROPORTUALE. NE AVEVAMO PARLATO QUI

Ciononostante, i macchinari che usufruiscono di fonti energetiche convenzionali non mancano: il motore a ciclo Diesel in tutte le sue declinazioni di potenza – benchè assediato – resiste e rilancia. Cummins presenta motori a partire da 75 chilowatt definiti ‘Stage V ultra’ tendenti a ‘NOx-zero’. Deutz è molto presente su macchinari di taglia ridotta; la casa di Colonia ha nell’occasione presentato una nuova valvola Egr interraffreddata per il proprio motore da 2.9 litri: minori temperature sul ricircolo dei gas implicano minori emissioni. Poche parole ma molta concretezza da parte della squadra britannica Perkins, che equipaggia ancora oggi un numero elevato di macchinari mobili Gse (Ground Support Equipment) di taglia ridotta.

Inter Airport Europe
La presentazione degli Stage V Cummins al Bauma di tre anni fa

Seguire la via maestra o innovare?

Dunque, quale sarà la tendenza che seguirà il mercato dei costruttori delle applicazioni mobili nei prossimi mesi? Seguire la via maestra adottando soluzioni tecnologicamente evolute all’inseguimento dell’emissione quasi-zero oppure affidarsi a pionieristiche innovazioni legate al mondo del motore elettrico che però godono il favore della critica e anche degli orientamenti del legislatore? ‘Ai posteri l’ardua sentenza’, allora, che però appare ben lungi dall’essere già scritta…

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