Intervista a Federico Decio, Pleasure Craft Product Line general manager a ZF Marine
ZF Marine, nelle parole di Federico Decio L’Italia ha registrato una crescita del 10 per cento nel 2016 e del 5 per cento nel 2017. Il 2018? «Per ZF Marine i risultati del 2016, ma soprattutto del 2017, sono stati soddisfacenti. Il mercato italiano, tra i più importanti per il diporto, ha fatto sicuramente da traino anche […]
ZF Marine, nelle parole di Federico Decio
L’Italia ha registrato una crescita del 10 per cento nel 2016 e del 5 per cento nel 2017. Il 2018?
«Per ZF Marine i risultati del 2016, ma soprattutto del 2017, sono stati soddisfacenti. Il mercato italiano, tra i più importanti per il diporto, ha fatto sicuramente da traino anche per noi. Ma i prodotti ZF Marine sono di grande successo anche per le imbarcazioni commerciali e da lavoro, quali trasporto merci e persone, pescherecci e posacavi. Questa tipologia di applicazioni è particolarmente sviluppata al di fuori dell’Italia: in particolare gli Stati Uniti, il nord Europa ed il Far East esercitano un ruolo dominante. Per questo motivo la crescita del mercato italiano della nautica giustamente da lei evidenziata, solo in parte ha influito sui risultati di ZF Marine. Il mercato italiano riveste attualmente infatti all’incirca il 10-15 per cento dell’intero business di ZF Marine».
Come sono andate le cose nel mercato mondiale?
«Il 2017 ha fatto registrare risultati al di sopra delle aspettative sia in Europa che, soprattutto, negli Stati Uniti. Alcune sofferenze le abbiamo riscontrate nel Far East, Sud America e Middle East. Nel 2018 il trend positivo si è esteso alle aree che avevano maggiormente sofferto nel 2017 e quindi, in termini di unità vendute, confermiamo un outlook positivo. Purtroppo l’effetto del cambio euro/dollaro ci penalizzerà in termini di fatturato nonostante la crescita produttiva e di vendita. In ogni caso, riteniamo che anche il 2018 si chiuderà con un risultato positivo».
Non solo Europa e Stati Uniti
La linea produttiva di ZF è concentrata sull’asse Padova-Friedrichshafen-Krimpen. È possibile immaginare una forma di parziale delocalizzazione nelle aree Apac e Nafta? Il mercato cinese è ancora immaturo per alimentare i numeri del diporto?
«La ZF Corporate ad oggi conta più di 230 stabilimenti nel mondo, dagli Stati Uniti all’Asia. I dipendenti a livello mondiale sono più di 130.000 ed hanno permesso all’azienda di raggiungere un fatturato oltre i 36 miliardi di euro. Chiaramente il business marino ha dimensioni contenute all’interno della galassia ZF, ma abbiamo accesso al know-how e alle risorse (produzione, vendita e after-sales) della casa madre. Grazie a questo, la divisione vanta una rete di vendita ed assistenza al mondo che non ha eguali nell’ambito marino. Già oggi ZF Marine produce anche in Asia: in particolare nello stabilimento di Kaoshiun realizziamo componenti per linee d’asse ed eliche.
Relativamente al diporto, il Far East sta crescendo, seppur lentamente, come mercato di sbocco per i cantieri europei, americani ed australiani. ZF Marine monitora attentamente i cantieri diportistici in quell’area. Confermiamo che il business marino in quelle aree è ancora fortemente legato ad applicazioni commerciali e da lavoro».
Soluzioni Pod sì, ma a seconda dei mercati
Non ritiene strategico che ZF perda la ‘verginità’ di fornitore free per abbracciare una proposta integrata ‘pod+motore+eliche di manovra+JMS’ e arginare l’avanzata Volvo (e la possibile risposta Mercury-Zeus)?
«Siamo stati i primi a sviluppare una soluzione di tipo Pod per potenze elevate (1.200 cavalli) ed ancora oggi forniamo i nostri prodotti a Mercury per i Pod Zeus. Monitoriamo l’evoluzione della domanda per questo tipo di propulsioni che sembra crescere in alcuni mercati, aree geografiche ed applicazioni. Altrove succede l’opposto: le linee d’asse tradizionali e gli outboard di grande potenza stanno guadagnando market share».
Ibridizzazione ed elettrificazione
Parliamo della formula ‘hybrid ready’. Come reagiscono i cantieri alle ipotesi di ibridizzazione della linea d’asse?
«Siamo massimamente attenti anche alle propulsioni ibride ed elettriche, che rappresentano tuttora una nicchia tra le applicazioni marine, anche se l’interesse degli operatori è innegabilmente in continua crescita. ZF Marine non vuole pertanto farsi trovare impreparata: grazie alla possibilità di accedere al know how della casa madre nelle differenti declinazioni automotive stiamo sperimentando gli approcci tecnologici più adatti. Siamo determinati a replicare con le propulsioni ibride ed elettriche il ruolo di protagonisti che abbiamo oggi con le propulsioni tradizionali».
Capitolo elettrificazione. Come si sta muovendo ZF?
«Per dare un segno incontrovertibile del focus su elettrificazione e sistemi di guida autonoma ZF ha creato la divisione E-mobility. Questa divisione (tra le sette del gruppo) opera trasversalmente e ha il compito di sviluppare soluzioni avanzate per la mobilità del futuro in ogni ambito di applicazione. Quindi anche in ambito marino».
ELETTROMOBILITÀ AGLI ZF TECHNOLOGY DAY
Supershift, 4.0 e il futuro del marine
Risale al Mets del 2017 la sua presentazione del Supershift. Potrebbe fornirci maggiori dettagli del sistema? Quali sono le reazioni degli OEM nautici?
«Il Supershift è la più recente tecnologia di innesto per le nostre trasmissioni. Garantisce una rapidità e morbidezza di innesto senza eguali. Il prodotto ha riscosso un così largo consenso fra i nostri clienti ed utilizzatori che l’azienda ha deciso di offrire unicamente questo tipo di soluzione a partire dal 2019».
Quali saranno i prossimi prodotti e tendenze che ZF Marine importerà dalla divisione automotive?
«Sicuramente le tecnologie dell’assisted ed autonomous drive sono già oggi sotto la nostra lente di ingrandimento. L’utilizzo in ambito marino è sicuramente diverso da quello su un qualsiasi mezzo su ruote, ma sensori e unità di comando sviluppate per applicazioni ‘stradali’ possono trovare la loro giusta collocazione. Analogamente sarà replicato lo stesso approccio per le propulsioni ibride ed elettriche».