È stato inaugurato il primo marzo, nella sede di Isotta Fraschini Motori a Bari, il Cis, Centro di Innovazione e Sviluppo, che si occuperà dello studio di nuovi sistemi di power management, che comprendano anche le energie rinnovabili, tra cui le fuel cell, e dell’avvio della progettazione di un nuovo motore che soddisfi le esigenze di ridurre le emissioni, con l’obiettivo finale dell’impiego di idrogeno. 

Il primo relatore a salire sul palco è Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia: «Isotta Fraschini ha saputo mantenere viva una storia che oggi arriva ad interessare le future generazioni, attraverso il Cis. Grazie all’iniziativa di Fincantieri, un’azienda che rappresenta l’Italia e il suo capitale umano, e alla visione che sta realizzando, penso che la Puglia oggi rappresenti il posto giusto al momento giusto per costruire un futuro di cui l’iniziativa di oggi è solo uno dei primi passi».

È Giuseppe Joe Gelonese, responsabile marketing e comunicazione di Isotta Fraschini, a fare gli onori di casa: «È per me un vero privilegio poter presentare oggi una nuova pagina di storia di questa azienda, un nuovo capitolo che traguarda un futuro sfidante per Isotta Fraschini Motori».

Passa la parola al presidente Sergio Razeto che, dopo i saluti di rito, annuncia: «Il Centro Innovazione e Sviluppo che andremo a inaugurare è una parte significativa del nostro cammino. Siamo partiti cinque anni fa iniziando a lavorare su tre diverse linee: sicurezza e adeguamento alla normativa, revisione dei prodotti e degli impianti, revisione dell’organizzazione dei processi dei fornitori». 

Sono stati investiti oltre 5 milioni di euro per migliorare la struttura e, per quanto riguarda i prodotti, sono state apportate modifiche importanti, mentre il service è stato completamente riorganizzato. «Anche i pattugliatori d’altura dalla quarta unità» aggiunge Razeto «montano il motore di Isotta sviluppato in collaborazione con la Marina Militare dopo aver girato 3.000 ore in sala prove. È cambiata l’organizzazione, sono state riviste le posizioni apicali, è stata creata la logistica con l’integrazione di un moderno magazzino automatico e un sistema di tracciabilità». Prosegue inoltre la collaborazione con il Politecnico di Bari, con cui oggi Isotta Fraschini Motori ha in corso tre dottorati di ricerca, ma soprattutto continua l’operazione pensata per ridare valore al brand, chiamata “Back to the basic”, che punta a creare in tempo breve un prodotto a minor costo che possa essere utilizzato anche per il settore terrestre. «Oggi abbiamo un 16 e un 12 cilindri, motori moderni con un cuore ben collaudato realizzati con una riduzione costi del 40% senza rinunciare ad affidabilità e qualità. In collaborazione con la Marina e con la nostra divisione militare, stiamo realizzando un nuovo motore che rappresenterà il nostro futuro. Il prototipo sarà pronto entro fine anno dopo essere stato sottoposto a un percorso di validazione lungo e impegnativo. Per questo progetto la Regione Puglia ha richiesto l’assunzione di 32 persone e, consapevoli che non avremmo avuto un significativo carico di lavoro senza l’introduzione di nuovi prodotti, abbiamo assunto 24 ingegneri e 8 tecnici creando il nostro Centro di Innovazione e Sviluppo».

Tra le attività previste nel programma del Cis, una posizione di rilievo occupa il tema della transizione verso la produzione di energia “green”, con lo studio di nuovi combustibili (compreso l’idrogeno) e la progettazione e costruzione di fuel cell.

Giovanni Bruni, direttore operativo di Ifm, ci introduce nel vivo del progetto IFuture, di cui su DIESEL abbiamo cominciato a parlare a luglio 2020: «Riteniamo che un programma che evoca il futuro anche nel nome debba essere descritto e presentato da chi oggi rappresenta il futuro di Isotta Fraschini, ossia dai nostri giovani colleghi».

Accoglie l’invito Federica Gazzilli, ingegnere e Planning & Management Specialist, che illustra il programma e la realizzazione dei nuovi prodotti, in linea con le aspettative di sostenibilità ambientale. «Il primo obiettivo che abbiamo raggiunto era quello di ottenere una nuova tipologia di prodotti derivandola dalla matura e collaudata esperienza in campo marino, con caratteristiche quali la semplicità costruttiva, che ci ha permesso tra l’altro di ottenere un notevole abbattimento dei costi». Gazzilli illustra poi le attività di ricerca in corso con il Cnr e lo Stem di Napoli, volte all’impiego di combustibili alternativi (in particolare Hvo, metanolo e ammoniaca) sul motore monocilindrico, che saranno successivamente testati su motori reali. Seguirà poi il progetto della nuova famiglia di motori che dovrà soddisfare le esigenze del futuro in termini di performance, potenza, emissioni e sostenibilità ambientale, grazie ad un’architettura modulare di differenti cilindrate, da 8 a 20 cilindri, in grado di erogare una potenza fino a 5.000 kW in configurazione propulsiva e 4.000 kW in configurazione di generazione di energia. La caratteristica fondamentale di questo motore è che sarà alimentato con combustibili alternativi e potrà funzionare con idrogeno al 100%. «Siamo anche coinvolti in importanti progetti di sviluppo di impianti fuel cell destinati ad applicazione marina grazie ad alcune attività svolte insieme a Fincantieri, quali per esempio la sperimentazione fuel cell di impianti Proton Motor da 30 chilowatt, la verifica di sistemi fuel cell con batterie sulla nave Zeus e le sperimentazioni di uno stacco prototipale di 5 kW alimentato a idrogeno-ossigeno con il progetto Tecbia. Tali attività hanno consentito a Ifm di sviluppare un sistema modulare completo con moduli di 500 chilowatt anche di taglie minori. L’ultimo – non meno importante – punto del programma IFuture è lo sviluppo di un di un sistema di monitoraggio e gestione dei prodotti Isotta Fraschini, in grado di raccogliere dati e analizzarli anche da remoto, facilitando quindi la manutenzione predittiva». 

La parola passa all’amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, Pierroberto Folgiero: «Il lavoro che è stato fatto in passato è encomiabile. Le competenze hanno incontrato le competenze, e non è stato un incontro casuale.Bisogna puntare sulla concretezza, darsi obiettivi di breve, medio e lungo termine. Per Fincantieri Isotta Fraschini è stata, nel piano industriale, incastonata nella strategia della transizione energetica del gruppo, oltre che nella strategia di servizio della Marina. Tutti gli sforzi che sono stati fatti per alzare la qualità sono la base per il futuro, e per questo dobbiamo ringraziare la capacità produttiva dell’azienda. In futuro ci sarà altro lavoro da fare per portare il prodotto “a terra”, un grande progetto che sta andando avanti e che consentirà di aprire ulteriori mercati. È chiaro che se riusciremo in questo, Isotta Fraschini diventerà il polo di competenze per tutto quello che riguarda la marinizzazione delle fuel cell. Idee chiare, obiettivi chiari, attenzione alla qualità, riconoscenza verso chi ha fatto tutto questo e soprattutto riconoscenza verso il territorio: gli ingredienti ci sono tutti».

Conclude gli interventi l’amministratore delegato di Isotta Fraschini Motori, Marco Acca, che ringrazia tutti gli ospiti a nome di tutti gli uomini e le donne dell’azienda: «La vostra presenza per noi è importante perché focalizza l’attenzione verso una realtà industriale in cui operano persone competenti, motivate e consapevoli di poter contribuire alla transizione energetica, fortemente sostenuta dal piano industriale recentemente varato dal gruppo Fincantieri. I nostri giovani hanno le competenze per raggiungere più velocemente ed efficacemente i nostri obiettivi. Permettetemi infine di ringraziare tutti i dipendenti di Isotta Fraschini Motori: loro, la storia di questa azienda, anche con non poche difficoltà, l’hanno fatta, la stanno facendo e vogliono continuare a farla».

Al taglio del nastro, fatto da Forgiero, abbiamo l’occasione per rivolgere una domanda all’amministratore delegato di Fincantieri. In quale modalità il Cis dialogherà con la ricerca e sviluppo di Fincantieri? «Abbiamo creato una nuova direzione della corporate che ha sotto lo stesso cappello tutte le attività operative: ricerca e sviluppo, acquisti e attività di innovazione, proprio per cercare di intrecciare bene a livello di gruppo e non sovrapporre il lavoro di tante società diverse». 

Abbiamo poi approfondito gli aspetti organizzativi del Cis con Gianluca Piscopo, ingegnere responsabile della progettazione e dello sviluppo dei nuovi motori. «Con la creazione del Cis abbiamo voluto riportare “in casa” un po’ di know-how sulla parte di elettronica e software, che prima ci veniva fornita dall’esterno. Abbiamo presentato anche un piano di investimento – ora in fase di approvazione – proprio sulla digitalizzazione aziendale, focalizzato in particolare sul sistema di monitoraggio da remoto, sviluppato in ottica molto modulare a seconda delle esigenze del cliente. Oggi al Cis abbiamo 7 persone dedicate a elettronica e software, 6 alle fuel cell, 15 alla progettazione meccanica sia di commessa che di prodotto, 8 allo sviluppo del prodotto e allo studio di combustibili alternativi. Tutta la parte software che stiamo progettando comunque si sposerà sia con il motore che con la fuel cell. Secondo noi il motore a combustione interna rappresenterà ancora la chiave per la decarbonizzazione: mentre i produttori di fuel cell sono pochi, tre o quattro al mondo, per quanto riguarda il motore abbiamo le maestranze già formate e le officine che sanno fare assistenza». 

I prossimi passi di questo ambizioso programma saranno la realizzazione, nei prossimi due anni, di tre sale prove: una per l’idrogeno, una per l’ibrido, dove potrà essere testato anche il gas, e una sala più grande per la nuova piattaforma motore in via di sviluppo.

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