Marazzato e la buona stella di Isotta Fraschini
Il 16V170 G Engine Road Show di Isotta Fraschini si è concluso da Marazzato, che annovera nella sua collezione il D65, splendido attore insieme al 67 litri
Il cielo è bigio, il nostro umore pure. Se tutto è iniziato a Bari, dove ci troviamo ora quel ‘tutto’ conosce l’epilogo, in un abbraccio ‘triste y final‘, ma non solitario (citando Osvaldo Soriano). In quest’atmosfera crepuscolare, ci conforta che il distacco dal ‘nostro’ avvenga infatti nel contesto di un momento celebrativo. Il 16V170 G si ritrova in uno scenario a lui insolito, veicoli commerciali, dal sapore vintage, che vivono una seconda vita nelle campagne di Borgo Vercelli, grazie alle attenzioni di Carlo Marazzato. Un camion, guidato da Antonio, ha coccolato e scarrozzato il 67 litri, che durante questo Engine Road Show ha fatto conoscenza di quei gruppi elettrogeni che lo proietteranno sulle quinte della produzione di energia in tutto il mondo. Sulla nostra, di quinta, sta calando il sipario, ma su quella della competizione globale il 16V170 G di Isotta Fraschini Motori ha da poco emesso i primi vagiti. Il nostro ragazzo si appresta a diventare grande, sotto la guida del Gruppo Fincantieri.
Isotta Fraschini e Marazzato: come sul set di Novecento
Come nel film di Bertolucci, le sequenze video ci rivelano l’esoscheletro del XX secolo, in questo caso nell’anatomia del trasporto merci, che a suo tempo ha sciolto le briglie al boom economico. Carlo Marazzato ha raccolto il lascito di Lucillo, il padre, che nel 1952 fece l’impresa, in senso stretto. Risale infatti a quasi settant’anni fa la genesi del Gruppo Marazzato, che ha associato indelebilmente il nome della famiglia alla competenza nel trasporto di materiali pericolosi. Il suo tono è lucido, la vena è affabulatoria, anche se tradisce un velo di commozione. Volete sapere perché? «Nel 1967 ho pensato di aprire l’attività a mio nome e sono andato alla ricerca di un conto terzi,» ci racconta, «legato per legge alla proprietà di un autocarro. Comprai un’Isotta Fraschini, che è tuttora in mio possesso. È stato trasformato in gru e l’abbiamo usato in azienda come mezzo di sollevamento. Negli Anni 2000 lo abbiamo restaurato, scoprendo che in tutta Italia ne erano rimasti solo due. Abbiamo attrezzato questa macchina con una cisterna. Ed è proprio grazie ai camion Isotta Fraschini che si è accesa la passione e ci siamo mossi alla ricerca di mezzi vetusti, per ristrutturarli e collezionarli». Per la cronaca, la Collezione Marazzato annovera oltre 250 esemplari.
Un lavoro di squadra
Dietro al 16V1670 G ci sono gli uomini, coloro che hanno reso possibile quello che poteva apparire, se non impossibile, perlomeno audace. Abbiamo ascoltato Joe Gelonese e la sua vis istrionica, sul palcoscenico itinerante, e citato sia Enzo Perri che Maurizio Bianco. Mancano all’appello in due. Guido Signore è la figura tecnica, l’angelo custode, una vita professionale dedicata alla manutenzione, nello stabilimento di Bari. Nomen omen, un signore, di cognome e di fatto.
«Sono entusiasta di questa avventura, chiamiamola così. Ringrazio Joe per avermi scelto, ringrazio l’ingegner Bianco ed Enzo Perri. Affrontiamo questi ultimi chilometri da percorrere, che finora sono stati tanti, e ne è sicuramente valsa la pena. È stato emozionante (ndr: Lo sussurra con la pelle accapponata. E il corpo non mente mai…)».
Last but not least, come si dice, Antonio Dell’Erba, il driver della Boomerang Transport di Bari. «Quando faremo ritorno alla Isotta Fraschini Motori, avremo percorso circa 5.000-5.300 chilometri». Per farvi capire di che pasta è fatto Antonio, riportiamo la sua battuta finale, con la quale potremmo degnamente chiosare l’intero 16V170 G Engine Road Show: «Auguro al motore che anche lui, come me, faccia molti ‘giri’…».
Un ringraziamento a…
Chi ci ha accolti, chi ci ha creduto e chi ci crederà. Perché quando leggerete questo resoconto, il 16V170 G sarà stato scaricato dalla pedana del truck di Antonio, eppure muoverà proprio allora i primissimi passi del suo autentico percorso, che lo condurrà sulla ribalta della power generation. È stato anche un viaggio nel costume nazionale, questo, che ha trovato nella convivialità il suo codice espressivo.
In ordine di comparizione, ricordiamo Bruno Generators, a Grottaminarda, e le solatie apparizioni in Sicilia, da Floridia, a Modica, e da Ascot Industrial, a Gela. Ci siamo imbarcati sul traghetto notturno da Palermo a Napoli per fare visita a Coelmo, ad Acerra. Abbiamo successivamente indossato abiti più congeniali agli umori climatici traspadani per recarci da Electra Impianti, a Cornedo Vicentino, e alla TecnoGen, del Gruppo Bruno, a Pontenure, nei dintorni di Piacenza. Il sole ci ha salutati da Bimotor, a Ciriè (Torino), e alla Ctm, Compagnia tecnica motori, a Cesano Boscone (Milano). Ci siamo addentrati tra le maglie strette della provincia, come avete visto, anche in occasione dell’ultima tappa, da Green Power, a Caprazzino di Sassocorvaro (Pesaro-Urbino).
Prima di riavvolgere il nastro, c’è un nome che non è comparso nell’itinerario ufficiale ma che fa parte del nobile passato di Isotta Fraschini Motori e ha fornito un supporto essenziale per la mappatura dei bisogni, delle aspettative e delle specifiche riconducibili al 67 litri e agli installatori. Consulenza diagnostica, radiografie prestazionali, test e visione d’insieme. Tessari Energia ha rappresentato questo, per l’ingegneria del braccio motoristico del Gruppo Fincantieri. E proprio a Trieste indirizziamo i ringraziamenti finali.