Abbiamo varcato il Po per celebrare la sesta tappa dell’Engine Road Show di Isotta Fraschini Motori, sotto l’egida del Gruppo Fincantieri. La Via Emilia fende Pontenure come una rasoiata, a un tiro di schioppo da Piacenza, e prosegue fino al cuore della Motor Valley emiliana.

Con Isotta Fraschini e TecnoGen la Val Nure assomiglia all’Irpinia

Alla TecnoGen ci pare di percepire i primi vagiti di questo viaggio alla riscoperta dell’Italia, sotto l’egida del Gruppo Fincantieri. Un percorso che in poco più di una settimana, come ha osservato Giuseppe Joe Gelonese, ci ha indotti a passare dalle maniche corte a maglioni e kway. Bruno Generators, ricordate? Fu la prima tappa, a Grottaminarda, quella che ci diede l’abbrivio per scivolare dalle atmosfere agostane della Sicilia a quelle decisamente più austere e piovose della pianura padano-veneta. TecnoGen si sente al sicuro, sotto l’ombrello di Bruno Generators, e gioca a tutto campo, che si tratti di 50 e 60 Hz, gruppi in container o portatili, Stage V, torri faro. Praticamente un’enciclopedia degli stazionari. Dalla platea qualcuno ha chiesto lumi sull’impianto di iniezione, uno dei cardini del rinnovamento del 16V170 G, rispetto al genitore per la nautica. Ha risposto Maurizio Bianco, Sales Department di Isotta Fraschini Motori. «Si tratta di due pompe in linea per bancata, accoppiate con un giunto a lamelle intermedio. Dalla distribuzione prende il moto sia la pompa di alimentazione gasolio che il comando della pompa. Le pompe, al pari degli iniettori, sono Motorpal, funzionalmente adattate in termini di ordine di scoppio e di applicazione». 

Quali prospettive, nel 2022 e come si sta evolvendo il mercato, anche nell’ottica del Pnrr? Risponde Renato Bruno in persona 

Fare di mestiere il Ceo di un’entità articolata e poliedrica come il Gruppo Bruno non è facile. A Renato Bruno, però, riesce naturale. Si dice soddisfatto per il Road Show, perché «da italiani siamo orgogliosi che un’azienda italiana si proponga in questa fascia di mercato. Riteniamo interessante questa iniziativa perché noi, che siamo presenti nella generazione da oltre trent’anni, possiamo testimoniare che c’è una domanda crescente per queste fasce di potenza». Quindi puntualizza che «questa domanda sarà ulteriormente alimentata sia dal Pnrr che dalla richiesta di energia pulita, perché i motori diesel si accompagneranno necessariamente allo sviluppo di una prospettiva che vedrà sempre meno piccoli motori diesel per la trazione e sempre più grandi macchine per produrre quell’energia che viene poi utilizzata altrove. Riteniamo che le prospettive siano rosee non soltanto per il 2022, ma per gli anni a venire».

La missione di TecnoGen nel contesto del Gruppo Bruno.

Risponde Emanuele Rizzi, Plant manager. «TecnoGen si occupa dei gruppi di piccola taglia, fino a 150 kVA. Siamo sempre stati votati alle macchine più piccole, non per questo meno strategiche ma sicuramente diverse da quelle più grandi. Qui a Pontenure sviluppiamo prodotti innovativi, legati al recupero di energia, quindi anche macchine per accumulo. I prossimi anni punteremo su questa tecnologia, che spingerà il mercato verso il recupero di efficienza e aiuterà i noleggiatori con un prodotto affidabile e che consumerà meno nell’arco del ciclo di vita».

Milantractor e una riflessione sulla fascia di potenza a cavallo dei 2 MW. 

Abbiamo definito il Gruppo Bruno un’entità poliedrica. Bene, se non vi bastassero le riflessioni di Renato Bruno e la carta d’identità di TecnoGen, redatta da Emanuele Rizzi, abbiamo pensato di raccogliere anche il contributo di Andrea Leoni, Direttore operativo di Milantractor. Come recita la presentazione, sul sito: “Milantractor è partner qualificato per la gestione delle emergenze“. È proprio così, Andrea Leoni?

«Milantractor si occupa della costruzione di macchine speciali» precisa, «soprattutto per l’oil&gas, storicamente il nostro settore di riferimento. Siamo anche noleggiatori di gruppi elettrogeni e di sistemi di energia. Disponiamo di un’importante flotta da noleggio e ci occupiamo, di conseguenza, di assistenza, a supporto sia della fase preventiva che quella di aftermarket». Rispetto alle nostre curiosità sui trend di mercato afferma che «per quanto riguarda le potenze in gioco, si stanno spostando verso l’alto. Un tempo si parlava di 1 MegaWatt e ci sembrava di ragionare in grande, ora potenze da 2 MW sono all’ordine del giorno, soprattutto per un’azienda come la nostra che gestisce impianti complessi».

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