Italscania ci ha raccontato il 2022
Italscania nel 2022 ha proseguito l'invidiabile trend del periodo recente. Gli industriali quasi raddoppiati, il Gnl ha attecchito sia tra i camion che tra gli autobus del Grifone
Italscania ha chiamato a raccolta i giornalisti nella prestigiosa cornice di Palazzo Parigi, a Milano, per raccontarci il 2022 che oramai volge al termine.
Lascia? No, nel 2022 gli industriali di Italscania hanno raddoppiato!
Paolo Carri lo dice a chiare lettere: Italscania nel 2022 è cresciuta tanto, l’obiettivo per l’anno che verrà sarà di stabilizzare le quote. Il volume dei motori consegnati è infatti quasi raddoppiato (+92 percento). La suddivisione all’interno della triade motoristica a listino sancisce il primato del 13 litri, con il 42 per cento, seguito dal V8 (il 16 litri ha registrato il 32 per cento). Fanalino di coda, seppure con una quota del 26 percento, è il 9 litri. È stato l’anno del travaso della tecnologia del Super, con un’efficienza superiore al 50 percento, al 13 litri industriale e dell’avvento dell’11 litri. Questi motori sono stati lanciati nel corso del 2022 e saranno in mass production nel 2024, in linea con le tempistiche di sviluppo a quattro mani con gli Oem coinvolti per la prova e la validazione. Bisognerà attendere il 2026 per il lancio della versione marinizzata. Come dimostrano gli accordi con Bruno Generators, per citare un costruttore, che ha scelto Scania per inaugurare la stagione Stage V, la generazione di energia ha recitato la parte del leone. La richiesta di energia era, rimane ed è destinata a restare sostenuta; diversi contratti siglati dagli Oem italiani hanno consentito di varcare i confini nazionali, senza dimenticare i nostri Vigili del fuoco. Da segnalare l’ingresso nel ferroviario. Il marino ha invece sofferto, in ragione delle traversie del mercato della pesca, che ha indotto a congelare le rimotorizzazioni. Sono però entrati nel diporto dalla porta principale, presenziando per la prima volta al Salone di Genova, e intendono proseguire in questa direzione.
A tutto gas, anche, e soprattutto, liquefatto
Il Super (leggete il confronto a pag. 28 del numero di Gennaio 2022) si è confermato tale anche dopo le prove su strada, che attestano un risparmio di carburante intorno al 10 percento. Un motore alimentabile ad Hvo, che sta facendo la sua comparsa alla pompa, condizione infrastrutturale sufficiente e necessaria a fare attecchire questa tecnologia. Secondo i calcoli del costruttore, con un’aspettativa standard di 630.000 chilometri e un consumo attestato sui 3,2 l/km, il risparmio annuo contabilizzato sarebbe pari a 20.000 litri, con un risparmio netto di 30mila euro, ai prezzi attuali, e di 60 tonnellate di CO2. Ma sia chiaro che il metano non è scomparso dall’orizzonte Scania, anzi è sempre più declinato come biometano, finalmente incentivato dal Pnrr, che ha messo sul piatto 1,7 miliardi di euro per ammodernare e rafforzare la produzione di biometano che dovrebbe tagliare il traguardo dei 7,5 miliardi m3 nel 2030. Per sostenere questa galoppata Scania ha varato nel corso dell’anno due tarature omologate per il biometano, da 420 e 460 cavalli. Come ricorda Paolo Carri, la sostenibilità si esprime anche nell’obiettivo ambizioso di decarbonizzare la struttura entro il 2030, facendo ricorso ad acciaio, ghisa e allumino verdi, inizialmente sui veicoli elettrici e sulle batterie in collaborazione con NorthVolt. Per capire il valore strategico del gas naturale liquefatto, ci viene in soccorso Roberto Caldini, responsabile della divisione autobus di Scania, che si guadagnerà una quota di mercato tra il 7 e il 7,7 percento. Il portafoglio ordini del 2022 ammonta a 307 unità, delle quali un terzo proprio a gnl. Quota 100 per i Touring ordinati in Italia, in appena due anni, nonostante il Covid abbia “straziato” il mercato dei Classe III. Anche nel gran turismo stanno implementando il gnl come alternativa esperibile al diesel.
Nota finale sugli elettrici, che tra i camion hanno trovato due formidabili alleati in Gruber Logistics , che ha ordinato 30 trattori elettrici, immatricolati in Germania, e la lituana Girteka, che ha firmato un accordo fino a 600 veicoli elettrici, inclusi i sistemi ricarica, nei prossimi quattro anni. Un input incoraggiante, considerando che la mobilità elettrica in Italia “arranca”: al 30 novembre risultano immatricolati 23 veicoli, a fronte dei 325 truck elettrici immatricolati in Europa nel 2021, 622 unità a settembre di quest’anno. La strategia multi tecnologica rimane l’impronta di Scania nella decarbonizzazione del trasporto.
Cifre dorate per Italscania, alla faccia dei problemi contingenti
È Enrique Einrich a ricordarci del suo insediamento, l’8 settembre 2020, all’epoca un italiano ancora stentato, reduce dall’esperienza al timone di Scania Messico. Si è ritrovato ad affrontare gli effetti della pandemia, lo shock della catena di approvvigionamento e la ricomparsa del fantasma dell’inflazione, che non flagellava il tessuto economico da tempo immemore. Eppure le vendite continuano a sorridere a Trento. Nel corso degli ultimi 18 mesi gli ordini si sono susseguiti senza soluzione di continuità, espressione di una domanda che non accenna a rallentare. E l’Italia non è un’anomalia: su scala globale si avvicina la fatidica quota di 100mila camion. Certo, i tempi di consegna si sono dilatati e hanno scontato le noie logistiche. La latitanza del microchip è stata per esempio risolta ma altre voci del registro dei fornitori continuano a destare apprensione. Prosegue la ormai endemica mancanza di autisti. Scania ha scavallato le difficoltà con una scelta precisa, dando la priorità al service e alle officine, rispetto alla produzione. A proposito di manutenzione, Italscania ha avviato un programma lungimirante, finalizzato a creare un ecosistema umano e professionale, con il coinvolgimento dell’agenzia per il lavoro Gi Group. L’obiettivo è formare i tecnici del futuro, attivando il primo corso Ifts (Istituto di formazione tecnica superiore) di formazione per manutentori di mezzi pesanti, insieme ai Salesiani.
Nuovi habitat in Cina e Svezia
Una fabbrica di nuovo conio in Cina soddisferà il mercato locale, in forte crescita, liberando capacità produttiva in Svezia, dove peraltro una nuova fonderia e una fabbrica di batterie (con densità energetica più alta di quelle esistenti) sono in corso d’opera a Södertälje.