40 anni di movimentatori telescopici firmati Jcb. Risale infatti al 1977 il primo degli oltre 200mila telescopici firmati Jcb. Un’applicazione così versatile da avere consentito ad alcuni oem di sopravvivere al terremoto del movimento terra post 2009 e di riconvertirsi, integralmente o parzialmente, al mondo agricolo. Aziende come Dieci e Merlo hanno fatto di questa versatilità un cavallo di battaglia e Jcb non poteva certamente fare eccezione, come dimostra la recente mega-commessa di A-Plant.

Torniamo nel Regno Unito, proprio a Rocester, nello Staffordshire, dove sono più di trenta i modelli base, con oltre mille configurazioni macchina in termini di personalizzazione di motore, cambio, braccio, cabina e non solo.

La sola linea di produzione del movimentatore telescopico consuma più di 35.000 tonnellate d’acciaio all’anno per la costruzione di telai, stabilizzatori e di bracci ad alta resistenza.

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Sono due tra i tormentoni della contemporanea industria meccanica, ci riferiamo al livello di automazione dei processi produttivi e, per quanto possa apparire un tecnicismo marginale, le tecniche di saldatura. Tutte le strutture del telaio e del braccio sono saldate per punti, a mano. Fino al 70 per cento delle saldature del telaio e del braccio viene quindi effettuato da macchine saldatrici robotizzate, mentre gli operatori completano il rimanente 30 per cento, nei punti di difficile accesso. Ogni anno, nello stabilimento di produzione dei telescopici si utilizza l’incredibile quantità di 14.509.818 metri di filo per saldature. Una volta saldato il telaio intervengono una doppia alesatrice e due centri di lavoro automatizzati per le operazioni di fresatura, maschiatura e finitura delle sezioni del braccio.

40 anni di telescopici Jcb. I motori…

Dopo un lungo sodalizio con Perkins, i 40 anni di telescopici Jcb vedono la parte propulsiva sostanzialmente affidata a due motori: il Jcb Diesel by Kohler, sotto le cui spoglie si cela il Kdi nella rilettura softwaristica dell’ingegneria di Rocester, e il Dieselmax, la creatura di Sir Bamford che si aggiudicò il Diesel of the year nel 2011 nella versione Ecomax, con canna da 1,2 litri.

La segmentazione delle potenze parte da 35 chilowatt, per frazionarsi a 55, 81, 93 e 108 chilowatt. Nella fascia low entry potrebbe candidarsi il 3 litri presentato al Conexpo di Las Vegas.

e la catena cinematica…

Gli assali sono fissati al telaio. I distributori, i pistoni e i cilindri idraulici del reparto idraulico vengono assemblati successivamente. I Dieselmax di Jcb Power Systems, nei pressi di Derby, vengono collegati ai cambi di Jcb Transmissions dello stabilimento di Wrexham, mentre gli scarichi e altri componenti ausiliari vengono aggiunti sulle linee di sotto-assemblaggio.

Motore e cambio sono sottoposti a tredici minuti di prove di rullaggio alla velocità massima su strada, per calibrare al meglio la trasmissione.

40 anni di telescopici Jcb. I test

Infine i test, per ogni telescopico assemblato, compresi riscaldamento, collaudo dello sterzo e un test con carico. Le macchine passano quindi sotto le cure del Centro PDI (Pre-Delivery Inspection, Controllo pre-consegna).

A marzo 2016 Jcb ha inaugurato il Cfc (Customer focus centre, Centro di orientamento al cliente) per i movimentatori telescopici. Ogni macchina prodotto passa dal Pdi al Cfc, dove la macchina viene ricontrollata e personalizzata. Ogni modello di movimentatore telescopico integra il sistema telematico LiveLink di Jcb, che invia informazioni al Centro di comando.

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