Ecco uno stralcio dell’articolo sulla presenza di John Deere al ConExpo, che anticipiamo qui ma che sarà pubblicato per intero sul numero di giugno di Powertrain.

Anche a Saran e a Waterloo soffia il vento del rinnovamento. Che, nel caso di John Deere Power Systems, porta il nome di Kreisel. «Vediamo una chiara e crescente necessità di batterie e soluzioni di ricarica per il settore off-highway. Per questo motivo, stiamo sfruttando la nostra competenza ingegneristica per innovare per conto dei nostri clienti e portare sul mercato i prodotti più robusti e durevoli», ha affermato Jennifer Preston, direttore globale di John Deere Electric Power. «Insieme a Kreisel, stiamo espandendo il nostro portafoglio di batterie per includere un’alimentazione ancora più versatile e scalabile e soddisfare una gamma più ampia di esigenze applicative mentre continuiamo a lavorare verso un futuro con propulsione a emissioni zero e perseguiamo il nostro obiettivo di dimostrare soluzioni energetiche a emissioni di carbonio prossime allo zero entro il 2026». Un’altra stella che si staglia brillantissima nel firmamento americano ha in calce la firma congiunta di Deutz e John Deere. 

I primi vagiti (e bramiti…) del 3,9 litri

Si chiama JD4, nella onomastica del Cervo: cilindri da 3,9 litri (AxC, 99 x 120 mm), con 2 valvole per cilindro, da 63 a 120 chilowatt, intervalli di manutenzione garantiti non prima delle 750 ore di esercizio. Abbiamo strappato una esaustiva panoramica dello stand, attingendo dalla disponibilità dei vari product manager, e siamo partiti proprio da qui. «Ci siamo dotati di un sistema di iniezione specifico, abbiamo personalizzato il controllo elettronico e il post-trattamento. La filosofia che sta dietro a questo progetto è nel motore compatto, con canna convenzionalmente da 800/900 cc, figlia di un sensibile aggiornamento rispetto alla media (la canna del JD4 misura 975 cc, quindi molto vicina a un ritorno all’antico, la “mitologizzata” canna da mille, ndr); la densità di potenza ha sicuramente alzato l’asticella.  Sostituirà alcune delle tarature del 4,5 litri anche in funzione di questa. Ci si prepara davvero per le prossime sfide con un hardware rinnovato che ci consenta di fare quello che attualmente non possiamo fare sul 4.5 litri. Le caratteristiche principali riguardano la sovralimentazione, con valvola wastegate, il common rail, specifico per la nostra soluzione, così come l’approccio in termini di controllo elettronico. Tra le personalizzazioni, aggiungo il sistema di alimentazione, quello dell’aria, la pressione di iniezione». 

Il JD4 sarà in competizione con il suo omologo verniciato di rosso, e soddisferà al tempo stesso gli insaziabili appetiti della nutrita pattuglia domestica. Ancora una volta il post-trattamento si rivela determinante nella definizione degli ingombri. La famiglia John Deere fondamentalmente è rimasta fedele a sé stessa dalla fase 3 delle normative UE ed Epa. Attraversando la significativa e ariosa arena di Jdps, intercettiamo il JD14, il 13,6 litri, anche questo reduce dalla cura dimagrante dell’ingegneria che ha ottimizzato gli ingombri, rispetto al precedente 13,5 litri, e semplificato l’integrazione a bordo macchina. 

JD14 e JD18

A proposito di questo motore, che ha anticipato il rinnovamento della famiglia, vi ricordiamo le parole spese all’Agritechnica 2019 da Patrick Thil, Manager, Oem Sales, Eame, Asia e Australia. «Con il 13,6 litri possiamo raggiungere fino a 510 chilowatt, cioè quasi 700 cavalli. Abbiamo modificato il sistema di iniezione per avere una pressione del carburante più alta e raggiungere la potenza desiderata. In origine l’unità di iniezione si trovava all’interno del motore e abbiamo sistemato il common rail all’esterno del coperchio del motore. Ne abbiamo approfittato per cambiare un po’ la testa del motore, riducendone le dimensioni e integrando alcune regolazioni automatiche delle valvole. Abbiamo anche migliorato il livello di rumorosità e semplificato la manutenzione». 

Integriamo quanto riportato con la conferma dell’Egr esterno. Il Cervo rimane fedele al principio della modularità e della condivisione della componentistica per facilitare l’assistenza per i costruttori e utilizzatori delle macchine, la formazione per rivenditori e officine. Altra pietra miliare del Cervo 2.0 è il treno di ingranaggi posteriore, che riduce il rumore e le sollecitazioni torsionali e all’albero a gomiti. I regolatori idraulici riducono il gioco delle valvole. Un “programma di governo” che ha riguardato anche il JD18, Diesel of the Year 2021, che dispone di un elastico tra 522 e 677 chilowatt.  

JD18, Diesel of the Year 2021

Passiamo in rassegna le concrete manifestazioni dell’ingresso con una quota di maggioranza nell’austriaca Kreisel, risalente alla fine del 2021. Cominciamo dal Kvp63. La nomenclatura della batteria identifica la potenza, espressa in kWh; in produzione, quindi ordinabile, mette sul tavolo l’asso di briscola della morfologia, s’intende quindi la forma del pacco batterie, per agevolare l’alloggiamento e l’integrazione in determinate tipologie applicative, sia ibride che elettriche. Non si esaurisce qui l’offerta elettrica, che prosegue con un trittico di batterie in grado di soddisfare le esigenze di applicazioni come le torri faro nell’arco di potenza da 20 a 40 chilowatt. Abbiamo visto anche i motori elettrici Emd-200-D, fino a 200 kW e 1.275 Newtonmetro, l’azionamento elettrico Epd-200, 200 kW e 881 Nm, l’Emd-100-1, motore elettrico a velocità singola, con inverter PD400, da 326 kVA (il Pd280 arriva a 228 kVA).

Come i Lego

Interessante lo spunto raccolto durante la “promenade” tra i dispositivi di trazione e alimentazione, che paragona la modularità delle batterie alla logica dei mattoncini Lego. “La tecnologia fa passi in avanti”, è un adagio popolare che si addice quanto mai alla tattica di John Deere. La gestione termica delle batterie è uno dei parametri di valutazione della sinergia con Kreisel, nell’ottica di fornire prestazioni in linea con il conseguente incremento di potenza e di durata. Il tormentone della densità di potenza, “mutatis mutandis”, si riverbera anche nel nuovo mondo della elettrificazione. «Si può fare una ricarica lenta» ci dicono, «ma si può optare per una ricarica veloce, ad esempio in pausa pranzo, utilizzando la rete». Non sono quindi richieste sottostazioni, corrente ad alta tensione, autorizzazioni.

Quanto scritto avvalora l’esternazione di Jennifer Preston, direttore globale di John Deere Electric Power, che ha anticipato l’apertura del ConExpo: «Vediamo una chiara e crescente necessità di batterie e soluzioni di ricarica per il settore off-highway. Insieme a Kreisel, stiamo espandendo il nostro portafoglio di batterie per includere un’alimentazione ancora più versatile e scalabile per soddisfare una gamma più ampia di esigenze applicative».

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