Dal 1963 Saran è la casa europea dei motori John Deere. All’epoca ad aggiudicarsi il Gran Premio di Formula 1 fu Jim Clarck, della Lotus, sul circuito di Reims, la maglia gialla del Tour finì per la quarta volta a Jacques Anquetil, gli Open nel segno dell’australiano Roy Emerson. Siamo da poco nell’era della Quinta Repubblica e De Gaulle è al suo primo mandato presidenziale.

E oggi, nel 2017, neo-Presidente Macron, quali sono i numeri di Saran? Circa un migliaio gli addetti, il centro di ricerca e sviluppo svolge la duplice funzione di supporto all’head R&D centre di Waterloo, nell’Iowa, e di aggiornamento delle applicazioni per il mercato Emea, il target dello stabilimento transalpino.

Ci troviamo nei paraggi di Orleans, la memoria di Giovanna d’Arco è forte e Parigi a due ore di auto, traffico permettendo.

Saran, avamposto motoristico del presidio europeo, si affianca alle fabbriche di Waterloo, fucina del top di gamma, 9 e 13 litri, quella poco più a sud, in Messico, di Torreon, dove si fabbricano i 4,5 e i 6,8 litri.  Scalando le longitudini del continente americano arriviamo a Rosario, in Argentina, città natale dell’icona Ernesto Guevara e dell’opificio che produce dal 2,9 al 9 litri.

Si cambia continente, anzi, subcontinente. A Pune, in India, dalle linee fuoriesce solamente il 2,9 litri. Del resto, si sa, i grossi calibri non fanno al caso delle tigri asiatiche e il low entry si ripropone anche in Cina, a Tiangjin, in compagnia del 4,5 e del 6,8. Allo stato attuale Pune e Tiangjin servono gli sterminati mercati di riferimento.

 

John Deere a Saran

Nel perimetro della John Deere di Saran una linea è dedicata alla personalizzazione delle unità per la generazione di potenza, come l’allocazione del soffiante e delle pompe, e interventi di varia natura su coppa, alternatore, compressore aria e radiatori.

Sono 10mila, pezzo più pezzo meno, i componenti nel magazzino potenziale, che consentono quindi un’infinità di varianti sul tema.

Anche a Saran la digitalizzazione la fa da padrona e comanda l’approvvigionamento; sul display di fronte ad ogni stoccaggio è segnalato in tempo reale lo storico e sono dettagliate le informazioni su codici e tempistica di fornitura e montaggio.

A proposito di componenti, sono 600mila quelli movimentati all’anno.

John Deere Saran e l’adeguamento ai tempi

John Deere Saran cambia pelle e lo fa senza stravolgimenti. Il progressivo adeguamento della produzione ha fino ad ora coinvolto quattro sezioni: il blocco cilindri, la linea testate a 2 valvole, quelle a 4 valvole, l’albero a gomiti. Con un investimento di 40 milioni di euro la linea del monoblocco è stata adeguata al Tier 4 Final.

La manutenzione è garantita da uno staff di 80 risorse, tra profili ingegneristici e operativi, spalmati su tre turni.

A Saran il badge non è solamente l’odiato marcatempo e rappresenta anche l’elemento di obliterazione propedeutica di ogni singolo passaggio, per azzerare l’errore umano. Successivamente saranno oltre 150 le procedure di verifica della conformità dei componenti.

Il nastro in alcune fasi di assemblaggio è regolabile per individuare la migliore inclinazione. Tra i dispositivi di sicurezza, una traccia dinamica visualizza i margini di approssimazione di ogni singola operazione.

Per esempio, a proposito del delicato passaggio delle guide valvole, un segnalatore acustico avverte delle eventuali non conformità.

In chiusura (per saperne di più sulla nostra visita a Saran leggete DIESEL di Ottobre), prima di arrivare agli 11 banchi prova i policilindro del Cervo affrontano a più step la vigilanza dell’elettronica. In fase di controllo alcuni operatori sono ‘armati’ di tablet per verificare la regolarità delle singole fasi d’assemblaggio e avere una matrice visuale del lavoro fatto a regola d’arte.

 

 

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