Man e il 9 litri. Era nell’aria la modulazione della proposta motoristica di Norimberga, e le voci di corridoio mormoravano di una cilindrata tra gli 8 e i 10 litri. Le voci si sono concretizzate nella scelta più plausibile, il 9 litri che Man presenterà a novembre all’Agritechnica.

Uno scenario, quello dei 9 litri, che si sta affollando. Dopo Fpt Industrial anche Perkins e Deutz hanno fatto irruzione nel recente periodo, in compagnia di Caterpillar e Cummins. E ora Man, con un sei cilindri in linea concepito e progettato per le applicazioni fuoristrada (e qui si dovrebbe accendere la lampadina dei lettori di DIESEL, come spiegheremo meglio in conclusione). Questo motore chiude un buco a listino tra le famiglie D08, modulari a 4 e 6 cilindri da 4,6 e 6,9 litri, e D26, da 12,4 litri. In termini di potenze il 9 litri si inserirà tra i 250 chilowatt di picco massimo del D0836 e il range 294 – 404 chilowatt del D2676, con qualche inevitabile sovrapposizione, seppure col beneficio della specializzazione secondo le discriminanti dell’utilizzo e del carico in base alle rispettive densità di potenza.

Man e l’E3262 a biogas

Non si esaurisce qui la dote che Man porterà dalla Baviera ad Hannover. Non solo Man e il 9 litri, dunque, di questi tempi è infatti d’uopo la soluzione a gas che in questo caso è figlia della serie E32. Il 12 cilindri E3262 Le2x2 raggiunge un picco di 450 chilowatt meccanici  sia a 50 Hz che a 60 Hz ed è stato espressamente pensato per il biogas e i gas speciali.

Man e il Tgs

Dal 12 al 18 novembre presso il quartiere fieristico di Hannover lo stand Man non si distinguerà solamente per il 9 litri e per l’E32. Come durante la scorsa edizione faranno capolino i camion, nella migliore tradizione Man, adattati agli impieghi agricoli.

Il Tgs a trazione integrale è capace di 368 chilowatt (500 cavalli), è omologato come trattore agricolo e forestale, dispone di un impianto idraulico Load Sensing sulla presa di potenza nel lato del volano, di vari ganci di traino e di pneumatici per uso agricolo con sistema di protezione per il terreno in formato 445/65R22,5 sull’assale anteriore e 600/50R22,5 sul posteriore. La carta vincente del Tgs è rappresentata ovviamente dalla versatilità. Dismessi gli abiti stagionali del lavoratore agricolo, il camion si presta agli utilizzi convenzionali su strada e alle applicazioni speciali come lo spazzaneve, sostituendo pneumatici e semirimorchio.

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Il Tgs  e il verde nostalgia

Anche Volvo Penta al Sima ha rinverdito le proprie origini nella meccanizzazione agricola riesumando dal museo il trattore Bm. Man non replicherà semplicemente in un’ottica vintage ma per ribadire la continuità applicativa tra i trattori (agricoli) del passato e i trattori (stradali) del presente. Si sfoglia il calendario del 1963, anno in cui la Maschinenfabrik Augsburg-Nürnberg diede il ‘la’ alla costruzione di macchinari agricoli. Il Tgs 18.500 4×4 Bl ad Hannover sfodererà infatti la livrea verde dell’epoca (Man-Gruen M107) nonché i cerchioni color avorio chiaro tipici di quei trattori.

Man e il 9 litri, un’esperienza quasi eretica a queste latitudini, quella di un’anteprima assoluta nell’industriale senza prima passare dal rodaggio nella catena cinematica di un camion. Dopo la conversione del D26 e del D38 all’off-road continua dunque l’offensiva di Man in campo agricolo, dove fino a qualche anno or sono la casa natale del motore diesel costituiva una presenza tanto blasonata quanto marginale.

 

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