McTer e cogenerazione: il percorso energetico per impianti industriali
Al McTer di quest’anno uno dei temi in clima energetico che ha fatto capolino è stato quello della cogenerazione. Argomento dalle diverse sfaccettature a cui il McTer ha voluto dare ampio spazio per fornire una visione più chiara di quello che potrebbe essere il futuro in ambito di fabbisogno energetico industriale. In particolare, durante l’evento […]
Al McTer di quest’anno uno dei temi in clima energetico che ha fatto capolino è stato quello della cogenerazione. Argomento dalle diverse sfaccettature a cui il McTer ha voluto dare ampio spazio per fornire una visione più chiara di quello che potrebbe essere il futuro in ambito di fabbisogno energetico industriale. In particolare, durante l’evento stesso la definizione prescelta per la cogenerazione l’ha introdotta come “La via più immediata ed efficace per migliorare le prestazioni energetiche degli impianti industriali”. Parole che non lasciano molti dubbi su quale fosse la posizione delle presentazioni in merito tenutesi durante l’evento. Di seguito riportiamo alcuni dei punti salienti della giornata.
LA COGENERAZIONE SECONDO CENTRICA BUSINESS SOLUTIONS
McTer e cogenerazione in Italia: energia pulita per il 2030
Quando si parla di cogenerazione, si fa tipicamente riferimento alla produzione simultanea di energia elettrica e di calore, tipicamente al servizio di processi industriali. Da questo punto di partenza, durante il McTer 2019, l’attenzione si è spostata verso il futuro, in particolare ai piani che l’Europa ha per il 2030 in termini di efficienza nella produzione di energia. L’Italia in merito si è voluta porre in pole position, aderendo a programmi quali Set-Plan e Mission Innovation e impegnandosi a raddoppiare i fondi pubblici per la ricerca e lo sviluppo di energia pulita.
In particolare, l’obiettivo è quello di passare dai 222 milioni del 2013 a 444 milioni a partire dal 2021. Un programma decisamente ambizioso in favore di un futuro non così lontano all’insegna della cogenerazione. Gli investimenti italiani, in particolare, riguarderanno principalmente: smart grid, biofuels, rinnovabili, materiali avanzati e idrogeno.
Il potenziale della cogenerazione: due casi a confronto
Gianluca Airoldi, di Ab Energy, ha voluto fornire una visione più realistica del potenziale di ricorso alla cogenerazione, presentando i casi di Istituti Clinici Scientifici Maugeri e Riso Scotti. Nomi con una certa risonanza sul territori italiano che hanno deciso di affidare le proprie “sorti energetiche” ad impianti di cogenerazione. In particolare, ICS Maugeri, per soddisfare il proprio fabbisogno di 12 GWh (consumo elettrico medio annuo) e 1.000.000 m3 (di metano), fa affidamento su un Ecomax 12 Ngs. Un impianto di trigenerazione da 1.203 kWe di potenza elettrica, 1.305 kWt di calore recuperato a 90° ed un rendimento globale del 87%.
Riso Scotti invece si rivolge ad un impianto di trigenerazione Ecomax 27 Ngs (potenza elettrica: 2.679 kWe) per soddisfare i propri fabbisogni decisamente più elevati. Stiamo parlando di 21 GWh di consumi elettrici medi annui, 10 MWt di potenza termica e 8.000.000 m3 di metano. Scelte ponderate che per queste due realtà stanno già portando i primi frutti in termini di riduzione dei costi per l’approvvigionamento energetico senza tralasciare l’aspetto sostenibile attraverso una migliore gestione delle risorse disponibili per la generazione di energia.
Il trucco sembrerebbe essere semplicemente quello della giusta scelta dell’impianto di cogenerazione in fase di progettazione, in modo tale da poter adattare la produzione alle reali necessità tipicamente su base annua.
Produzione decentralizzata: Rolls-Royce punta sulle batterie
Daniele Di Franco, Sales Manager Gas Systems di Mtu Italia, ha voluto fornire la soluzione di Rolls-Royce Power Systems in termini di stoccaggio dell’energia prodotta in modo decentralizzato. In particolare, uno dei metodi più in voga per poter immagazzinare l’energia prodotta sembrerebbe quello dei sistemi di accumulo a batterie.
La prima motivazione per la scelta è sicuramente quella della necessità di flessibilità connessa al processo di decentralizzazione. La gestione dei picchi di richiesta energetica, così come i momenti di bassa domanda, possono essere sicuramente organizzati e gestiti attraverso questo sistema di accumulo e rilascio su richiesta. La migliore gestione dell’energia prodotta attraverso l’accumulo è in grado di generare sul lungo periodo un bilanciamento delle richieste di energia che può portare, quindi, ad un ulteriore riduzione dei consumi e risparmio economico per l’intero sistema.
Stando ai dati di Mtu, la capacità di attivazione immediata del sistema di stoccaggio in caso di necessità lo rende, inoltre, una soluzione da poter prendere in considerazione per diversi tipi di applicazioni. In particolare Di Franco ha parlato di: infrastrutture di diversa specie (quali aeroporti e stazioni ferroviarie), le cosiddette “large and small utilities”, come centrali elettriche, eoliche e impianti fotovoltaici, grossi impianti industriali, le MicroGrid (ambito ben noto ai sistemi Mtu), fino ad arrivare ai piccoli impianti per uso residenziale.