MEE Dubai 2019: alcune importanti assenze e motori a gas e Stage V come temi principali

Il MEE Dubai (Middle East Electricity) è ancora una delle più importanti, se non addirittura la più importante, vetrine della power generation, ma quest’anno ha sofferto l’assenza di alcuni nomi importanti. Stiamo parlando di nomi quali Mtu, Caterpillar e Himoinsa e anche di costruttori indiani, come Mahindra Powerol e Kirloskar. Qualche “buco” anche tra gli Oem, come Bruno Generators per portare un altro esempio europeo.

MEE DUBAI A CONFRONTO: UNO SGUARDO ALL’EDIZIONE 2018

Ciò nonostante, il MEE Dubai ha visto la presenza di importanti protagonisti sotto il segno delle due principali traiettorie dell’evento: a promozione del gas e la segmentazione in alto delle cilindrate.

Il primo segnale è arrivato da Cummins, con un 78 litri, capace di erogare fino a 2 MegaWatt e di un’efficienza termica del 47,1 per cento. Si chiama HSK78G il 12 cilindri sovralimentato a doppia bancata, con rapporto di compressione pari a 13 ed efficienza elettrica del 44,2 per cento.

MEE Dubai 2019

Presenti al MEE Dubai: Baudouin e Perkins

Ha risposto presente anche Baudouin, che si è ritagliata un ruolo da protagonista del settore nell’arco di un biennio. Risale a quattro anni fa il big bang della ricerca e sviluppo del 16M55, un 16 cilindri con canna da 5,5 litri, che per le applicazioni a 50 Hz eroga da 3.000 a 3.750 kVA. La genesi ricalca l’impostazione di tutti i motori Baudouin, all’insegna della trasversalità. In questo caso è plausibile pensare a una reversibilità dai gruppi alla propulsione agli scafi commerciali. Tra i volti nuovi, anche il 4M11, a giri variabili.

 

Allo stand Perkins il 1706A ha migliorato la densità di potenza in più 22 per cento. Un risultato dovuto a una ricalibrazione complessiva dell’aspirazione e della combustione, come della piston bowl geometry e dell’iniezione. Le basi, del resto, sono buone: il 9,3 litri è infatti best in class nella sua categoria per applicazioni mobili, secondo l’Indice Diesel. La vera notizia riguarda però l’ufficializzazione dell’omologazione Stage V per l’intera gamma EP (Electric Power).

Scania e Doosan

Anche Scania ha virato sul gas, in continuità col settore camionistico, dove si divide la torta del Gnl con Iveco, travasandolo pure nell’autobus. Protagonista il V8, in anteprima mondiale nell’alimentazione a biogas, chiaramente depotenziato rispetto al genitore a gasolio, con una rielaborata mappatura del software e un diverso rapporto di compressione: da 364 a 455 kVA a 50 Hz in PRP e 360 in COP (rispettivamente 409 – 477 kVA e 383 kVA a 60 Hz). Comune denominatore è il bollino dello Stage V.

Doosan ha risposto alla chiamata e ha svelato gli apripista dei G-Drive a controllo elettronico. Iniezione Bosch, Doc, Dpf e Scr per le versioni emissionate, da ottobre saranno disponibili in due taglie. Il DX12 è un 6 in linea, 11,1 litri, 414 kW a 1.500 giri, 448 a 1.800. Il DX22 è invece un 12 a V da 21,9 litri, 875 kW a 1.500 giri, 995 kW a 1.800. In esposizione anche i compatti della famiglia G2 in Stage V (D18, D24 e D34).

UNO SGUARDO ANCHE ALLA PRIMA EDIZIONE DEL MEE SAUDI

John Deere, Fpt e Kohler

John Deere ha esposto, tra gli altri, l’EWS, made in Saran, il 4,5 litri G-Drive completo di post-trattamento ma sprovvisto di Egr, per favorire un migliore bilancio termico. Anche il Cervo ha proposto la famiglia Stage V al gran completo.

FPT ha candidato l’F34 da 55 kVA, che si permette di sgravarsi del fardello urea, ma recupera quel ricircolo, qui siglato ecEGR, bandito dalle serie Nef e Cursor. L’allestimento fieristico comprende anche i ‘refresh’ dei lanci delle ultime due passate edizioni, il Cursor 16 da 600 kVA, l’S8000 e l’N67.

Gettone di presenza anche per i KDi allo stand di Kohler Sdmo.

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