C’è ottimismo nel campo della meccanizzazione agricola. Gli indici sono dappertutto in netto miglioramento: il 48 per cento dei produttori mondiali di macchine agricole giudica la situazione attuale buona o in miglioramento, mentre un clima sfavorevole è percepito solo dal 10 per cento del campione. È il risultato di un’indagine condotta da Agrievolution, che ha preso il polso a un panel di aziende mondiali della meccanizzazione agricola.

L’oriente traina il mercato trattori

Dall’Oriente le notizie sono superlative. Si sa: la Cina dà lavoro a 2.300 industrie locali nel settore della meccanizzazione agricola, l’India nel 2017 ha fatturato nel settore agri 264 miliardi di dollari, 20 in più del 2016. Cina e India si prendono la metà del mercato mondiale. Guardando al primo semestre 2018, le aspettative maggiori sono riposte nell’Est Asia, dove lo stesso Giappone sembra aver passato le fasi più difficili. Poi è la volta del Nord America e dell’Europa dell’Est (probabilmente non della Russia, Paese che dovrebbe aver già dato il suo massimo nel 2017) poco distanziate tra di loro. L’Unione Europea si posiziona davanti all’America Latina e all’Africa, l’eterna promessa. Un po’ indigeste le previsioni in Turchia, nonostante un buon raccolto e nuovi supporti da parte dello Stato. Ma è un’eccezione.

Mercato trattori, un ottimismo giustificato

A  giustificare l’ottimismo sono anche i primi risultati a consuntivo dello scorso anno. In Cina le immatricolazioni sono cresciute con un tasso del 33 per cento; in India il progresso è stato del 19 per cento. In Europa spiccano invece il più 19 per cento della Germania e il più 8 della Spagna. Peculiare è la situazione italiana: l’accelerazione di fine dicembre – merito o colpa della Mother Regulation... – ha portato le immatricolazioni a ridosso delle 23 mila unità, con una crescita esaltante del 24 per cento sul 2016. Eppure, il mercato ‘vero’, quello dei mezzi effettivamente venduti, pare essere assai più contenuto. TrattoriWeb è il luogo adatto per l’approfondimento

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