Merlo sta consegnando ai clienti finali i primi e-WorkerDue versioni, a 2 e 4 ruote motrici, e tanti contenuti. Un sollevatore telescopico che è riduttivo definire semplicemente “elettrico”. L’e-Worker esce infatti dal coro dei mezzi di questo tipo e ridefinisce una categoria a sé stante. Soprattutto la versione a 4 ruote motrici. Che dimostra sul campo una mobilità da vero telescopico. Merlo ha dato ai nostri colleghi di e-construction l’opportunità di provare questa pietra miliare che ha dato inizio alla “rivoluzione verde” (mai colore fu così appropriato!) con la nuova “Generazione Zero”.

L’e-Worker è quindi il primo di una serie di macchine a propulsione elettrica. Ed è nato per soddisfare in primis la richiesta del mercato di un telescopico Merlo più compatto del P27.6. Quale occasione migliore, quindi, per entrare in una nuova classe di telescopici pensando in modo completamente diverso dal passato? Lo “spirito Merlo” è infatti anche un po’ questo. Saper reinventarsi basandosi sulla propria storia. Ma senza mai pensare di essere arrivati. La ricetta del marchio cuneese sta infatti anche nel saper portare qualcosa di proprio in un segmento che pensavamo di aver già visto.

I concetti semplici ma efficaci di Merlo e-Worker 25.5-90 4WD

Ma andiamo con ordine. Abbiamo provato sul campo il modello 25.5-90 4WD, versione a quattro ruote motrici che – oggettivamente – ci sentiamo di consigliare in modo del tutto spassionato. La versione a due ruote motrici è infatti indicata soprattutto per le applicazioni in ambito industriale dove non si richiedono elevate doti di trazione. E dove il principale punto di forza è sicuramente il raggio di sterzata di 2.950 mm grazie all’angolo di sterzo delle ruote pari a 85°. Contro i 3.250 mm del modello a quattro ruote motrici il cui angolo di sterzo è ovviamente penalizzato dalla trasmissione integrale. Piccola rinuncia a fronte di una mobilità fuoristradistica che non lascia dubbi.

Stessa base, due anime

Sulla stessa base hanno preso vita due macchine con target, e anime, differenti. La versione 2WD dispone di alimentazione elettrica con potenza di 44 kW (60 cv) mentre la 4WD sale a 66 kW (90 cv). La batteria di alimentazione è a piombo acido a 48 V con una capacità nominale di 960 Ah. La velocità massima è pari a 25 km/h con la possibilità di avere l’omologazione stradale anche come trattrice agricola e una capacità di traino di 2.000 kg. La capacità massima di carico è di 2.500 kg con quella alla massima altezza di 4,8 metri pari a 1.500 kg. Il tutto “compresso” in 1,54 m di larghezza, 1,97 m di altezza e 3,32 m di lunghezza. Con un peso operativo di 4.500 kg. L’impianto idraulico è un Load Sensing Flow Sharing da 42 l/min.

MODELLOe-Worker 25.5-60 2WDe-Worker 25.5-90 4WD
PRESTAZIONI
Peso operativo (kg)4.5004.500
Portata massima (kg)2.5002.500
Alt. massima di sollevamento (m)4,804,80
Sbraccio massimo (m)2,602,60
Portata alt. massima (kg)1.5001.500
Portata sbraccio max. (kg)900900
POWERTRAIN
MotoreElettricoElettrico
Batteria (tipo e voltaggio)Piombo acido – 48 VPiombo acido – 48 V
Capacità nominale960 Ah960 Ah
Potenza massima (kW/cv)44/6066/90
Velocità massima (km/h)2525
Trazione2WD4WD
Autonomia (h)88
Tempo di ricarica a 220 V (h)99
Voltaggio di ricarica220 V / 380 V220 V / 380 V
IDRAULICA
Impianto idraulicoLoad Sensing Flow SharingLoad Sensing Flow Sharing
Portata/pressione (l/min – bar)42 / 21042 / 210
Utenza idraulica cima braccioDi serieDi serie
Utenze idrauliche posterioriOpzionaleOpzionale
CABINA
Cabina chiusaOpzionaleOpzionale
FOPS Liv I – ROPSDi serieDi serie
ComandiJoystick elettronicoJoystick elettronico
InversoreDual reverseDual reverse

Un 4WD a cui non rinunciare

I dati tecnici fanno immediatamente capire come le scelte del costruttore siano in linea con i suoi consolidati punti di forza. L’impianto Load Sensing Flow Sharing è infatti garanzia di fluidità e controllabilità. Mentre il livello di potenza, soprattutto sulla versione 4WD, è decisamente elevato. Soprattutto se teniamo conto della reattività dei motori elettrici e dello schema della trasmissione. Che si avvale di tre motori indipendenti e dell’assale posteriore brevettato. I tre motori, da 30 cv ciascunoazionano rispettivamente le due ruote anteriori e l’assale posteriore. Sul quale, infatti, il terzo motore è calettato per il trasferimento del moto.

L’efficacia di questa soluzione, a completo controllo elettronico, permette di avere un mezzo dalla mobilità molto elevata anche in situazioni complesse come quelle dei cantieri edili o dell’impiego agricolo. Infatti, a prima vista, potrebbe sembrare un semplice utilizzo di motori elettrici come se ne vedono molti. In realtà c’è una gestione di tutto il sistema che permette di avere una guidabilità del tutto identica a una classica trasmissione idrostatica. Un obiettivo annunciato da Merlo e pienamente raggiunto.

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