Mobility Innovation Tour e apologia del diesel
Mobility Innovation Tour, partenza da Milano In occasione della digital week milanese, ha avuto luogo l’inaugurazione del Mobility Innovation Tour. La location prescelta è stata l’avveniristica sede di Microsoft Italia a Porta Volta. Qui si è tenuta la conferenza “Rivoluzione 4.0 ed elettromobilità nel tpl”, punto di partenza dell’itinerario di appuntamenti organizzato dalla rivista Autobus e dal Cifi. QUI L’ARTICOLO […]
Mobility Innovation Tour, partenza da Milano
In occasione della digital week milanese, ha avuto luogo l’inaugurazione del Mobility Innovation Tour. La location prescelta è stata l’avveniristica sede di Microsoft Italia a Porta Volta. Qui si è tenuta la conferenza “Rivoluzione 4.0 ed elettromobilità nel tpl”, punto di partenza dell’itinerario di appuntamenti organizzato dalla rivista Autobus e dal Cifi.
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L’iniziativa ha potuto contare sul supporto di Italian Exhibition Group, dell’Università degli studi di Genova, di Scania e sulla partnership di Iveco Bus. Obiettivo comune è stato quello di ragionare sugli intrecci tra trasporto pubblico e innovazione e scandagliare best practice e possibili scenari. Tra i vari temi, sono stati evidenzati aspetti interessanti del confronto tra mezzi ad alimentazione tradizionale, a gas naturale, ed elettrici.
La rivalsa del diesel al Mobility Innovation Tour
I progressi fatti dai diesel in termini di riduzione delle emissioni sono stati al centro dell’intervento del rappresentante di Eni, Paolo Fiaschi. Fiaschi ha ricordato come il ciclo diesel sia quello in assoluto più efficiente tra i sistemi endotermici. Un primo punto che è emerso riguarda l’efficacia delle nuove tecnologie per i motori a gasolio. Nello specifico, per esempio, la produzione di emissioni di un diesel dotato di Dpf risulta essere ben al di sotto dei limiti Euro 6. Il numero di particelle, infatti, è inferiore del 99% rispetto a un diesel tradizionale. In termini di prestazioni invece, i risultati sono paragonabili, se non addirittura migliori, rispetto a quelli di un motore a gas naturale.
Elettrico? C’è tempo
Anche dal punto di vista della CO2 sull’intero ciclo produttivo di un veicolo, la combustione interna si ferma a poco meno della metà rispetto all’elettrico. Esistono tuttavia ancora margini di miglioramento. In particolare, a livello di numero di particelle, da cui si deriva il volume di particolato. Fiaschi ha anche sottolineato come per valutare la sostenibilità ambientale dell’elettrico vada considerato anche l’intero ciclo di vita del veicolo. Nel caso dell’elettrico, sia i costi ambientali dalla costruzione delle batterie, quanto quelli legati a smaltimento e riciclo. Senza dimenticare che le fonti alternative non sarebbero sufficienti a fornire oggi sufficiente energia in caso di modal shift verso l’elettrico. Solo in paesi come la Francia, in cui la produzione di energia elettrica da fonti convenzionali è minima per via della presenza del nucleare, l’electric powered oggi è davvero sostenibile.
La densità di potenza è l’altro fattore che limita la penetrazione dei veicoli elettrici sui mercati. Come dire che l’orientamento dell’ago della bilancia dipende fortemente dalle tecnologie dietro il ciclo di vita delle batterie. Per Eni dunque, l’elettrico non può al momento essere la panacea di tutti i mali.
Gnl e biodiesel
A tal proposito, gli sforzi della compagnia sono rivolti al Gnl, e ai biocombustibili. Ciò è importante perchè, nel primo caso, si sta trasformando un combustibile come il metano da gassoso a liquido. Significativo in tal senso è stato l’esperimento condotto a Torino. Qui infatti ben 650 bus a gasolio sono stati alimentati con Eni Diesel Plus. Questo carburante presenta bassi contenuti aromatici e una parte di diesel di origine vegetale. Di fatto ha consentito un abbattimento delle emissioni, seppure a fronte di costi leggermente più alti.