Mosa è interprete principe del treno sanitario al punto di, passateci il gioco di parole, essere protagonista dell’emergenza pur avendo fornito i gruppi di continuità. Vi abbiamo anticipato la notizia in questo POST. A seguire trovate l’incipit dell’articolo uscito a pagina 14 di DIESEL Giugno. In fondo troverete il link per consultare il giornale e approfondire la lettura.

Mosa è il ‘motore’ del treno sanitario

Come sfrecciare oltre il tormentone Covid, contribuendo fattivamente ad arginarlo e superarlo? Semplice, salendo sul predellino del treno sanitario, quindi inforcando i binari a bordo di un convoglio a firma Trenitalia, con la partecipazione del Dipartimento della Protezione Civile e di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza). La missione del treno sanitario è quella di trasferire e curare i pazienti in circostanze emergenziali, come eventi sismici o altre calamità naturali. Una ‘cellula’ autonoma e funzionale, che corre su un percorso dedicato, qual è a tutti gli effetti la rotaia, per trasferire e curare fino a 21 pazienti su carrozze equipaggiate con specifiche attrezzature mediche. Le pandemie, ovviamente, non fanno eccezione…

Dice Davide Costadone…

DIESEL si è aggregata agli operatori, nelle vesti di osservatore, insieme a Mosa, che ha fornito i gruppi elettrogeni, entrati in servizio dopo gli interventi di adeguamento nelle Officine manutenzione ciclica di Voghera, peraltro a un tiro di schioppo dalla casa madre. Le modifiche permettono agli impianti a bordo treno di essere alimentati in modo tradizionale, con l’eccezione delle attrezzature sanitarie, il cui fabbisogno elettrico è delegato interamente ai sei gruppi elettrogeni Mosa. Questi alimentano le tre carrozze sanitarie in configurazione duale. Un fatto curioso, come sottolinea lo stesso Davide Costadone, Business and product developpement director di Mosa: «Non capita frequentemente di lavorare ad applicazioni ridondanti». E dire che Costadone, scuola Politecnico di Milano, bazzica la generazione da anni ed è reduce da un’esperienza alla Pramac. «Sono arrivato alla Mosa quando il treno era già partito dalla stazione» precisa, per restare in metafora. «In questo progetto abbiamo utilizzato generatori disponibili in gamma. Tenga presente che stiamo ragionando di macchine premium, presenti per l’appunto in forma ridondante; il secondo gruppo, nella diade che alimenta ogni carrozza, è finalizzato ad asservire il carico. Di fatto permettono di avere un’autonomia esaustiva».

L’ARTICOLO COMPLETO? ECCOLO QUI , A PAGINA 14

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